Lo Stato Moderno - anno III - n.15 - 5 agosto 1946

LO STATO MODERNO 343 RIVOLUZIONE Secondo la J?iù antica e più diffusa QPJIDOne, la fede– razione europea nascerebbe <la un accordo intervenuto fra gli stati d'Europa, i quali, riconosciuta fQPPOrtunità o la necessità di governare i propri reciproci rapporti mediante uno strumento più valido del diritto e degli oi-sti.tutinter– nazion-ali ordinari, deciderebbero di spogliarsi, ciascuno dal canto suo, di certi diritti considerati sovrani, per dotarne la federazione, che in tal modo verrebbe creata e che suole appunto denominarsi Stati Uniti d'Europa. Ricordiamo, fra le tante testimonianze, il! :libro di Herriot: Etats-Unis d'Eu– rope. m fondamento di codesta federazione sarebbe pertanto costituito da qlle'l trattato internazionale in cui gli stati avreb– bero convenuto la parziale limitazione della propria com– petenza, in vista de:la creaz\one di una sfera riservata alle competenze di un'autorità federa1e. Così concepita, la federazione ,appare quasi una tec– nica delle relazioni internazionali, atta a risolvere, o a me– glio risolvere, problemi che non si risolvono affatto, o &i risolvono mal.e, con i metodi della politica o del diritto in– ternazionale soliti; in altri ,termini, essa è una via che gli stati o i loro governi possono adire ,per raggiungere certi scopi della loro politica. La natura dei rapporti fra gli stati non sarebbe sostanzialmente modificata dalla instaurazione della federazione, di guisa che esisterebbe una vera conti– nuità fra ie due condizioni, quella che precede e quella che segue la creazione della federazione. L'atto COinjpiuto dagli stati per questa creazione sar~bbe un. atto rientrante nel- 1' ordine delle loro possibilità, anche ~ trattasi -dì un atto eccezionale. Nonosllante il riconoscimento della <irqportante trasformazione che esso produce, i suoi moventi sono con– siderati come qualcosa di logico e di naturale nello svol– gimento della vita dello stato. Ciò spiega come avvenga tal- • volta ohe siano delle tendenze coil.'iervatrici a cercare di provocarlo, e come possa sorgere dallo ~o naz,iona1ismo deluso un programma federalistico. Ciò spiega altresì come avvenga che, specie nei momenti più duri della lotta inter– nazionale, allorquando i sacrifici che es>sa comporta sem– brano sproporzionati ai fini perseguiti, o affatto privi di .scopo, sorgano in Eìuropa delle voci per proporre agli stati un progetto di federazione. L'idea fodera1istica viene « agi– tata», cioè vanllata, per convincere governi e popoli (4 po– poli affinchè premano sui governi) che essa è la vera solu– zione dei problemi internaz,ionali, e in primo luogo di quello della pace. I Il Movimento federa:l:ista europeo fu, nella prima oose della sua vita, una di queste voci, elevatesi in Italia per de– nunciare l'impotenza della vecchia politica internazionale e per esortare gli !italiani e gli europei ad affermaTe ia loro volontà che la pace futura sia protetta da un ordinamento federativo, capace di unire ,gli stati d'Europa in una dure– vole armonia. n fallimento della Società delle Nazioni e degli a·ltri organismi internazionali a quella collegati aveva tolto ogni illusione circa la possibilità di garantire altrimenti quella pace che gli stati andavano ,promettendo nel fregore della gigantesca battaglia. Una volta atterrato il nemico, e ~troncato il naizonalismo fautore di guerre, grazie alla vit– toria dei popoli pacifici, legati in alleanza per la libertà e la democrazia, i rappresentanti di questi popoli, rnccolti in– torno al tavolo della pace, avrebbero mantenuto la loro pro– messa concludendo quel patto federale ohe avrebbe fatto dell'Europa qualcosa di simile agli Stati Uniti d'America. e ll momento - si disse - è giunto: ora o mai più"· La battaglia cessò; il nemico fu prostrato e comincia- FEDERAL1S1A rono le trattative e le discussioni per la pace. Ma di fede– razione non si parlò, bensl di frontiere nazionali, di colonie, di riparazioni, di zone di influenza, di vincitori e di vinti; si parlò insomma iI linguaggio della tradizionale politica di equilibrio, per cui :la pa-ce è cercata da ciascuno -stato, in quanto si ritiene che essa può assicurare una posizione van– taggiooa. Siffatto modo di comportarsi degli stati dopo ot– tenuta la vittoria causò nei promotori del Movimento fede– ralista europeo una grande delusione, tale da persuadere alcuni di essi della inutilità del Movimento ~so, almeno in quanto ambisse a un'azione politica. Essi credettero che, entrata per un momento nel mondo della realtà, l'idea fe– deralistica fosse 5?ta ancora una volta respinta in qudlo dell'utopia, e poichè non desideravano passare per sogna– tori inconc!udenti, rinunciarono a<l insistere nell'impresa. Se gli stati, alla cui -competenza spettava, secondo loro, l'ultima parola sulla questione, non ,intendevano occuparsene, a nulla poteva servire che se ne occupassero i privati cittadini. Così giudicarono, ed era il loro giudizio il fogico corollario della loro concezione federalistica. Ma c'è un altro modo di concepire la federazione, che ci appare assai più aderente alla realtà e per il quale è possibile un apprezzamento del tutto diverso del momento che l'Europa sta attraversando. Secondo quest'altro modo, la federazione consiste nel processo d'i formazione di una società politica vera e propria, che riunisce gli indivi<lui ap– partenenti ad altre società politiche minori. La forza pro– pulsiva di tale processo non è fondamentalmente costituita dal desiderio della pace, <la un calcolo di ointeressi econo– mici o da motivi più o meno astrattamente morali, ma da:lla esistenza di bisogni e di aspirazioni essenziali, che non pos– sono più <trovare appagamento nell'ambito delle singole so– cietà politiche originarie, .e qumdi tendono, più o meno iµ– consciamente, a cercarlo nella loro unione, alla quale 6ono condotti dalla loro stessa comune natura. Però la coscienza che i popoli acquistano della necessità_ di costituire insieme una soci.età politica non è la condizione prima per l'attua– zione della nuova società politica, ma rappresenta il mo– mento politico del processo federativo già in atto, che per esso entra ora, possiamo dire, più propriamente oella ,storia. La società politica non è, infatti, come le altre -società, uno strumento o un mezzo scelti liberamente per raggiungere uno scopo occasionale e in ogni modo non assolutamente necessario, ma è il portato naturale dell'essenza sociale del– l'uomo. Il sorgere, uel processo di formazione della società politica, di una -deliberata volontà di essa da parte dei suoi membri costituisce, come abbiamo detto, il momento poli– tico del prooesso stesso. Logicamente connesso con il concetto della sodetà po– litica, anzi semplice aspetto di esso, è quello di stato, dalla cui inadeguatezza dipende fondamentalmente il disorienta– mento delle tendenze federalistiche. Secondo che lo stato è concepito come un ente dotato di conoscenza e <li vo– lontà, al modo degli uomini e quindi tale da pote,; .essere soggetto di norme morali e giuridiche, o come una realtà impersonale, ohe nella sua oggettività non può conoscere nè volere, se non per metafora, la federazione può essere pensata come il risultato di una calcolata intesa di stati o come il frutto naturale di un processo di unificazione di popoli: Una breve considerazione sulla natura dj!lla storia gio– rerà a far meglio intendere questo processo. Grave errore commettono coloro che credono essere la storia opera . di

RkJQdWJsaXNoZXIy