Lo Stato Moderno - anno III - n.3 - 5 febbraio 1946

LO STATO MODERNO 69 RASSEGNA DELLA STAMPA ESTERA = - Gli Olandesi a Giava Il Dailtt Telegraph del 28 di~ bl:e prospetta, per fa. penna del ,6110 ~orri– ~-pondenf.e militare, la situazi'Olle giava– nese da<! punto di V'isl!a o~ndese. Uomini appaTtenentl a., tendenze po– litich.e anche assai differenti hanno e– spresso, in Olanda, a} tenente generale Mali!n, ~ loro· jdee su.1la situazione a Gla,va con una sintomatica identità di vedute. E' t'aro tro.vaTe nei Paesi Bassi una famiglia che non abbia irelaziond di– rette con le Indie olandesi, da secoli naturale sfogo e oomplemanto della ma– drepatria. Nell'attuale governo di coalizione ha 1a presidenza H prof. Sch&-merhocn, li– beral-democratico, llJ.omoche per la sua corrente poli_tioa e per la parte avuta nel movimento. clandestino non può certo e= accusato di tendeòze reazio– narie. Ugualmente può dirsi degU altri membri del governo, che provarono tut– ti, dal più al meno, d campi di con– centramento tedeschi. Secondo questi uonùni politicamente inattaccabili IJ movimento per l'indipen– denza giavanese era prima della gueT– ra un fenomeno trascurabile, nè la ma= della popolazione abitante le campagne mostrava alcun interesse al>– le contese pòll.tiche. Durante la rt<:ente guem:a, il prof. Schermertiorii agi in stretto contatto con i capi indonesiani nazionalisti: dalla· loro collaborazione sorti una carta costituzionale, conva 1 li– data pod da un PTOClama della rega!lla Guglielmina, che dagli -uomini politici indonesiani più illwrunat! è considera– ta un ottimo strumento di benessere generale. La collaborazione tra olandesi e gia– vanesi prosegui sino aLla vittoria al– leata, tanto da pròcurarç del guai ai giapponesi che un mese pri91a della fine delle ostilità si tTovarono costretti a disarmare una organizzazione giava– nese da! essi stessi iLnooragg,ra ta, la • Heiho », perchè la ritenevano mal.si – cura. Quali sono quindi le ragioni della reazione annata fatta dai nazionalisti giavanesi agli olandesi ed al loro al– leati dopo la pacificazione dell' Asi.:i orientale? ' « Di 170.000 glapp.onesi -nell'Indonesia Orientale, 50.000 si trowno a Giava. Se questi giapponesi di Giava fos,;ero morti combattendo come quelli della Nuova Guinea, o se' Il g!ome della vittoria fosse venuto un anno phì' tudl, si che g!f olan– desi e I loro 8,lleatl fossero pronti a pren– der contatto immediatamente con Giava, I diritti olandesi non sarebbero mal stati messi In queatione ••. • Lo sbarco alleato, avvenuto per scar– sità di l\lomini e di naviglio sei setti– mane doPo la fine deli~ ostilità, trovò una situaziòne intorbidata daille ultime manovre dei giapponesi, che fomenta- rono sentimentì ant:i-olandesi e arma– rono gli estremisti, mischiandosi perso– nalmente alle nuove formazioni rivo– lu:lli.onarie. La situazione attuale, malgrado il con– flitto armato, ha il suo punto più nero neUe prospettive alimentari. Il periodo gennaio-aprHe, dntercorrente tra la fi– ne delle.scorte di riso del~raccolto pre– cedente e il nuovo raccolto, tirova Giava priva dei soccorsi ~he normalmente ve– nivano corrisposti dai colonizzatori eu– ropei. Inoltre due annate di raccoltd scaTsi non possono che aggravare la situazione. A tutto ciò si aggiunga -. si tratta deM'elemento sempre presente in ogni crisi di politica coloniale - la scarsità di uomìni. Questo problema, acuto in tutte Ie Indie orientàli, che ha costret– to gli austra'iia!Il'i al Borneo e Celebes a ,lasciare le armi a.l 5 % dei giapponesi e ad affi<lar loro cariche amministrati– ve Jooaai, preoccupa assai H prof. Scher– merharn. L' ammdnistrazione olandese di Giava è come paralizzata dai conti– nui fastidi che le procurano i giappo– nesi che an~ora •vi ,risiedono., Che cosa chiedono quindi gli olan- desi?