Lo Stato Moderno - anno III - n.3 - 5 febbraio 1946

LO STATO -~Q~ERNO 5'3 maggiorau.;a assolutl',, in alcuni {Inghilterra e Austria) sono quasi i!1esisten:ti,e sofo in Francia _{se si prescinde dai poco convincenti eliperimenti di eleznoni b_alcaniche) sono al primo posto, con .poco più di un quarto dei. ~g~; Si aggiunga che iJ comunismo - che .nella stessa U.R.S.S. si è sempre più allontanato dalla forma economico-socia1e di questo nome, ha tratto in parecchi paesi, maggiore alimento dalla simpa– tia etnico-nazionale verso la Russia o addirittura dalla pre– senza fisica di organi e di forze russe che non da una co– sciente adesione delle folle ai suoi principii teorici. D'altra· parte i comunisti, secondo la linea da tempo adottata su scala internazionale, sono ormai al potere, in coalizioni che comprendono anche partiti borghesi, in quasi 'tutti i paesi d'Europa. "Arltira J.orza degna di considerazione si sono rivelati, presso i popoli appartenenti alla Chiesa di Roma, i partiti ispirati alla dottr.ina càttolica, i quali d'altra parte si .pre– sentano generalmente orientati più a sinistra dei partiti similari di anteguerra. Le loro affermazioni sono state parti– col;lrmenbe notçvoli cin quei paesi {Francia e Austria) in cui maggiore è stato il loro èontributo alla lotta di liberazione. In Austria essi hanno addi,rittura ottenuto la maggioranza as– soluta, nel Lussemburgo la metà· esatta <lei seggi, in• Francia il secondo posto a brevissima distanza dai primi. In Un- RUSSIA E gheria infine, paese misto di cattolici e protestanti, la mag– gioranza assoluta ,è andata a,J partito dei piccoli propnietari, che, diretto da un pastore evangelico e da due sacerdoti cattolici, ha sostaìrziialmente nella gamma dei partiti unghe– resi un postQ. analogo a 1 quello dei partiti cattolici di altri paesi. · In conclusione, sono 1i partiti così detti di massa che hanno trionfato dappertutto. Nell'Europa orienta-le, poi, i partiti borghesi propriamente detti sono stati del tutto eli– minati dalle iassemblee parlaryentari elette nel 1945, Oarat– teristica comune di queste elezioni, spregabile con l'interesse per la cosa pubblica determinato dai rivolgimenti vetimcatisi e da quelli an corso nel mondo, è stata infine l'alta percen– tuale dei votanti, che nella maggior parte dei casi ha oscil– lato tra 1'80 e 1'85 %. Il 1946 ci porterà nÙove consultazioni elettorali che; con I' allontanàrsi della guerra, saranno anche ifrutto di più ma– tura rifilessione dei popoli sulla nuova situazione emersa dal catachsma. Auguriamoci che l'esigenza di libertà 1 e la ten– denza verso forme più, progredite di convivenza sociale ma– nifestatesi nelle elezioni del 1945 inon ne risultino .diminuite, e non vadano perduti almeno questi frutti benefici del fla– gello che ha così duramente colpito l'umanità. ANTONIO BASSO SPAGNA (Conti11wzionoe e ,Jine) E saranno ormai due Russie, di fronte. L'una paternali– stica, in una sfera che sa. più di accorgimenti temporanei che di miraggi illumini,stici: l'altra rivoluzionaria in 1;è e ·per sè, sempre più schiva di compromessi. Lo zar aveva tentato di •elargire» il progresso ai suoi « suddit'i », ma poi non aveva saputo Tiso)vere i concreti probl~mi del paese .Ora l'intielli– ghenzia lotta da sè, vuol conquistare le sue libertà, non at– tende più concessio~i di sorta. L'Europa ·ammonisce - pur nel drammà,. della sua storia, dall'unitarismo tedesco al Se– condo Impero - che la strada della libertà va percorsa con lutti e sacrifici d'ogni genere. La Russia progressista accetta la sfida dell'autocratlsmo.,zarista, camuffato da velleità di ri-- forme, e p,rosegue nel