Lo Stato Moderno - anno III - n.10 - 20 maggio 1946

--- 220 LO STATO MODERNO di tipo sub-demooratico. E, ,d'altra parte, se quèsto ~ il male, bisogna convenire che è anche il ,peggiore del mali. Infatti, che C06a sarebbe oggi della nostra Jotta per là ii.e– sisrenza, dei! nostro ~tifascisrno, dei nostri proponimertti di r~ubbl.ica democratica, se JtOn ci fossero .alcuni grandi par– titi di massa a difenderli contro Ja ,marea mon1;ante dél mb– narco-Iascismo conservatoristico, un fenomeno, 1che ~ 81 ri– pete, .segno è che ha radici solide nell'anima antidemocratica degli Italiani? · Per tutte queste considerazioni, il moviJpento della de– mocrazia repubblican'a io lo interpreto piuttosto come un tentativo di costituire in Italia un partito di op:inione, un primo centro effettivo di viba democratica moderna, una pattuglia critica avanzata alla quale si apre una grande pro– spettiva di attività pubbJ.icistica con la Costituente, ma con scarsa presa sulla realtà del Paese e, direi, anche sulla .realtà internazionale, a!meno fin quando si ,porrà come partito dei ceti medi o di democrazia integrale, • La -lotta rpolitioo, infatti, ,si è ampiamente spostata dal piano nazionale a quello internazionale. L'Inghilterra cerca di resuscitare la n- internazionale socialista da contrapporre alla III internazionale comunista. Un frazionamento demo– cratico· cn ispirazione socialisba, in queste condizioni, non è che un frazionamento: è utile? ,Senza dubbio, la sua utilità critica è <legatapiù ai cerveldi che compongono il gruppo an– zichè ai gruppo in sè. Noi del fu partito d'azione apparte– niamo in ,gran parte a quel serbatoio di classe dirigente ita– liana che negò al .socialismo una possibilità di sviluppo de– mocratico ·sulla base di ~rienze anteriori al fascismo. E certamente, oggi, anche ,dopo il Congresso di Firenze, quei dubbi si .ripresentano alla nostra considerazione. Tuttavia, io mi domando ancora se il superamento del classismo fila stm:ioamente attua'le nelle ultime fasi della -lotta anticapita– listica per l'affermazione di una democrazia popolare, o non sia piuttosto un'arma a doppio taglio fornita in una società culturalmente arretra't:a ai nostri nemici dj pochi scrupoli e decisi a difendersi &o a}}'ultimo sangue. Mi domando se non sia invece, codesto superamento, una nec~tà storica obbiettiva, presente in una oocietà non ,più alterata e minac– ciata da ceti e da grup.pi che fino ad oggi ci hanno opposto il fascismo o fa Co.rana, a seconda dell'opportunità. Cioè in una .società che abbia un minimum di vitalità democratica. I .dubbi suesposti sono reaii; e più si .guarda dentro alla composizione dei partiti democratici moderati più ci si con– vince che i motivi, le leve de!lla lotta SOJ\O altrove. . A questo punto a me ,pare di dover concludere che lo Stato Moderno deve continuare sì I-a.propria funzione critica rivelatrice degli aspetti morbosi della situazione politica, te- • tenendosi però sempre più aderente a quella concretezza nel cui segno combattè le sue migliori battaglie. E, accelerando quei processi .di sintesi e di scioglimento ,d'una lott>-a politica straordinariamente fluente, badare più che a questo o qlle) tentativo, a1le grandi forze ,che si muovono nella società di oggi. ·non confondere .cioè lo strumento ideale con lo stru– mento effettivo che ci è offerto, in ,qu~ situazione e·rlOn in altre, oggi e non domani. Ciò dovrebbe impegnare ciascuno di .noi fino ad un .limite x, ,quel limite dove Ja ,celta, infine, si propone non IIOio alla nostre ragione me a quaicosa di più cl!. ~ Insieme ra9'om e passione. . GAIITANO BALDACCI PAZIENZA E' IN1 ELl,JGENZA Il (Pc,poloitaliano è civile, ~ dunque è mite. '/'lè flOÌ, f;he godemmo della ffill mit.ena in tempi di universale ferocia, ci rammaricheremo oggi fperchè essa si volge verso uomini di iparte a l')Oi ~vversa. I ,oolori ,norali o sono ,per !tutti p non sono; nè In bontà può soffrire limitai:iont dal IWO icontrario. • Salutiamo punque, ~ome segno di superiore pmltd del popolo italiano ,un poovo giornale, e diciamo pme l'!- Tempo che nel .mo primo ,numero 'ha voluto rinnovare le fi)orie della « Moitra della ,Rivolui:ione ». E legeete ;n (Prima pagina un ,cadenwto eluviro di un antico puntuale ,commentatore serotino delle elorie del re– iime, nella ter:ia rpagina 'Una s-pecie ,di bollettino fallimeri– tare redatto da ,un µomo f;he un giorno fece fortuna ,trin– gendo la mano :di ~utti i massacratori di ,ibrei e presentan– doli come campioni della civiltà ,occidentale, la pimltd cù Belsen e di Mauthausen e, nella stessa pagina pedete un saggio di acrobazia ~i uno dei :,nù ('Wti giocolieri ,della nostra epoca, ,e infine dn quarta rJJagina, e sempre dal!' estero, !ritro– verete .u~ firma f;he ,già da/l'estero servi ,con :zelo compunto Oflni pania e ogni, diciamo ~osi, errore diplomatico. Impegno ifli ,cimltà. Ecco, ci pare veramente ,un grande sforzo di civiltà ,quello di riprendere ~ 11eccatori e riportarli alla vita, anche se ,con l' evidenw ,dei loro 1Tancori,dei ioro rimpianti, delle loro tnon miti (e dunque incivili) speranu. In Francia ~ono stati più 4uri di noi fJ hanno-;mposto la pena del silen:iio. Ma già qualcuno vinche là, in quel Paese pur esso di antica civiltà e di dolente umano scetticismo, cerca nuove note e ,nuove ~trade. E' Jean 'fexcier çhe, ri– prc,ponendosi il tema 'del sileni:io coatto dello ,scrittore, COfl il pudore di chi ha ~offerto e la .generositd d.i .eh! ha vinto prima 6U sè che sugli altri, \YCrioe: « Allora? Allora non c'è gran che da fare. .Si porrebbe ~o/tanto che ,questi )Signori ,:;he non hanno saputo llspettare mostrassero oggi ,un po' di piJ– dore, come si sarebbe desiderosi che ; loro severi censori non ;mmaginassero che basta essef'e patrioti per avere del ienio •· , Sapete perchè .mi. sono piaciute queste parole? Perchè non sono state capaci di colpire l' at)t)6rsario, ~mia velare un ~aspetto di tracotanw con un ammonimento a se ~esso e , al.la p ropria parte. Mi piace la insicure:i:ia della vittoria e quindi l'umanità del vincitore. , E poi « questi signori che non ihanno saputo "aspettare ••·· Ecco, ,questo ,ci libera finalmente da ogni spiacevole im– pelino di giudii:i ,morali e politici, ci livera dalla ipaura della faziosità. Ritorna ,alla coscienza un vecchio insegna~nto tche pa– reva perduto: ,pa:z:ienw è intelligenw; non lasciarsi domi– nare dai miti che trionfano, fidare tutto e soltanto in se st.MI e 1W1lle proprie ragioni. Anche spe"°re la plmna può eHere JN&no di un tirande scrittore. Il "'8to i pan•, ~ il f)(Jne ~ di ,Utti. " VITTOR

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