Lo Stato Moderno - anno III - n.15 - 5 agosto 1946

LO STATO MODERNO 339 1 PROBLEMI DEL MEDIO OR1EN1E Il Medio Oriente, cioè il complesso di territori - ormai quasi tutti eretti in Stati indipendenti - compreso tra il Mediterraneo e il confine occidentale dell'India, c06tituisce un settore assai delicato della politica internazionale, particolar– merrte per l'Impero Britannico che era riuscito fin qui a pre– servarlo dalle influenze concorrenti. Medio Oriente vuol dire per l'Inghilterra Canale_di Suez, Mar Rosso e Golfo Persico; vuol dire la via più diretta, marittima e aerea, tra fa me– tropoli e l'India; vuol dire il cuore di quel mondo arabo e musU:mano che costituisce da tempo uno degli elementi più importanti del suo gioco imperiale; vuol dire i petroli dell'I– raq, dell'Iran, .d1 Bahrein, e moite altre cose ancora. Qui essa aveva .urtato, albi fine .del secolo scorso e al principio dell'attuale, .con la Russia nel settore orientale (Afghanistan e Iran) .e con la Germania in quello ,centrale (ferrovia di Baghdad), ma ad entrambe era riuscita a sbar– rare l'accesso .ali'Oceano Indiano, mentre il conflitto .con la Francia nel settore occidentale (Siria e hinterland), scoppiato alla fine della prima guerra mondiale, aveva avuto un'im– portanza .assai più limitata e si era comunque risolto in breve. tempo. Il ~istema r~e perfettamente alla prova durante la nuova guerra. Soltanto neU'Iraq si manifestò un'incrinatura, nella primavera del 1941, in .cui la Germania tentò inserirsi, ma non ne ebbe il tempo, ,perchè bastò un mese ald'Inghilterra per risi 1bilire la ·situazione. La grande operazione a tenag;ia con– tro il Medio Oriente, le cui due branchie erano nell'autunno 1942 a Croznij, nel Caucaso e ad el-Alamein, alle soglie d·eUa valle del Nilo, era stata inaugurata troppo .tardi, romeno per qu,-~ che concerne l'azione attraverso l'Egitto, che avrebbe potato esser tentata con più fortuna all'atto dell'intervento in .l(Uerradell'Italia. L' eclisse della Francia nella prima fase della guerra permise la trasformazione della Siria e del Libano in Stati indipendenti e quindi la sua e!iminazione, alla quale invano Parigi tentò reagire dopo la liberàzione. Per contro la gutma po1tò al rafforzamento dell'influenza americana che già si m·anifestava attraverso le concessioni petrolifere otte– nute neU'Arabia saudita, e all'intervento sovietico, oltre che anglo-americano, nell'Iran. Oggi tutto il Medio Oriente è in movimento, e i pro– b:emi che vi si- agitano sono numerosi e complessi: qualcuno anzi, come quollo del!'Azerbeigi'an ,persiano e de'.LlaPalestina, ha dato luogo a incidenti clamorosi, atti a mettere in serio pericolo la pace. C'è anzitutto la questione araba. Quattro Stati arabi indipendenti si erano costituiti in quella zona dopo l'altra guerra, due dei quali, Egitto e Iraq, legati da trattati di alleanza con l'Inghilterra, e un terzo, l'Arabia Saudita, alli– neatosi egualmente tra le Nazioni Unite durante la guerra; altri tre, Siria, .Libano e Tmnsgiordan'ia, hanno ottenuto la indipendenza in conseguenza della guerra recente, i primi due già nel corso della guerra, la Transgiordania il 22 marzo di quest'anno, con fa contropartita di un trattato di alleanza che consente larghi diritti alla Gran Bretagna. I sette :Stati si sono poi costituiti, fin dal 22 marzo 1945, in una Lega Araba che fa sentire energicamente la sua voce e con cui l'Inghilterr'a deve ormai fare i conti. Dal problema generale dell'indipendenza dei paesi arabi altri numerosi ne discendono. C'è stato dapprima il passo siro-libanese all'O.N.U. contro il prolungarsi dell'occupazione f~anco-inglese: non è stato difficile alle due parti mettersi d accordo, nonostante il veto sovietico che impedl il 17 feb- braio la risoluzione in sede