Lo Stato Moderno - anno III - n.12 - 20 giugno 1946

270 \ LO STATO MODERNO blicano i socialisti di destra, i quali avranno capito che iI loro• partito ,può ancora largamente mietere nelle classi bor– ghesi, ma deve gradualmente lasciare quelle operaie ai co– munisti, che a loro volta saranno costretti a cederne una sezione ai loro neo-rivali internazionalisti. Uno degli insegnamenti de:Je elezioni è che la tastie;a dei ceti medi è diversissima, e che è assurdo basarvi esclu– sivamente un partito politico: Baldacci, ammonendo la C. D. R. aveva ragione. Abbiamo visto che le stesse categorie sociali, si sono buttate in braccio ai qualunquisti, ai ~nar– chici, ai comunisti, ai preti e ai socialisti. Non ci può essere una politica dei ceti medi, ma ogni partito bisogna che ab– bia dei margini di possibilità. Per le .sue origini, H P. R. I. è borghese e assieme popolare, quindi può essere aperto a tutti, e allargar la sua azione. Fusione dei repubblicani (P. R. I., P.' d'A., C. D. R., demalaburisti, liberali di sinistra): richiesta delle leve di co– mando della repubblica. Se i socialcomunisti sono intelli– genti, poichè sanno che oggi la repubblica è il regime che meglio può favorire il loro giusto desiderio di elevazione dei lavoratori, appoggino i repubblicani nel loro tentativo. Grosse forze di destra, dai democristiani ai qualunquisti sono in agguato; metà d'Italia e proprio la parte più arretrata e più misera, può i:lludersi di trovare in una restaurazione quel miracolo che l'amministrazione repubblicana tenterà lentamente e pazientemente di prepararle. Chiediamo troppo aUa saggezza e alla previdenza dei nostri amici marxisti? Facciamo troppo conto sulla loro comprensione? Presto o tardi (se ,pur non è già cominciato) verranno a conflitto con la D. C. e possono sperare di trovare appoggio solo nei re– pubblicani, laici e, diciamolo pure, anticlericali. Nè li avran– no nemici nelle necessarie riforme economico-sociali, per– chè la tradizione repubblicana è _schiettamente democratica, e ha grandisSilllo rispe~to della personalità umana. C'è chi favoleggia di un connubio tra socialisti e de– mocristiani, che rigetti i comunisti ali' opposizione ·(e proprio in questo caso, i comunisti, che mi pare abbiano toccato or– mai il loro coefficiente di dilatazione, accrescerebbero le loro schiere, e la loro presunta pericolosità rivoluzionaria). Stolti sogni delle destre, che non capiscono come i due par– titi marx.isti siano come le sorelle siamesi, che anche quando litigano non possono separarsi. I borghesi spregiudicati non mirano li; bensì a cavare il miglior frutto dal metodo demo– cratico dei contrasti, a giocar gli uni contro gli aitti. E, a costo di scandalizzare, sostengo che il pericolo oggi non vie– ne da sinistra ma da destra, dalla coagulazione tra democra– zia cristiana e forze monarchiche e qualunquiste (cioè ex– fasciste) ohe si è verificata il 2 giugno: S= i' Empi.Ire, très impériilllisws Ils auroient voté pow- l'Emp'reur Sdus Boukmgp, très boul.angi~es, Bcndanger ava:i:tJieurfaveur. Mamtertmt nous somm1es en République Ils vot' nt pour elle; ça :,e conçoit Et, dans un élan magnifique, Demam... ils fXYt'erontpour le Roi. ARRIGO CAJUMI CORBlNO E' UN LIBERALE? E' proprio vero .che in ~questo nwmento in Jtalia nes– suna {!tichetta è valido pe·r un uomo politico, .e ti imbatti magari in ~m atto ~iberale di tm •comunista rper inciampare poi in provvedimertJi chi(lTamente illiberali presi per esem– pio do Garbino che liberale si professa, che, essendo me– ridionale ed economista, presenta due buone ragioni per es– sere creduto 1 tale, che ,cieli'antico illuminista napoletano ha persino i tratti ,fisici, la .vivacità •del gesto, il gioco ,rapido degli occhi, e sin la voce stretta e 'penetrante co,ne un ago. E allora come va, Garbino, quell'art. 7 del D. L. L. 19 aprile 1946 N. 321 contvmente norme per i concorsi ad agente ,di cambio e per ,il funzionamento delle .borse valori che così ~ncnedibilmente quanto testualmente recita: ,« la ammissione al rconcorso può essere negata con decreto del ministro per ,il Tesoro, non motivato e insindacabHe »? Ma co1ne? Anche in democrazia esiste dunque un po– tere ministerial.e capace di emettere provvedimenti non mo– tivati e insindacabili? E che ,razza di protnJedimenti, poi! Incidono diretta– mente sulla professione, sulla ,eco11omiadi un cittadino, sul suo destino insofnma. E, peggio ancora, 1wn ci .si limita ad impedire a taluno l'esercizio di una pi'Ofessione, che è già arbitrio intollera– bile quando a questo tal,uno non ~- dice a chiare ;note il perchè del/'esclusione, ma gl-i ,si impedisce 'addi·rittura un concorso ohe può •essere un semplice esercizio di cultura, una semplice acquisizione di titolo. E, badote, ali' art. 2 dello' stesso• decreto il signor Garbino .ha richiesto per 'le ,domande di ammissione al ,concorso il corredo, tra gli altri, dei se– guenti, documenti: « certificato generale del casellario giu– diziario; certificato di buona ·condotta, rilasciato ,dal sindaco del Gomune di residenza; ,oertifioato di notoria moralità e correttezza ,commerciai.e, rilasciato dolla competente Camera di commercio, industria ie agricoltura ». Il che ,significa che uno può essere un fior ,di galantuomo per ,I' autorità giudi– ziaria, per il sindoco, rper gli ambienti commerciali, e tut– tavia il signor ministro con un grazioso colpo di penna • non motivato e insindacabile ». può .farlo apparirè -agli occhi di tutti un fior di farabutto, immeritevole di ese itare una professiorie. Professione ,delicata? Ma appunto per q!festo ci vuol delicatezza da parte di tutti, aneli-e da parte del si– gnor ministro. O che Corbino, liberafo meridionale e quindi nutrito di senso storico e co11creto, è di quelli che credono ,che la libertà vive negli astratti schemi della Gostituzione ·e negli inafferrabili cieli ,dei principi generali? Noi diciamo invece che la Ubertà è tal cosa, che, se esiste, permea di sè la vita di tutti e d'ogni giorno, ,e che il primo concetto cor– relativo della libertà è la responsabilità dei signori ministri, e dove c'è l'arbitrio del « non ,motivato ed insindacabile » non c'è ,nè la responsabilità idei ministro,· nè la libertà del cittadino. Signori \ministri, articoli di legge di questo genere il popolo italiano 1110n li tollera più. Una volta si sapeva che essi coprivano la rmancanza di una tessera. Oggi non. vor– remmo che coprissero la mancanza di tre, o magari di quattro. · M. P. Leggete e diffondete "LO STAT·O MODERNO " Abbonamento dal 1° luglio al 31 dicembre 1946: L. 240 Soc. An. RUSSO · EDITORE - MILANO ..- C. C. Postale N. 3/30908

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