Lo Stato Moderno - anno III - n.11 - 5 giugno 1946

LO STATO MODERNO .i 261 RASSEGNA DELLA STAMPA ITALIANA L • eclisse liberale Tre liberali: Filippo Burzio (L'eclis– ae liberale, La nuqva. Stampa, 19 mag– gio), Paolo Serini (« Non ecllsse ma rinnovamenio •• L'Opinione, 22 mag– iio), ed Enrlco Alpihò (« Vitalldtà del libiralismo •• n Secolo liberale, Geno– va, 22 maggio) propongono agli italiani (11<JPrattutto il Bumio) e S®li erettori in particolare (soprattutto agli altri due sat11Jttori, più s~te.• mIDtanlt!) le ragioni e le caxeme dJaJ. movimenw po– litico liberale. Partono da una consta– tazion~ comti.ne , che il Burzio esprime nel modo più chiaro: « In Inghilterra e nei vari paesi europei si con.tinua ed accentua, finora, un· processo di deca– denza elettorale del liberalt~o, ~ni– ziatori a partire da.lil'a.ltro oopogue,,ra, a favore dei cosiddetti partiti di mas– sa; e non vi sfugge, sembra, l'Italia, dove· pure al liberalismo ri deve l'uni– td patria e il buon governo del paese , durante sessant'anni •· L'Alpino preci- 1ia l'analisi di questa decadenza: • Il trionfo dell'idea liberale ... tra il 1900 e , Il 1914 era il frutto, come poi si vide, nor, tanto di una maturitd politica, ma del concorso di circostanze eccezio– nali c/:le si riassumonb netta capacitd della <:lasse dirigente, neLVaccresciuto benessere economico e nella pace in cui da. lungo tempo viveva l'Europa ... Ii primo colpo al regime liberale fu da– to, ironia delle cose, pròprio dal libe– rale Giolitti eh.e, superando le stesse richieste della estrema sinistra, fece approvare nel -1911° i! sùffragio univer– sale... Perdurando la pace e il benesse– re economico l'atto di Giolitti avrebbe certamente condotto a quel rafforzà;– mento del regime liberale che era . nel– le sue intenzioni. Venne invece la guerra. trauma troppo· forte perchè l'organismo dello Stato italiano potes– se sostenerlo. H. fascismo_ ne approfittò per instaurare la dittatura E la prima vuerra non fece poi altro, in sostanza, che affrettare i tempi dell'avvento•dei cosiddetti regimi di massa •· Questo avvento ~Ile masse, significa, secondo il Burzio, mutamento della classe di– rigente, che « tende ad essere compo. sta, in larga misura, non gid dalle mas– se, ma dagli 01ga71izzatori e agitatori delle m,_asse,dalla burocrazia dei par– titi di massa •· Non solo: l'eclisse del liberali significa « l'avvento dei senti– menti di massa. dei gusti e dei costu– mi di massa, dei miti di massa•· Qua– le la reazione, quale l'avvenire del li– beralismo? Il Serinl e l'Alpino scorgo– no la reazione- vita\e dd liberalismo In un mondo che mi sembra piuttosto scolastico-culturale che politico: per lo– ro la vitalità del liberalismo consiste soprattutto nell'opera crociana di revi-' sione del concétto di libertà; ·nello· svtncolimento teorico del liberalismo dal liberismo; nella recente afferma– zione della religione della libertà. Il. Serini in partlcol~ ritiene che nes– suna concezione etico-politica ha elabo-, rato un ideale superiore a quello libe– rale: più pro!ondamente, il Burzio ve– de, malgrado la deca~enza elettorale, 11 pw:- contrastato ma mevita•bide sw:ces, · so del liberalismo, .nel fatto che anche la coscienza di ma~sa avverte oggi che non si vlv;e .di solo pane; che nelle masse stesse si formano quelle élites che si dirigono verso il gusto pelia singolarità e della iibertà come affer– mazione di cultura, gusto che supera il costume di massa, e nello stesso tem– po potrebbe lentamente penetrarlo: e in ciò egli rileva una sorta di successo, per il quale il liberalismo si di.ftonde,. si, in ogni ceto, categoria, -partito, ma ad evidente discapito della sua speci– fica politicità. Dei tre scrittori, il Bur– zio cl sembra il solo. che avverte la ne– cessità di una duplice via; ideologica. e sociale, per la quale il liberalismo po– trebbe riconquistare Importanza politi– ca, di fronte alla ben più immediata ed efficiente persuasività ldel.l,a reli-· glone democristiana c;i· di quella comu– nista»: « Detto in due parole, perchè una ideologia liberale riprenda · su vct– stissima scala, occorre, a mio avviso, che si