a, Consiglio, e nella prima metà d'aprile lo ·sgombero delle due repubbliche era' un fatto com– piuto. C'è quello, ben più importante, dell'Egitto, che chiede una revisione del trattato anglo-egiziano de1 1936 la quale comporti il ritiro delle truppe britanniche dal ~erritorio na– zionale: il Governo laburista, aderendo al desiderio, ha ini– ziato trattative per la revisione, ha promesso l'evacuazione (7 maggio), ,e ha .fatto intanto evacuare la cittadella del Cairo (4 lug;io). L'Egitto per altro pretenderebbe vedersi ricono– sciuta anche la sovranità sul Sudan, per la quale non può tuttavia invocare il diritto di autodecisione nè quello della libertà dei popoli. Ma, mentre i negoziatori studiano le clau– sole atte ia meglio garantire all'Inghilterra, anche per I' avve– nire, la S'icurezza def Canale, Londra pensa come .sostituire le basi permanenti che così viene a perdere, alla qual biso– gna potrebbero forse rispondere Caifa in Palestina e Tobruk nella Marmarica, se non anche come sostitùire il Canale stesso con un altro corrente in territorio palestinese. La questione di Caifa, che interessa anche come sbocco dell'oleodotto dell'Iraq, ci porta a quella assai più scottante· del problema palestinese. Esso dura insoluto dal!' altra 1 guerra, da quando cioè .fu costituita la sede nazionale ebraica in Palestina; più commissioni d'inchiesta visitarono la regione formulando progetti, célebri quelli del 1937 e 1939, che non poterono ottenere l'adesione degl'interessati (a!l'ultimo si op– pongono risolutamente gli Ebrei). L'Inghilterra si sforza di non urtare ,troppo nè g<}i uni nè gli altri, ma le ,posizioni dei due avversari si sono talmente. irrigidite che sembra difficile una soluzione di conciliazione: e il vicepresidente del Comitato arabo di Palestina ha recentemente dichiarato in modo espli– cito che « la Gran Bretagna deve scegliere tra noi e g;i ebrei ». Per- una soluzione che tenga conto in primo luogo degl'inte– ressi degli ebrei premono invece gli Stati Uniti, che. hanno all'uopo accettato di far parte di una ennesima commissione d'inchiesta. Questa commissione mista anglo-americana ha redatto una relazione, resa ,pubblica il l O maggio, ·con cui propone fra l'altro l'immigrazione in Palestina entro l'anno di centorrula ebrei ,già perseguitati dai nazi5ti: la Conferenza araba di Bludan ha immedlatamente respinto il progetto, in– vitando gli Stati Uniti a non ingerirsi negli· affari palestinesi, Bevin si è mostrato titubante, i sionisti estremisti hanno rea– gito scatenando una campagna di terrorismo, culminata nel– !' attentato del luglio al quartier generale britannico di Geru: salemme che ha cagionato 109 tra morti e scomparsi e 47 feriti. Ora una grande conferenza per la Palestina è prevista a 1 Londra ,per Ja #ne d'agosto p i primi .di settembre ,e ad essa parteciperanno gli Stati della Lega araba e i rappresentanti dei due gruppi etnici palestinesL Ogni sforzo sarà certamente fatto da parte dell'Inghilterra per risolvere il problema sulla base del predisposto progetto di feqerazione: ed è presumi– bile, per quanto difficile possa sembrare dopo le precedenti esperienze, che .una soluzione sarà adottata. I paesi arabi debbono d'altra parte pensare che è nel foro interesse andare incontro alla buona volontà dell'Inghilterra, poichè se il problema dovesse risolversi in sede di O.N.U. come è vero– simile, in mancanza,_ di un preventivo compromesso, sarebbe più facile alla te.-;iebraica trovare appoggi in seno a1 Con- sigiio .ed .a!J.' Assemb1ea. ~ Altre novità sono da attendersi nel settore arabo del Medio Oriente. E' noto come Abdallah di Transgiordania, il sovrano arabo più legato alla Gran Bretagna, elevato il 25 maggio alla dignità regia, ltspiri a un dominio più corui-

RkJQdWJsaXNoZXIy