Lo Stato Moderno - anno III - n.14 - 20 luglio 1946

LO STA·TO MOD~RNO 319 serba che croata, per sua natura più conservatrice, .:ontinuò tuttavia ad essere, come era sempre stata, fieramente avversa al regime di Tito. Macek, le<ulier dei contadini croati, fuo– ruscito ~ Parigi, si dichiarò fedele a re Pietro. Subasic, aHora ministro degli esteri nel governo di Tito, ma rappresentante del partito di Macek ,riteoo'e opportuoo dare le dimissioni, motivate da una presunta malattia, e passò così larvatamente aJ.l'opposizione. Gruppi di resistenza si formarono fra i con– tadini croati (tali gruppi furono da Tito chiamàti kamiscia:ri, cioè predoni), - mentre fa popolazione de'lle campagne serbe nutriva inalterata la sua simpatia per Mihailovic e per re Pietro. Si -parlava di una sommossa generale per la primavera del 1946; ma la scarsità di armi, ed infine la cattura recente di Mihailovic, hanno posto per ora termine a tali tentativi, tanto più con le truppe russe così vicine. Ma è sanata con ciò la situazione interna jugoslava? Non facciamo previsioni, ma la storia non ci pare finita. Forse il processo a Mihailovic non fa che aprirne un altro capitolo. Ma non si tratta solo di Tito e di Mihailovic, di serbi e di oroati. Forse la storia non avrà fine che quando la Jugoslavia sarà di nuovo Hber~ da influenze esterne e cosciente della sua individualità, così come l'Europa sarà di nuovo veramente Europa, quando saprà riprendere coscienza di se stessa, e, liberatasi da quei legami di esterne rivalita che oggi da legano, la dividono e la umiliano, saprà di nuovo far udire una voce feconda di solidarietà. UGO ZOVETTI UNA COS111UZ101VE BOCCJA1A Nel progettt> di costituzio e elaborato dall'Assemblea Costil'llente francese, sottoposto all'approvaztione del corpo elettorale il 5 _maggio 1946 e da questo •respinto, lo spirito di .dottrina - ohe è tant!a parte del. cosiddetto esprit de gauche - sembra abbia vdlruto prèndersi la ,!wincil'a sul 1875. La terza Repubblioa, nata dalia tenace volontà d'una minoranza ,repubb~cana e dalLa illliPotenza deille frazioni monarohdche, aveva vO'luto.prudentemente prender corpq at– traverso la soluzione dei concreti problemi .politici e costltu– zicmald:e la stessa situaziooe parlamentare non meva nep– pure consentito che si elaborasse un'unica carta statutaria. Le Jeggi costil'llzionali discus~e e approvate dail' Assemlblea versagliese erano state tre: quella del 24 febbraio 1875, re– lat'iva all'organizzazione del Senato; .quella oel · 25 febbraio 1875, rebativa ali'organizzazione dei .poteri pubblici; quella del 6 ruglio 1875, sui ,rap.pooti dei .poteri pubbdJC'i.Nessuna dichiarazione ru carattere generale, o <llchiarazione di prin– cipi, era così stata inserita negi~ &btifondamenta1i: nè la rni– noraruza repubblicana, 1 in =i, se non mancavano i dottrinari, prevalevano gli ingegni duttili e sagacemente realistici come quello di Gambetta, aveva ritenuto di doversene dolere, paga di avere, quasi miraèolosamente, strappato la Repubb:ica alla inerte volontà dei horbonisti, degli odean•:sti e dei bo– napartisti. · Ma •i dottrinari .fu-ancesi' del 1946 hanno voluto, dice– vamo, prendersi la rivinciba: '5U134 articoli <lei progetto di carta costituzionale una quaran~:,Oa appare dedicato alla di– chianizione dci diritti de}l'uomo, e precisamente delle li– bertà e dei -diritti socialti ed economici. iSi <tratta, in verità, dii una più che rispettabile elaborazione, ispirata a quei nobili concetti etici che debbono essere la sorgente ispira– tiva degli istituti democratfoi, appa,rfilnendo ormai al pa– trimonio intellettiuale e morale deJ1.'uomo moderno: assai spesso, tuttavia, non sembra si sia t·ufficientemente tenruta