Lo Stato Moderno - anno III - n.14 - 20 luglio 1946

LO STATO MODERNO 317 che l'Inghilterra riteniamo non dovrebbe trascurare ramicizia di un paese che è pur sempre, con 46 milioni di abitanti, al centro del Mediterraneo. Nelle tte sedute del 12 luglio i « Quattro » hanno final– mente approvato gli schemi dei trattati di pace con l'Italia, la Finlandia, la Romania, l'Ungheria e la Buìgaria che dovranno ora subire il vaglio dei Veol:'l.lno:con le riiserve tuttavi•a di Beviin, i'l ,quale ha elencato .otto punti~che l'Inghilterra in– tende veder chiariti o modificati prima di procedere aUa firma, Essi hanno Jndltre concluso l'esame di a.Jcuni dei prin- cipali aspetti del problema tedesco senza risolverne, come si è detto, n~uno; infine Bevin ,e Byrnes hanno affrontato il problema a,ustriaoo, proponendo .di addivenire alla urrifi-' cazione amministratiw delle zone di ooc~pazione e alla ela– borazione anche di questo trattato di pace, per poi disporre la evacuazione de~a Repubhlica, oruiressa dal peso dei quat– tro eserciti d'occupazione: ma Molotov si è recisamente op– posto, e ogni cliscll'5sione in ,proposito è stata rimandata a tempi migliori. Il che conferma una volta di più quel che si diceva in principTo._ ANTONIO 'BASSO IL PROCESSO -MIHAILOVIC Una hy1ga e complicata storia si è conclusa in que– sti giorni. Come in ogni storia, c'è chi vince e c'è chi perde. E chi perde paga, perchè perdere è '5tata sempre, in politica, una colpa. I principali attori di questa vicenda, sullo sfondo di quel puzzle storico, politico ed etnico che è la Jugoslavia, sono il generale Draga MihaLovic e Josip Broz, alias Tito. Questi gli attori di ,primo piano; g:i attori anonimi sono i 700.000 morti (ma a un milione e mezzo ascendono, secondo Tito, le perdite complessive subite 'dalla Jugoslavia dall'apri:le 1941) de:l'implacabile guerra civile. In questa lotta s'iruerisce, e domina ad un certo mo– mento, una .più ampia rivalità: Tito, Mihailovic ed i loro seguaci, ed i loro morti sono le· pedine di un gioco ben più vasto, quello impegnato fra oriente' ed occidente per il do– minio dei Balcani. La storia ha avuto oggi il suo epilogo col processo•di Draga Mihailovic. Ma il processo all'uomo, anche in questo caso, :non si poteva fare. Arx:he in questo caso l'uomo non è che l'espressione di una situazione _politica,di un dram– ma ben più vasto in cui, come neJ:e tragedie greche, é è chi è destinato a soocornbere, inrupendentemente dai suoi meriti e dalle sue colpe. Questo è, a,ppunto, il lato tragico della vicenda. Nurla più dei fatti varrà ad illuminar:a. Prendiamo, come punto di partenza, rl marzo 1941. Il governo Zvetkovic, dopo alterne vicende, fir.ma il patto Tripartito. Breve è la sua durata: :a popolazione è prevalentemente antitedesca ed anglofila; pertanto, malgrado i successi tedeschi, alti ufficiali de:!'esercito, capitanati dal genera:e Simovic effettuano il noto ·putsch, depongono il reggente Pa<1lo ed il governo ivetkovic, ed eleggono re il giovane Pietro. Parlare di mire aggressive sarebbe impropriq, p~r la stessa situazione ,politica; e tuttavia la mossa è chiaramente diretta contro l'Asse. Il 6 _aprile la Germania, il 10 l'Italia, invadono il paese, penetrandovi da Bu!garia, ·Romania, Ungheria, Austria. L'esito de:~a breve :otta è noto. Meno noto è il grado in tui la resistenza fu minata dàl:a quinta colonna degli ustascia croati di Ante Pavelic e dei comunisti. Gli ustascia erano chiaramente sim– patizzanti ,per la ee~mania, di cui si profilav!l una rapida vittoria; ma nel loro atteggiamento giocò anche in modo pre– ponderante il secolare e sempre latente dissidio che non ha