Lo Stato Moderno - anno III - n.7 - 5 aprile 1946

LO STATO MODERNO 149 ogni tentativo di ricostruzione monarchica perchè monarchia non può significare che reazione; nondimeno essa è pronta al voltafaccia repubblicano, come prova l'esempio della Francia, pur di dominare. E adesso, ci sarebbe la tradizione democratica, la repub– blica di Mazzini e Garibaldi, quella a cui nel 1861, complice il Piemonte, fu fatto dall' « empia setta dei moderati », il tiro mancino sabaudo. Ma questa tradizione esiste? Non è un mi– stero per nessuno che quando la sinistra andò al potere, i più fidi monarchici furono i democratici. Rattazzi, Crispi, furono cortigiani quanto Mlnghetti e Rlcasoli, e assai più di Cavour o di D'Azeg!io. I rapporti fra Garibaldi e Vittorio Emanuele II furono quasi di amicizia; certo, assai più cordiali di quelli col « sabaudo » Cavour. Zanardelli e Giolitti, Depretis e Caval- lotti, furon sempre riguardosi verso la monarchia. Res solo Mazzini, ma per confessione del mazziniano Felice Orsini, • Quanti uomini ha questo partito? Mazzini », cioè uno solo. Garibaldi aveva maggior seguito, ma la sua repubblica era una forma di antic'.ericalismo, e di dittatura personale complicata da una pessima amministrazione, .e non un partito politico. Uscì in Roma, fino al fascismo, una Voce repubbl'cana a dare l'illusione di un partito omonimo, che viveva di scampoli ga– ribaldini e mazziniani, ma i repubblicani, allora, si chiama– vano Enrico Ferri. Nulla quindi di solido da questo fato. Quanto al'.'idea monarchica, vedi sopra i paragrafi: Pie– monte, Toscana, Napoli . (Continua) ARRIGO CAJUMJ L'IRAN TRA LONDRA E MOSCA Altra cosa è, si sa, fa cronaca, altra cosa la storia. Ma quando fa cronaca diventa, come nel caso della questione persiana, troppo ricca di el:ementi, di congetture e di enigmi, allora occorre stare in guardia affinchè non soffochi fa sto– ria. Tanto più che l'affare persiano, portato ora per la se– conda vdlta davanti al Consiglio di Sicurezza dell' O. N. U., lha rischiato e rischia ad ogni piè sospinto di trasformarsi in una questione di procedura. E Dio solo sa quante colpe sono state commesse impunemente in nome di qu€6t'ultima, nel tempo intercorso tra le due guerre mondiali. La cronaca deve dunque registrare il -lodevole tenta– tivo - che vede questa volta come protagonisti non tanto il governo persiano e quello inglese, quanto quello ameri– cano - di risolvere il conflitto russo-persiano nell'ambito dell'O.N.U.; ciò, non vi è dubbio, imporrà all'Organizza– zione un ·,compito I.rborioso e non presto esauribile, e costi– tuirà anche fa sua prima difficile prova. E ancora, se è vero che le truppe russe avrebbero dovuto evacuare l'han entro la data der 2 marzo (prevista dal trattato anglo-russo-ira– niano dei 29 genn8!io 1942), non· è men vero che il governo sovietico ha recentemente dichiarato che intende ritirarle entro sei settimane « salvo complicazioni ». Infine, dopo che il governo russo si è dimostrato più propenso a trattare la questione <µrettamente con l'Lran, 'e dopo ria visita a Mosca del primo ministro iraniano, Sultaneh, la condotta di que– st\ùtimo e della diplomazia iraniana (che è, non dimenti– chiamolo, una diplomazia orientale, usa al giOCO' sottile), si è fatta più circospetta e meno preoccupata nei riguardi delle intenzioni russe. Sultaneh, che subito dopo il suo <ritorno ha sciolto il Parlamento, ha dunque concluso un accordo con i russi? E' quanto credono di poter dedurre gl'inglesi, e Bevin si è affrettato a far ,sapere a Mosca che sarebbe de– plorevole se Teheran fosse stata costretta all'accordo sotto la pressione delle baionette russe. Concluso o meno che sia quest'accordo, la