Lo Stato Moderno - anno III - n.11 - 5 giugno 1946

LO STATO MODERNO bleuti 1esta rin~iata alle calende greche: la prossima Con– ferenza di Parigi prenderà in esame aocora ,una yolta il problema italiano, ma senza grandi probabilità di successo se, -al di là e al di sopra dei problemi ~ioamente no– stri, non si produrrà nei .rapporti tra i princ.pali protago– nisti delt' equilibrio mtemaziona?e qualiche sensibile sposta– mento. ,E a meno che l'esito, in uno o ,in aitro senso, della consultazione elettorale in Italia non dovesse di per sè in– durre a diverse considerazioni l'una o l'altra delle Potenze alleate. . La seconda sessione .de1 Consiglio dei Ministri degii Esteri aveva durato, come la ,prima, tre settimane, e come la prima si era conclusa senza ,un comunicato ufficiale: pare però che alcune questioni (Isole del!' Egeo, Alto Adige, flotta) del trattato con l'Italia (quelli ba'lcanici avrebbero fatto maggiori progressi) siano state .risolte in linea di prin– cipio, il che, a 32 mesi e _JllilZZO dall'armistizio e a più di un anno dalla totale cessazione ,delle ostilità in Europa, non è certo mdlto. C'era un progresso formaJe, nel senso che la prima si era .conclusa .con una ,rottura ,e la seconda si concludeva con un rinvio; e, per noi, .c'era, o ahneno si preannunciava, chè la firma non ha potuto ancora aver luogo al momento .in cui scriviamo, un miglioramento delle clausole deM' amristizio. U 27 maggio riprendeva il lavoro la Conferenza dei sostituti, .che i} giorno stesso .ascoltava l' esposizjone !lei marchese di Soragna sulle ,questioni della frontiera con la F~ancia, e nei giorni seguenti continuava l'esame .dei vari problemi (il 30 j,l conte ,Carandini era chiamato ad espor– re, in contraddittorio .col ,ministro austriaco Grueber, la no- . stra tesi sul!'Alto Adige), al fine di sgombrare ,quanto più possibile il terreno alla terza sessione dei Ministri degli Esteri. Ma il problema, ancora una _volta, non è tanto di esaminare .il diritto o il torto delle differenti soluzioni pro– spettiate dalle parti in causa, chè se cosi fosse molte que– stioni sarebbero state ,già -risdlte, quanto di ifisolwre il conlilitto che, in una sfera più alta e più vasta, divide la Russia dagli anglosassoni. Ondé la proposta americana di definire direttamente la questione del trattato, o dei trat– tati, allia Conferenza dei Ventuno, cioè alla vera .defini– tiva Conferenza .della Pace, che avrebbe potuto con mag– giore autorevolezza e più decisa maggioranza pronunciarsi per 1e tesi che ragionevdlmente fossero appar~e le migliori, incontrava l'opposizione di ,Molotov, ben deciso a non ,pie– garsi a soluzioni ·sgradite al suo .governo: e _allora meglio valeva cercar di dirimere le divergenze nella camera cha– ntaffs dei Quattro anzichè ,portarle di fronte al pubb!ico dei Ventuno, che àvrebbe reso meno facrle l'eventuale do ut 11es. , , All'ultimo momentò si annuncia come probabile un in– OOl)tro fra Truman e ..Stalin, che dovrebbero addivenire lllia conclusione di un trattato venticinquenna:le di amici– zia, P!evia soluzione de~e questioni pendenti. ,Se cosi sarà (anche se la soluzione sarà .dettata da considerazioni con– tingenti e non sarà 'ancora quella ,che potrà veramente re– golaTe per ,un quarto di secolo J rapporti fra le due ,Po– tenze, per la quaie mancano ,tuttavia i presupposti) o se un analogo compromesso potrà essere raggiunto in altra separta sede, la terza sessione del Consiglio dei Ministri degli Esteri potrà forre formulare lo schema di trattato di pace con l'Itwlia, che però solo dopo la Conferenza ,della Pace e la SUICCessiva stesura da. parte delle grandi