ancora cessato di <}ividere,serbi e croati: ortodossi, trad~ill· nalisti, fieramente indipendenti i ,primi ( « i soldati ed, i poeti della Jugos!avia » sono stati definiti); catto:ici, più duttili e colti, e sempre più soggetti alle influenze esterne per la loro stessa posizione geografica, i secondi. · In quanto ai comunisti jugoslavi, che già da tempo erano dotati di ima loro or-ganizzazione c:andestinal, all'annuncio della con~usione del patto Ribbentrop-Mo:otov assunsero lo atteggiamento ispirato da Mosca ai comunisti di tutti i ,paesi (ricordiamo come tipico quello assunto dai 'comunis!i francesi, o con la diserzione di Thorez, già al,;ora capo del partito); per essi la guerra degli Alleati contro la Germania era la guerra delle potenze « im,peri114Stichee plutocratiche ». Come pote– vano dare ad essa il loro appoggio? La resistenza militare, minata e sabotata in tal modo, dall'interno, fu_ spezzata in dieci giorni, ,prima di ogni pessimistica previsione. Di fronte a tale collasso so;o un uomo vi fu allora clie riuscì· a racco– gliere le forze disperse e a rifugiarsi con esse neìle zone mon– tagnose de:la, Serbia occidenta,e e della Bosnia orientale (la così detta Ravna Gora, <la èui il nome di rovnogorzi ai par– tigiani i'vi resistenti): Mihailovic, allora tenente co;onnello dell'esercito regolare. Da quelle zone montagnose egli orga– nizzò la resistenza e la guerriglia contro l'invasore. Di fronte a diffico.tà quasi insuperabili egii riuscì ·a riorganizzare unità dell'esercito regoìare, e a dar corpo alle formazioni oetniche ·- franchi tiratori irregolari -, tonnate per lo più da contadini, montanari e gente di villaggio, che l'avanzata aveva spinto verso l'interno. Naturalmente la .guer– riglia non potè svo:gersi, aU'inizio, che sù sCU:alimitata: sa– botaggio ed azioni di sorpresa contro colonne isolate. Soìo dopo l'attacco della Germania alla Russia '(giugno 1941) i comunisti ,parteciparono alla lotta contro la Germania e crea– rono le loro formazioni ,partigiane; fino a:Jora era stato im– possibile al capo serbo - promosso al grado di generale e di ministro della guerra - ottenere una- sia pure formale cooperazione, su _scala naziona.:e, dagli e:ementi com.unisti, e da.le bande di irregolari croati e sloveni, in .cui essi erano particolarmente nU11Derosi, ohe si erano formate in seguito al terrore ustascia. Nonostante la tardiva partecipazione dei comuni5ti, Mihailovic riU!SCì tuttavia a superare le questioni di parte, purchè fosse sarlva f.unità della resrstenz:a. Un vero fronte sarebbe ora stato possibile e la guerra civile evitata. Ma, dopo un iniziale breve periodo di collaborazione, • i comunisti mostrarono ben presto la loro riluttanza a colla– b,orare con le forze cetniche e ad accettare la guida di Mihailovic. · ·Le ragioni sono evidenti: MihaLovic era l'esponente del governo ;eaHsta di Londra, mentre i comunisti, cori gli occhi' rivolti ad oriente, auspicavano l'avvento della repuhblioa rossa jugoslava, sotto l'egida di Mosca. E Mosca, di fronte agli sforzi di Mihailovic, rispose col suo «no». Fu dapprima -Ul\ « no » diplomatico, Ag;i ordini dei commissari i reparti croati e sloveni, ora or,ganizzati in oe:IU.:e comuniste, giocarono a perder tempo. Chiesero a 'Mihailòvic armi, munraioni e me– dicinal( e lasciarono che passassero le settimane ed i mesi. Poi i bombardieri dell'Al'Ìllllta rossa cominciarono a paraca– dutare loro, quasi ogni notte, armi e munizioni, commissari ed agenti. Infine, così organizzàti, essi ruppero le relazioni con gli ufficiali di Mihailovic ed innalzarono bandiera rossa.

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