questione persiana non ha fatto un solo passo verso le soluzione, nè poteva farlo cosi in fretta. Non sarà mai sufficientemente tenuto presente ch'essa altro non costituisce che un aspetto, concreto e specifico fin che si vuole,. di un più ampio con– trasto iehe vede .allineate da una parte le pOtenze anglo-sas– soni e daH'altra da Russia. Proprio come, per altro verso e :.otto ~!tre forme, Trieste. Soltanto che nei confronti de1- IJ Iran, 1 Tllpporti anglo-russi sono contrassegnati da una riva- tà accanita che non ha, si può dire, soluzione di continuità nella recente storia dei due ,paesi. Da una parte la Russia m fuse di espansione (e cioè sia q~ella zarista che quella sovietica) segue una naturale spinta c daHa Turkmenia e daUa Transcaspia, ma soprattutto dal Caucaso è diretta a cercare uno sbooco nel golfo Persioo e nel Mar Arabico; dall'altra l'Inghilterra, prima e dopo il taglio dell'istmo di Suez, è preoccupata di mantenef!l ,libera la via terrestre India-Mediterraneo. Le due politiche, sostan– ziahnente in contrasto, banno fJnora potuto trovare soltanto dei compromessi 1 locali e temporanei. Tali furono l'accordo del 1814 e soprattutto quello del 1907, che divideva il paese in tre zone, quella nord sotto influenza russa, quella su_d sotto influenza inglese, quella centrale libera, Durante la prima guerra mondiale l'kan rimase neutrale, ma ciò non gli evitò di essere invaso e percorso dagli eserciti belligeranti. Dopo la guerra un movimento nazionalista portò al potere Riza Khan Pahlawi, che diede impulso ad un formidabile programma di ricostruzione interna, e nel 1925 venne eletto Scià di Persia. Quando, dopo il fallimento della. S. d. N., la conquista dell'Abissinia e l'intervento russo iin _Spagna, dense nubi si formarono sul Mediterraneo, la Gran Bretagna corse ai <ripari ed uno dei primi successi della sua diplomazia fu l'adesione della Persia al Patto di Saddabad (8 foglio 1937), blocco asiatico anti-fascista ed anti-russo ad un tempo. La seconda guerra mondiale, con la sua localizzazione principalmente mediterranea, non poteva rnon coinvo1gere la Persia, benchè questa si affrettasse a dichiarasi neutrale. Oltre alle ragioni geografiche, altre ve n'erano di non meno importanti; basti ricordare che nel 1939 la produzione di petrolio era salita in Persia ad oltre 15 milioni di tonnellate e che nell'estate del 1938 era entrata in servizio la linea fer– roviaria transiranica lunga circa 1500 _chilometri dal Mar Ca– spio al Golfo Persico. Russia ed Inghilterra non ebbero quindi difficoltà ad accordarsi su di un compromesso assai simile ,a quello del 1907, il quale, mentre le assicura.va delle rispettive intenzioni, aveva anche il vantaggio di mettere a loro disposizione fa produzione petrolifera ed una ottima linea ferroviaria per il rifornimento della Russia. Iii 25 ago– sto 1941 truppe russe al Nord ed inglesi al Sud occuparono il paese dopo breve resistenza; lo Scià abdicava il 17 set– tembre e il governo pe~iano, dopo aver chiesto la sospen– sione delle ostilità, accettava un trattato (ratificato il 30 gen– naio 1942) con il quale russi ed inglesi erano autorizzati a mantenere nel paese, per tutta la durata della guerra e fino a sei mesi dopo la cessazione delle ostilità, presidi, guarni– gioni, basi aeree ed il controllo delle_ comunicazioni e della produzione. La questione delle concessioni di petrolio, che è uno degli aspetti più importanti, henchè non l'unico, del con– flitto, ha introdotto sulla scena un nuovo protagonista, gli Stati Uniti, interessati da tempo alla cosa e le cui truppe hanno partecipato, insieme a quelle inglesi, alla oocupazione

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