Lo Stato Moderno - anno III - n.3 - 5 febbraio 1946

LO STATO MODERNO E' L' U.R.S.S. UNO STATO SOCIALISTA ? A chi gii domandava se in Russia si andava instaurando il comunismo, Lenin rispondeva: « Chi vuole instaurare oggi il comunismo non è comunista ». Anche Stalin, in un memo– rabile discorso )he riassumeva i risultati del primo piano quinquennale ed il programma del secohdo, a proposito del– l'economia agraria che· dall'antico mir, basato rulla comu– nione della terra, degli strumenti di lavoro e della vita, pas– sava al sistema associativo deH'artel, così si esprimeva: « Sa– rebbe un delitto accelerare artificialmente il processo di tra– sformàzione dell'associazione nella futura comunità». Visitatori americani della U.R.S.S., ad es. Eric A. John– ston che vi è stato nel .giugno 1944, interrogando autorevoli cittaaini sovietici !Ìanno appreso che i bdlscevichi non si fanno illusioni sul comunismo, sapendo benissimo che ·per raggiungerlo occorreranno anc9ra ll'iouni secoli, se non un millennio. Chi 5erive ha avuto occasione di parlare con un inge– gnere rll9So,capitano dell' ese°N:itorosso, fatto prigioniero dai tedeschi e rifugiatosi in Italia. Domandatogli se era comu– nista, rispose: « No, io sono socialista». Cpme mai? « Ma è naturale - egli ribattè - il nostro paese non si chiama Unione delle Repubblliche Socialiste Soviettiste? Socialiste, non comuniste ». Che vuol dir ciò? In primo luogo chè, nei giorrurli bor– ghesi e fascisti, coloro che rimproveravano al bolscevichi di non esser mai riusciti a instaurare in Russia il comunismo erano o profondamente ignoranti o in mala fede. Ma non vuol dire affatto clie i <bolscevfohi,come uomini politici, non si possano dir comunisti. Mèta finale della loro azione poli– tica è il comunismo; iperò essi sanno che per giungervi devono necessariamente passare per.la fase sociadista. o~ganizzare la società socialista significa fare che cia– scuno dia secondo •le proprie èapacità e che ognuno riceva secondo il proprio lavoro. Organizzare la società comunista significa 0 fare che ciascuno dia secondo ie proprie capacità e che ognuno riceva secondo i propri bisogni. La t differenza sta in una sola parola; ma quanto difficile sarà, 10 pratica, passare dal'l'una a:Jl'altra formulai Attualmente, in Russia, si. starebbe insediando il socia– lismo: soltanto il progressivo sviluppo del socialismo potrà gradualmente condurre al comunismo. lil quale necessita di trasformazioni profondissime non solo degli istituti politici, giuridici, economici e sociali, ma anclie delle abitudini e de1la ment'alità della grandissima maggioranza degli associati. Domandiamoci quindi soltanto se si può dire che la U.R.S.S. è già uno stato socialista o almeno se è sulla via per diventarlo. Se per socialismo s'intende organizzazione dèlla produ– zione e della proprietà collettiva ed ·insieme eliminazione di tutte le cla~i e conseguente ·abolizione dello Stato, cioè del– l'organo politico di governo, evidentemente nell.a U.R.S.S. non vi è ancora socialismo, nè si può dire che il socialismo sia molto prossimo. Nella U.R.S.S. esistono almeno due classi: la classe degli operai e quella dei contadini. Queste due classi hanno ancora interessi diversi, se bene non sosta-nzia!mente contrastanti. La sparizione di ogni causa efficiente di contrasto non si com– pirà se prima le condizioni di vita e di lavoro nelle campa– gne non saranno sufficientemente equiparate ed assimilate a quelle delle città. Cioè, le due classi resteranno distinte sino a quand() tra fattoria e fabbrica, tra villaggio agricolo e città Operaia susscyteranno differenze sensiQjli di possibilità e di abitudini di vita, di organizzazione di lavoro, di