Lo Stato Moderno - anno III - n.6 - 20 marzo 1946

LO STATO MODERNO 133 GRANDEZZA E DECADENZA DELLA DISCIPLINA DEI PREZZI (Continuazione e fine) III. Nei capitali precedenti si è illustrato l'importanza data al problema del controllo dei prez~i <lurnnte il tragico pe– riodo dell'occupazione tedesca. Riprendendo il discorso in– terrotto diremo che il neo-sottosegretariato prezzi ebbe vita ben breve, Infatti non appena terminato faggiornamento teorico dei prezzi ,su di un piano di livellamento generale td iniziata un'ulteriore revisione, mentre la borsa nera im– perversava e .raggiungeva l'acme, esso venne travolto dalla lnSurrezione del 25 aprile. Era naturale che le nuove correnti politiche che sorge– vano sotto una bandiera opposta a quella fascista portas– sero a reolamare un regime di maggiore libertà, e quindi, nel caso specifico, l'abolizione dei pesanti schemi vincolistici della disciplina dei prezzi. Ma non era certamente possibile risolvere lì per ll una questione organizzativa e giuridica di così delicata importanza, e il Comitato Liberazione Nazio– nale A. I., tramite la Commissione centrale economica, prov– vedeva a disporre (ordinanza n. 4 del 26 aprile 1945) perchè tutte le disposizioni vigenti in materia di prezzi e salari do– vessero provvisoriamente restare in vigore. Disposizione cer– tamente saggia perchè non era consigliabile passare brusca– mente da un regime all'altro onde evitare pericolosi sbalzi. D'altra -parte nell'Italia centro-meridionale la materia risultava già sottoposta a <regolamentazione, dove, a sensi del decreto luogotenenziale 19 ottobre 1944, risultava isti– tuito un Comitato interministeriale dei prezzi presieduto dal Presidente <lei Consiglio dei ministri o da un ministro da lui delegato. Per assolvere i compiti ad esso demandati tale Comitato si valeva di una Commissione centrale dei prezzi retta da un membro del Comitato medesimo e composta dai rappresentanti dei vari ministeri, dei datori di lavoro e dai prestatori d'opera interessati. Nelle ,provincie, poj, fun– z10navano Comitati provinciali sotto la presidenza dei pre– fetti. Il Comitato aveva piena facoltà di determinare i prezzi di qualsiasi merce, in ogni fase di scambio, compresa l'im– portazione e }'esportazione, nonchè i prezzi dei servizi e delle prestazioni, e poteva anche modificare quelli vigenti. In .realtà nell'Italia centro-meridionale i prezzi, in rapporto alle fasi belliche ed alla continua inflazione, avevano ormai preso il via e il Comitato non era intervenuto che per alcuni prodotti-chiave. Era quindi naturale che al Nord si tendesse a mantenere un po' di disciplina, tanto più' che il dislivello delle due economie si rilevò ingente. Ci fu allora chi, di fronte a questa situazione, pensò d'mstaurare un « cordone economico »·.. puerilità: qualunque fosse il sacrificio per una delle due regioni ùmponeva di togliere di mezzo ogni bar– riera al fine di evitare il pericolo dj una frattura ed affer– mare davanti agli alleati la piena concordia degli Italiani. La Commissione centrale economica del C. L. N. A. I. provvide subito a .creare,_ una Consulta composta di tre mem– bri, tramutata questa in Comitato prezzi A. I. con l'aggre– gazione di un rappresentante dei lavoratori- Successivamen– te, dopo l'accordo intervenuto a Roma il 30 giugno 1945 fra il Governo italiano e kl Commissione alleata, il Comitato prezzi veniva riformato per metterlo in armonia con la .nuova organizza2ione del Consiglio industriale Alta Italia; risultò composto di un presidente .nominato dal Governo di Roma e di sei membri e gli fu confermata la giurisdizione su tutto il territorio dell'Alta Italia. Al Comitato