suo cammino. · Nichilisti e altri rivoluzionari mossero cosi all'attacco del- · l'aristocrazia zarista e, .insieme, della società borghese. _Inuovi. proletari - spesso transfughi dalla nobiltà e dalla stessa bor– ghesia ~ predicavano un vangelo di redenzione e, tra pri– gionie, esil-iie morti, facevano sentire la necessità di un agire confon:ne ai propri ideali, senza pregiudizi di sorta. Tutto serve per opporsi al dispotismo. Sotto ogni formÌi il Russo lotta per la sua libertà: in nessun altro popolo la letteratura, nella stessa tendenza alla perfezione· artistica, è stata con tanta efficacia uno specchio di -sofferenze e, insieme, un mi– raggio di aspirazioni. Liberalismo e anarchia, democrazia e socialismo appaiono nella seconda metà dell'Ottocento come termini indistinti di un unico ·modo di procedere .. Anche se in lotta fra loro, le varie tendenze sentono l'urgenza di non soffermarsi mai più sui comodi gradini del trono o delle sue caute concessioni. · Non ebbero quindi efficacia. i tentativi riformisti .con cui i moderati che, erano col Loris-Melilcov avrebbero voluto spin– gere il sovrano verso una po1itica liberaleggiante. Nemmeno lo sforzo sincero di un giovane ministro, il Witte, nel campo delle finanze, giovò a rinsaldare un trono assai debole nel– l;ipparente maestosità. La reazione guidava uno spirito di classe che non 'Sapeva nemmeno elevarsi ad una tattica di partito. Il sovrano e il olan dirigente del paese, attraverso )e concessioni apparentemente umanitarie del governo, non pen-· savano che a conciliare gli interessi dei nobili e dei grandi proprie.tari con quelli dei magnati deli'industria e del capi– tali!Illo. Ma lo stesso capitalismo, che oNJJai si sviluppa, dà nuove armi alla rivoluzione. Anche le ferrovie e le nuove linee di comunicazione rammemorano agli ignari l'~sistenza di altri popoli: la marcia del progresso non si può fermare con decreti- La civiltà non è una Siberia, dove,·sotto apparenza di far bonifiche, si possano deportare decine di migliaia di contadini. La· crisi ormai era alle porte. Certi contrasti tra il so– vrano e il suo popolo avevano note di dr::vnma. Era dunque destino che il regno' di Nicola II dovesse vedere l'epilogo di tante lotte èon l'instaurazione, sanguinosa e cupa, di un nuovo mondo·. E Ja storia si sai!lbbe posta di nuovo in Caffi:mino, tra faticosi contrasti: figli contro figli di una stessa patria nel nome di una più grande umanità. Storia di ieri che è ancoro, storia di oggi, e lo sarà ancor più di domani, se il. nostro se"òlo ha compre,so l'importanz.a sociale e politica della. Rus, sia in tutte le sue'evoluzioni, dai populisti ai bolscevichi, dalla duma del 1905 ài sovieti alla Federazione delle repubbliche socialiste. E' stato messo in· evidenza, pur tra diverse inter– pretazioni della missione della Russia tra Lenin e Trotski ~ Stalin, che quel popolo non può straniarsi dalla vita dell'Eu– ropa e che l'Europa non può guardarè con diffidenza ad un mondo ricco di conquiste e di sempre nuovi propositi, in un fervore che si potrebbe chiamare mistico, anche quando af– ferma di rinunciare alla rivoluzione mondiale del proletariato. Storia contemporanea, ancora densa di passioni, se vo– gliamo, ma sovranamente istruttiva. Più che ai miti converrà guardare alla realtà. Abbastanza si è peccato tra preconcetti di classe e ego'ismi di nazioni: i Russi hanno per noi sempre dell'enjgmatico, e diciamo. pure, nel!'alone misterioso del ter– mine, dell'asiatico. Quella Russia, che la Francia e l'Inghil– terra avevano· tenuto lontana dal convegno di Monaco, nel· • •

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