facilità di istruirsi e di dedicarsi ad attività personali fuori dell'ambiente ·e delle ore in cui si lavora irt comune. La socializzazioné delle fattorie, la meccanizzazione del lavoro agricolo, la ,istituzione di stazioni di macchine e trat– trici nei villaggi, le scuole, i ricreatori e i nidi infantili, i circoli cul turaii, le biblioteche, .cinema 1 tografi e le università operaie ed agrarie istituite nei coJ,oos tendono appunto ad eliminare queste differenze. Nec~sitano però ancora molte strade, molte ferrovie, altri ·canali navigabili e mezzi di co– municazione varii. Il lavoro per fare 'tutte quest~ strade, ferrovie e canali,' nell'immenso territorio-.dell'Unione, tenuto anche conto delle enormi distruzioni di .guerra, sarà lungo. Gli intellettuali, come ha osservato fo stesso Stalin, nella U.R.S.S. non costituiscono una classe a sè stante, perchè oggi provengono tutti dagli operai e dai contadini, essendo in via di eliminazione naturale gli intellettuali che proveni- . vano dalla borghesia o dall'aristocrazia zariste, le quali ul– time classi sono quasi scofnparse dalla U.R.S.S., non come entità fisiche, ma economicamente e soprattutto politicamente. Alcune persone affacciano il dubbio, - che per taluno vorrebbe essere certezza, - che i burocrati ed i militari bol– sceviçhi finiranno per sostituire (se non io sono già} una classe distinta dal resto della popolazione sovietica. Ma la bo11ghesia~on può ricostituirsi senza ripristinare il capitali– smo, cioè la proprietà privata dei mezzi di produzione, coi diritti giuridici, individuali, ad essa connessi. Questa eventua– lità, nella U.R.S.S., è tutt' a1tro che probabile, mentre quasi tutto il mondo tende alla socializzazione, all.a nazionalizza– zione ed alla pianificazione. Eric A. Johnston, a conclusione delle sue ·impressìoni sulla visita ufficiale nella U.R.S.S, scrisse che questo paese è fermamente deciso a conservare il suo sistema, come l'America il proprio. Inoltre, sta di fatto che te condizioni individuali e famigliari di vita e le possi- ' bilità di istruirsi per gli operai e contadini da una parte. e per gli impiegati dall'altra vanno sempre più avvicinandosi ovunque e che nella Russia, per effetto della politica bolsce– vica, le differenze sono ormai generalmente minime. Gli scam- bi di individui·e di famiglie fra le varie categorie di lavoratori della U.R.S.S., ivi "compresi militari e impiegati, sono sempre più frequenti. ' · Gli impiegati e i militari in posizione più elevata ten– d!)no ovunque, forse anche nella U.R.S.S., a conservare la condizione raggiunta e cercano di estenderla ai membri delle proprie famiglie. Ma, se ciò può riescire ancora agevole o almeno, possibile ne· paesi capitalistici ove gli alti impiegati e ufficiali sono quàsi sempre i difensori p gli agenti o i di– pendenti dei ceti che detengono stabilmente il capitale e per– ciò anche, abbastanza saldamente, il potere politico, ciò riesce tutt'altro che facile in un paese ove il capitale privato ha perduto ogni preminenza e dove il controllo pubblico del po– polo lavoratore si organizza in modp sempre più ampio ed effettivo, specialmente a mezzo della diffusione della cultura e dell'istruzione, come nella U.R.S.S. · Con non minore insistenza, e con altrettanta infondatezza, si afferma che l'organizzazione politico-economica deUa·u.R. S.S sarebbe quella del cosiddetto capitalismo di stato. Questo equ.ivocqviene in certo modo provocato·da-quegli economisti che concepiscono il capitalismo soltanto come se– parazione del lavoratore dal capitale. Questa separazione, in– sieme a quella del consumatore dalla proquzione, è conse-

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