prezz.i, ol.tre ai preesistenti uffici tècnici, vennero affiancate sette Consulte - ognuna presieduta da un membro del Comitato - cor– rispondenti alle sette sezioni in cui -sono stati olassificati i vari settori produttivi (metallurgia, meccanica e costruzioni; chimica; prestazioni e servizi; abbigliamento e tessili; mi– niere diverse e legno; agricoltura; industria alimentare e ser– vizi dell'alimentazione). Furono chiamati a far parte delle Consulte esperti, rap– presentanti dei Comitati industriali, delle associazioni di ca– tegoria, della Confooera2ione generale del lavoro, dei con– surnatori. In quanto all'attuale procedura il Comitato prezzi A. I. emette le proprie deliberazioni dopo sentito, per i prodotti industriali, il parere del C.I.A.1. sull'opportunità o non di con– tinuare a sottoporre il prodotto o il ,gruppo <li tProdotti alla di– sciplina del prezzo, e per j prodotti agricoli, dopo ,presi. gli ac– cordi con i competenti Enti, avuta, in ogni caso, l'approvazione degli alleati. Senza la delegazione del Comitato prezzi A. I. nessuna autorità Jocale può regalmente impartire disposizioni in materia. E' poi jmplicita, almeno dal lato formale. che, in mancanza di deliberazioni del Comitato prezzi, giusta un bando che nel frattempo gli alleati avevano emanato, i prezzi ufficiali dovevano essere quelli invigore al 3 aprile 1945. Tale d;sposizione è stata però recentemente abrogata. Un ufficio centrale di vigilanza dovrebbe poi provve– dere al controllo sull'osservanza delle disposizioni- Su tale via il nuovo Ente iniziò iJ suo faticoso lavoro quotidiano cercando, da un lato, di riconoscere quanto l'industria do– veva giustamente avere per assicurare la ripre~.1 dei lavoro nelle fabbriche e, dall'altro, di comprimere le ·quotliZioni di borsa .nera. L'esito fu buono- Qui ,pe.rò entriamo nella storia dei nostri giorni mentre peraltiro è in atto tutto un processo di unificazione degli Enti creati quassù nel periodo di transi– zione, con quelli tradizionali dell' Amministra2ione governativa. Con la nostra esposizione abbiamo voluto dare il qua– dro di un sistema che ha avuto importanza determinante alla vita del nostro Paese, con riflessi che hanno perfino trasceso il campo economico, sistema dalla cui conoscenza non potrà prescindere chi deve studiare ed attuare le prov– videnze atte a risolloevarel'economia itali~a dalle tante gravi condizioni in cui è stata ridotta. A tale riguardo non esi– tiamo a concludere che il controllo tota'litario dei prezzi ebbe effetti essenzialmente negatiyj, sia perchè fondato su concezione puramente teorica di scuola mercantilistica, pre– scindendo e volutamente ignorando le realtà quotidiane, sia perchè non si volle tener conto deHe leggi economiche (che se anche non riducibili a misure esatte come le leggi fisi– che, pur rispondono a un ordine naturale), nè delle posi– zioni psicologiche dei singoli componenti l'associazione di uno stato, nè del cammino della storia. Tuttayja si può anche comprendere che in una eco– nomia di guerra, che risponde ad esigenze di eccezioni, si debba ricorrere a tali sistemi, ma tali sistemi non possono essere, appunto perchè d'emergenza, continuati in tempi di normal'ità o che alla normalità volgono decisamente, Allora più che mai il controllo totalitario dei prezzi si rileva privo di ogni elasticità e di aderenza al continuo di– venire delle condizioni dei mercati e, come esempi RJltichi e attuali lo dimostrano, non può che soffocare lo stimolo più efficace del progresso economico e dell'iniziativa pri– vata. Proprio negli eventi del triste periodo passato abbiamo I

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