presente J' ovvia aecessità di una distdnzione fra emmciaz'io– ne dli principi che hanno ila vmù di potenziare determinati diritti - cìm una -diretta guarentigia costituzionale come quel.Ji relativi alle libertà individuali - ecl: enunciazione di prin– cipi ohe necessariamente rimangono aldo stato aistratto e ge– neiico: a tacere di definizlioni, come queL!a della proprietà, che assai ipiù utilmente possono essere inserite nel codice di diritto privato, e .appaiono fo~.Jate, .del resto, con llÌ sapiente icompromesso fra oppooti .principi, ,che 4'imi:dlabilità dell'dstituto, riaffermata ,per rassiourare i ,milioni di elettori rura:li e i piocoli borghesi di Francia, finisce cdli' :rcqudstare un colorito fortemente ironico e tutt'altro che rassicurante. Senza dubbio, ila costj_jiurzione di uno Stato che VU_?t pre- sentare al nìondo, dopo la sangui<nosa tragedia dell'a guerra. della disfatta e deH'mviasione, un nuovo vÒ!to politico e s~• oiale, può e deve conten~e alcune dichiarazioni di prinfo.! pio, che debbono essere il manifesto co1 quale i'l popol'o al!• nuncia al mondo Ja stipulazione <lei nuovo Patto Nazionali!-, e dichiara i valori .universali che esso si dà missione di in- 1ter:pretaree affermare. Ma i buoni intènditori intenderann9 5empre che una realistica sobrietà <leve essere ,in proposito stretta regola, anche ·perohè nella pratica corrente non sia !troppo crudo j,J contrasto fra le ,buone intenzioni, dd cui sono lastricati tutti gli Werni - confessionali o laici , e le consuel'\ldini quotidiane, nelle· quali da transazione còi principi è norma quona e di doverosa 0'5servanza. E - •a proposito di confessionalismo e d!i laicismo - iconverrà rileva•re come ,ne} ,progebto, all'art. 13, L9istabilisse che .Ja "libertà dd,cosoien:ziae dei ouliti è garantita dalila neu– tralità dello Sl'ato <li fronte ,a <ttuttele credènze e a •tutti i culti, e in ,partiicolare daOOa separazrone delle Chiese e dello Stato e dal ca,rattere laico dei !Poteri ,pubbl.ici e <lel pubblico jnsegnamento. Sulila formula della separazione come con– seguenza deil.J'af.fermata neutralità deHo Stato in materia confessionale, ci 15arebbe, dal punto di vista teorico, da <li– =tere, e sarà bene anche disouteme, m altra sede: ma giova qui porre in rilievo come malgrado la pote~ del partito .repubblicano cat!tolico (che del rçsto non coincide '5e non in parte con .quello .demooratico cristi-ano nostrano, ,non fos5e altro <ihe !Per Je lSue sohiette origini resistentfisti– ,che) la ti:adizione il,aioa deUa terza Repubblica non· abbia sofferto smentite, ed ogni velleità ,u1tramontana abbia do– -vuto battere in ritirata. Per quanto riguarda le tistiliuziion-i della Repubblica., tro– neggia ,lira di es5e, dominando .tubte ,le Gltre c<>Ha maestà della investitura po.potare, Ja Camera unica, 1' Assemblea Nazionale, che .sola ha diritl'() di legiferare, nè ha - si badi bene ..:_ facoltà di delegare, jn tutto o in parte, questo di– -ritto, neppure qlli\ndo Ja Repubblica sia dichiarata in pe- - ricolo. Le ipotesi della iguerra e deH'invasione - fantasmi sanguinosi che ancora ossessionano il: mondo, mentre nes– suno può dire se siano {'.ombra sinistra del passa,to o la immagine minacciosa dell'avvenire - non -hanno disarmato i democratici dottrinari: 'il Governo non awà mai i pieni po– teri. O meglio, li avrà e potrà allora fame un uso dittato- ; .rii.rle:·perchè i democratici dottrina,ri sono a1trettanto pa– trioti quanto gli altri, e domani, .in caso -d'inecessità, se dalle Ardenne dovesse ancora una volta soffiare ili vento infuoca– to della guerra, il Governo otterrebbe 15enza d.iiooussioni i pieni poteri, e i <lottnnari uscirebbero a testa a:lta da iPa•

RkJQdWJsaXNoZXIy