Lo Stato Moderno - anno III - n.7 - 5 aprile 1946

oltre al Turismo, ll'le potrà indiretta– mente beneficiare la nazione intera. Detti uffici dovrebbero tenere con– tatti continuati con l'Ambasciata o li Oonso1ato i.ta4iano del luogo ed esser– ne lllplpoggiatl in pieno. CW'are la pubblicità eliminandovi in– fluenze estranee e motivi politici. g) R131J)l'ire gli uffici di frorutiera col compito preciso di assistere il turista straniero mettendosi a sua disposizione con informazioni esatte, consi~li utili per H soggiorno, distribuzione di pro– spetti propagandistici, as~,stenza ~uto– mobilistica, bancarda, ecc. h) Abolire ogni restrizione finanzia– ria I>&' il turista. Lasciare al forestiero la libertà di dispoi,:re dei suoi.tondi e tener presente che più egli sarà Jibei'o di spendere e più favorevolmente ne l'isen.t.'irà il bilancio del paese. i) Aippoggiare ogni Iniziativa che contribuisca ad incrementare i'! turismo e prMdere in considerazione anche le esigenze dei turisti meno abbienti in modo da far loro trovare, anche nei più modesti locali, quella pulizia, quell'i– giene e quella co!'tesia che non dovreb– be mai mancare ~ra persone civili. !J Curare il funzionamento delle scuole alberghiere creando cosi quella categoria di personale quasi dèl tutto scompa,rsa, data l'impossibilità negli ul– timi anni di recarsi ai1l'estero per la– voro. Incrementare gli scambi di per– sonale fino a che l'emigraZiione non sarà libera. E' indispensilJbile CUiI'&re questa cate– goria di personale ohe alù'estero può perfezionarsi, soprattutto nelle lingue; apprendere H meglio dalle or,ganizza– zionl straniere e rappresentare degna– ·mente iJ paese. m) Aiutare e coordinare gli sforzi mim-antl ad una maggiore capacità ri– cettiva degli a,lberghi e pensioni. Gestire direttamente gli alberghi ap– partenenti al Demanio in modo da far– li diventare esempio di organizzazione alt>erghiera e suscitare emulazione. n) Valorizzare e debitamente pro– pagandare l'arte culinaria italiana. Far conoscere le infinite quantità e quaHtà de.i nostri vini. o) Organizz,are mostre, esposizioni, gare sportive ed avvenimenti di attua– lità, atti ad invogliare il turista stra– niero. Disciplinare la concessione di licenze di case da gioco e concederle soltanto al tini turistici. p) V·aolorizzare quelle miUe località poco note all'estero e ali' interno, che potrebbero invece rappresentare delle attrattive naturali di primo ordine, Vi sono localiità caratteristiche ed isole che eh sole sarebbero sufficienti per attirare anche il tuf'ista più esi– gente. Località che all'estero sarebbero decantate e va:lorizzate ad loro giusto valore e che da noi, ove abbondano, sono incoscientemente trascurate. q) Creare infine un ufficio apposito LO STATO MODERNO che accolga tutti i consigli ed i recla– mi scritti del pubblico in genere; va– gliando con criterio i consig,li ed ov– viando agli inconvenienti che suscita– no i reclami. Accetta«"e quindi la col– labora:mone da qualsiasi parte essa venga, consci della realtà che c'è sem– pre da .imparare. Ohe cosa si aspetta per affrontare questo problema con la necessaria se– rietà e decisione? FAUSTO BAZZI Considerazioni sull'agricoltura italiana Una ci,urma naufragata sù un'isola de– serta col relitto della nave farà come Robinson Orosuè; cessato lò_spavento, cercherà di compLlare una specie d'in– ventario di ciò che la fortuna ed i ma– rosi le aV!'anno lasciato di strumenti, d1 vi'lleri, di vesti, ecc., e poi tenterà di or.ganizzare la vita, una vi,ta. Noi, do– po la tremenda bufera attraverso cui siamo passati, ~iamo paragonabili a quella ciurma e poi che di riorganizzar la vita ora si tratta, sB!rà ,bene esallli– na;re quali siano le nostre risorse su cui far conto per la vita a venire e pri– ma di ogni altra quelle agricole. Non già ch'io pensi di dar fondo in poche pagine ad un argomento cosl pondero– so e trarne oroscopi, ma considerare le parti essenzia.Jd del problema mi par le– cito e opportuno. L'agricoltura, malgrado lo sviluppo industriale, prima de-lla guerra forni– va grandissima parte del