Potenze nella forma definitiva, cioè non prima dell'autunno, potrà divenire realtà. Allora finidmeute ...: se le soluzioni adot– tate saranno state quelle, conformi a giustizia, ,che noi au– epkhiamo - potremo trarre .un sospn-o di sollievo: ma è pur .sempre triste .che, dopo due guerre mondiali ,e dopo tante promesse e sperenze di un mondo migliore, la solu- 2:ione dei problemi da cui d4>ende la sorte dei popoli ,i debba attenl:lere non da uno spassionato emme delle raj ,gioni dell'uno e dell'a1ti-o, ,na dall'urto di interessi fra le Potenze maggiori e dai compromessi che qualclie veilta esse riescono liaticosamente ad abbozzare. A.' BASSO IL SELLA I O- Favola d'ogni Umpo C'era una volta un maestro Mlaio, cm valente, buon sellaio. Faceva selle che _rum avevan nesauna analogia oon le sel/.e dei secoli passati nè con selle ·wrchesche o giapponeri; erano selle moderne. Ma egli neppure lo sapeva; sapeva solo che faceoa delle selle. E le faceva de/. suo meglio. ~ , Ma eoco manifestarsi nella città un llingcnare moof.. mento. Lo !Si diqeoo ',l'ecessione .e I pretendeva, quel mooi– mento, che ·non si producessero che oggetti ~i. Saputa la cosa il sellaio, presa una delle migliori sue selle, si presentò ad uno dei capi della secemone e gll disse: • Signor prafes$0re •, giacchè i di~i del movi– mento erano stati fatti subàto professori, « signor profenore/ Ho udito dei loro programmi. Anch'io sono un uomo mo– derno, anch'io vo,,rel lhvorare 11Wdemamente. Ml dica un poco lei: questa mia *lla è moderna? • U profe6sore, data un'oochlota a11a aellà, tenne • al ael• /aio un lungo discorso del quale costui non riwcl a coellert! che alcune parole che tomavanc con Insistenza: « art\! nel– r artigianato•, « individualltd », «moderno», « Hermann Bahr », « Ruskin », « arte appl.icata •• ecc. Mo il n,oco era questo: M, questa sella non è moderna. 1-l sellaio se ne andd molto umiliato. E cl p(en.,ava, la– vorando, cl pensava. Ma per quanti sforzi facesse per 'OCCO· starsi agli alti propositi che aveva <JSC(Ht.ati, mm gU usciva dalle mani che la vecchia seNa. Turbato tornò dal professore e r}4 confidò la sua 'PffiO. il professore, esaminati I tentativi del sellaio, gli di#e: « Caro uomo, vede, eJla non ha fantasia •· Si, si trattava (;/erto idi queste; evidentemenre 'tigli non ne aveva. Fantasia/ EgJ.i non aveva mai neppure supposto clwJ oc– corrresse averne per •lavorare di selleria. Chè 116 ne tW111ae avuta, sarebbe divenuto pUtore o ,scul,tore, poeta o com,po– sitore di TTWSi,ca. Al che tl "{Jf'Ofessore gli disse: « Tomi domani. E proprio nostro compito aiutare l'artigianato e fecondarlo con Idee nuove. V ed1'ò io che cosa si possa fare per l:ei •· Quel giorno dettò In classe come ,tema di una pa: pro– getto di sella. L'indomani il saNaio tornò, Il "{Jf'o/essore fu in grado di mostrargli quarantanove progetti dl seile. Gli alUevi 1101T erano in real.td che quaramaquattro, ma cinque ,progetti .U aoeva traccia/Ji lui ste8So. E proprio quei cinque intendeva espo,ii nello • studio • (1) giacchè v'era in essi della Sl!imoi.ung (2). Il sellaio considerò funga.mente i disegni e gli occhi gli si facevano via wi più chimi. E floo/.mente dl.tse: « Signor professore/ Se io comprendessi cori poco del cavalcare, del cavallo, del cuoio e del lavoro come •lei; allora aore4 ooèh'lo la sua fantasia •. E da allora in poi vilwe felice e soàdlsfa#o, e fece ,elle. Moderne? Egli 1iOn lo sa. Selle. (anno 1900) ADOLF L008 (1) In tt1t'lianonell'originale tedesco. (2) Lntraducibile. Significa alcunchè tra acçordo, ritmo. ICID– tlmento, intonazione.

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