modifichino le condizioni di vi– ta imposte dal grande industrialismo, che si riducano i mostruosi agglomera-. ti urbani, che si decentri e ruralizzi la industria, per modo che la. pericolosa e deteriore « mentalitd di massa » si af– fievolisca: è qu,esita la • terza vta » fra capitalismo e comunismo, jndicata da. Roepke e dal demiurgo, ed è la grande via risanatrice dell'avvenire ... Circa l'e– poca in cui ciò avverrd, lo sa Dio. Quanto alta religione ... ebbene, io cre– do che occorrerd superare l'immanen– tismo, e il cosiddetto laicismo, per tor– naTe alla grande ispirazione cristiana, o paracristiana, della vita. In questo or– dine d'idee, e ·nella misura delle no– stre forze, persuadere i liberali a sen- · tirsi cristiani, i democristiani a restare liberali, i socialisti a diventare laburi– sti - ecco il programma tripartito cui ispiriamo la nostra azione». Qui si po– trebbe O':lservare che il Burzio deside– ra una cosa assai curiosa,· che si muti il fondamento illuministico, poi progre– dito in immanentismo storicistico, del Ì.iJ:>eralismo,per il vantaggio di una più equa -e oomprenisilVi! politica: senonoh.è le riforme filosmliche, chè sono riforme della logica, non si compiono al fine di raggiungere un pur-benefico (quan– do lo sia) trasformismo politico, come quello che egli Intravvede alla fine del suo articolo. Inoltre, se il liberalismo non ha oggi vitalità .religiosa, non ba– sta la buona volontà di darsela con la rinunzia all'dmmanen:tismo: 0!0CCII're una nuova radicale' esperienza della soUe– renza e della dignità umana, come et– fettlvamente la agitano e. la sentono la ideologia comunista e quella di un so– cialismo cristiano. Il Burzio vede, più degli altri scrittori, lontano, nelle ra– gioo,i della decadenza politica del li– beralismo: ma i mezzi cui egli avvisa sono artfficiosi; e possono ormai esse– re adoperati efficacemente solo da al– tri partiti e da altre ideologie, che sia– no per un lato più compre11'3lve di quel sensò di solitudine, di sradicamento da ogni tradizionale sicurezza, di n1.1da umanità, che còstlti.ùsce· là positività dello spregiato e costume di massa », e per altro tuttavia rese accorte dei, ·di– ritti della singolarità etica e cultùrale della persona, che il liberalismo ba gloriosamente bandito nel passato, tino ad estenderlo à tutti gli uomini miglio– ri di tutti i partiti democratici, ma che non può più costituire il privilegio e ·la· funzione specifica di un partito, alme-. no oggi. Il linguaggio del liberali, dirà· iol Serinl, non è ,~ibile nè fe– condo In un'ampia sfera di mas~. 'per– chè richiede l'interiore esercizio dé\la. libertà: giustissimo. Ma se è vero che esso è ditf!cile, come linguag"-10 di cul– tura, .è anche vero che il suo signifi– cato è oggi meno pregnante, appunto per la sua ottusità di fronte a quella realtà religiosa che il Burzlo ba bene segnalato come la realtà dei partiti po– lijtici comuntsti e cristian!L Un vero liberale, oggi, fa la sua politica fuori del partito liberale: Almeno finchè il. partito liberale non st·decida a rivela– re senza schermi il su.o vo1to oonser.: vatore: cosa che può anche essere ec– oellente, in politi.ca ; ma che _evi.dente-· mente confermerebbe l'eclisse del libe– ralismo. Votare per la Monarchia· Britannica Votaire per la Monamida Brd.~ca . è In sostanza il divisamento del 5ena– tore Luigi Einaudi. Lo rileviamo per paradosso, s'intende: ma vorremmo che non passasse sottintesa la parte di verità che anche questo parado55o con– tiene . .Jn un importante articolo • Per– chè voterò per 'la monarchia », tl'!l– l'Optnione del 24 maggio) l'illustre economistae!IPrimèlla sua: forte-av,versio- .ne verso i rdschl demag~i e dlttato- ·riatli delle repubbldche democratiche. Nella considerazione d1 queste, ['Eina.u– li bada à' fissare rigotosamente IJl Up., più coerente delle due possibili co.9ti– tuzioru repubblicane, quelila paria~– taire ·e queU:a presl.denzl.àlle, e sottolinlEIB per un verso i perl.ooli dai" qual( solo·a fatica Ila prima ha potuto guaa:darsi in F,rancia, mentre della S8COllda oaser:va

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