nutrimento aUllapopd!azione italiana ed ailimentava una fiorente esportazione. Ancora· nel '36 il biJa,ncio dei prodotti agricoli (sen– m gli oli!, chè quelli aliimentari è dif– ficile sceverB«"li nei dati statistici) era il seguente; Impe>rbazione: animali vivi e ·derraie aJimentari, fiori, canB(P1, seta tratta. Totale 928 mHioni di lire. E•S'J)0'1'tazione: annmali vivi e derrate a1imentaai 2.077 milioni di lire, fiori 25 millioni di lire, canapa .143 milLioni di lire, seta tratta 209 millioni di lire. To– tale 2.454 mi'l'ioni dli lire. Insomma un bilancio attivo per l'a– gi,icoltura per 1 mi,U,1,do e 526 milioni mentre U resto dell'esportazione arri– vava a 3 miliardi. La mano d'opera addetta a tale pro– duzione viene calcolata in ciorca il 46 % dei lavoratori e da.ta la notoria pro– lificità delle famiglie contadi.ne si può presumere che assai più della metà del– la popolazione itaJiana vivano del la– voro agricolo. Oggi, a gue.ru -a finita, ci troviamo con terreni depauperati e per Insufficienti fertilizzazioni chimiche e • per i'l diminuito carico dii bestiame, di– minuito per la politica degli ammassi, per le rame tedesche e per danni di- rettd di guerra, con forse ia metà del trattori fuori servdzio, con certo un 5 % di olivi in meno, con una grossa per. centuale di viti distrutte dal normale alJai,garsi degli attacchi fi,losserici e dal fatto guerra (percentuale che potrà cal– colarsi in un 15 % ), con decine di mi– gliaia di case coloniche e stalle distrut– te, con kutteti ma!ati p& le mancate cure, con bOnifiche idrauliche rovinare da1J.a rabbia tedesca. E la lista potrà aillung,arsi. Guardiamo ora i problemi e cerchiamo di trarre le conseguenze ripanitamente da baile esame. Cereali e vino sono i due massimi prodotti de1Ja nostra agricoltura. I.! produzione dei cerea1i, anzi del grano, era uno dei chiodi fissi del regime fa– scista che, avendo per fine la guerra voleva garan!ire al popolo la base del suo nutrimento; il pane. Tutti i prov– vedimenti legislatiVi presi, le spettaco– lose battaglie ingaggiate non miravano che a questo fine e purtroppo trovava– no un tel'll"eno « psicologico • più che adatto ad accog!ie11ne i suggerimenti, in quanto chè il nostro agricoltore per tra– dizione e per i6tinto vuol produrre il grano che gli occorre, e non pensa che può ottenerlo barattandolo con cavoli, vino o che so io. E' cosi che si spiega– no le coltivazioni di grano ec._onomica– mente errate fatte su per coJ,li e monti impervi che vanno utiJizzati altrimen– ti. In Italia quasi il 60 % dei 13.000.000 circa di ettari seminativi vengono col– tiwrti a cerea,!i ed i,n certe zone del me– ridiona,le si arriva a delle punte fino dell'80% dell'ettaraggio coltiwte a gra– no! -In Europa nessuna nazione dà per– centualmente tanta ~ aTia granicul- tura. . In vaste pal'ti del Nord (nel Veneto ed in Lombardia) si hanno grosse per– centuali di sup~l'fici investite a grano– turco, in altre (Piemonte, Lombaroia, basso bolog,nese) a riso, ma il grano percentualmente man mano che si scen– de per la penisola accresce il proprio dominio sa,lendo dal 30 al 50 % del se– minativo. Q.uaolesarà iJ domani di· que– sta agricoltura cerealicola? Nelle enor• mi di.stese del Nord e del Sud America, in RJuss.ia, in Australia, .Ja produzione dei cereaJ.i, là dove la macchina può regnare sovrana ed abbaiS81'e in con· seguenm i cosbi di ;produzione a dei limiti qua'li la nostra faticosa agricol– tura· collinare nemmeno sogna, si pre· parano le concorrenze che dovranno se non sconvolgere certo cambiare taccia alle nostre camp1gne .. Nel settentrione dove già il grano è coltivato su terrem ed in ambienti adatti, e con un avvi· cendamento di colture (rotazione) ab· bastanm favorevoli non ci SllJl"àmolto da fare per restringerne la ·coltivazio– ne, ma altrove bisognerà coltivarlo solo là dove può dare alti rendimenti, aiu· tandolo con una più affinata tecni':8 della concimazione e scegliendo con disce,rnimento le i,azze di ,grano da coltivare. In certi terreni dii media col·

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