· . « Essi attendono ché i giapponesi ven– gano n~n solo disarmati, ma anche rim: patrlatl; essi attendono che gli estremlstt giavanesi - muniti di armi giapponesi - siano disarmali non meno dei giapponesi stessi, per porre fine al regno del terrore ed aprire la via ad un accordo p~Jltico tra olandesi e giavanesi moderati. « li voler stra,ppare le armi giapponesi dalle mani dei giavanesi comporta disara– ziatamente l'JÌhplego delle 'nostre truppe in lunghe e tediose- operazioni. Può qui esser sollevata una domanda affatto na– turale: pei:chè non .possiamo lasciare chi! gli olandesi compiano da sè il lo~o .spia– cevole lavoro? La risposta è duplice: con la miglior volontà del mondo gli olandesi non possono per ora disporre delle forze miHtani ne-0essa,11ie; e, inoltre, da'l nostro proprio interesse non meno che dal nostro onore noi slamo vincolati a tenerci ac- _ canto a loro•· L'autore chiarisce quali sa.ranno le disponibiilità militar.i dell'Olanda net– prossimi. mesi, che non pa-metteranno ai Paesi Bassi di-« tare da sè • in Indo– nesia se 1110n fra 10 mesi, e riohiamo,un ultimo argomento in favore della soli– darietà anglo-olandese: « Comunque, se gli olandesi hanno biso– gno di noi nell'~sia Orie,:,tale, noi abbia– mo certamente bisogno degli olandesi Insieme con le a,1tre nazion,i dei -margini occidentald, -. in Europa •· Come l'autore ha._avvert1to, la situa– :z,iorie indon~iana vien qui prospettata dal punto di vista giapponese. D{lto questo presupposto, il ·quadro rJsu:J.ta coerente. Ma è ,pur lecito ·chie– dersi ,se ti p1mto di 'Vli•staolandese non tenda a sop,ravvaitutare <la portata ef– fettiva della costituzione recentemente elargita e a sopravvailutare l'elemento ~apponese nella forma2lione ideòlogica del movimento nazionalista indonesia– no. L'appello del dottor Soekarno al ge– nera,lissimo Stalin deve considerarsi qualche cosa di p_iù di urta semplice mossa politd?3., · Tl regime futuro degli Stretti LI 2 novembre 1945 l' ambasciatoij! americano ad Ankara presenitava lH • governo ture-O una n'Ota in cui si co– municava che gli Stati Uniti sarebbe- ro stati lieti di partecipare a:1la confe– renza per ,la modificazioni! deL!à con– ven~e di Montreux secondo dati e principi,j più consoni 111llapresente si– tuazione internazionale. Il progetto presentava quattro capoversi: e 1) Gli Stretti dovrebbero essere aper– ti 11llenavi mercantili di tutte le nazioni in tempo di guerra. e 2) Gli Strett. dovrebbero essere aperti al transito di navi da gueira appartenenti a potenze del Mar Nero In ogni clrco– stanui. e 3) li passaggio attraverso gli Stretti dovrebbe ~er proibito a navi da guerra appartenenti ad altre potenze, eccetto che oon il consenso di poteau del Mar Nero, e p,:r l'esecuzione di una missione affl• data dalle Nazioni Unjte. « 4) Dovrebbero essere introdotti alcu– 'n1 cambiamenti atti ad assicuraré la du– rata della nuova convenzione, e ad eli– minare il Giappone dalle po~enze firma– taflie •· Il primo ministro turco Satacoglu commentò la nota americana espri– mendo il proprio consenso di massima ai punti in essa espressi e sottolineando che, -.in qualsiasi ewntuale modificazio– ne della con ven2iione di Monweux, la Turchia awebbe soprattutto tenuto al– la preservazione della propria sicurez– za e sowanità ,negli Strebtl. H g-0verno britannico, dnterpellato dal governo turco Jn merito ala nota, e– spresse H suo consenso di. massima a che l\lna ooova conferenza per H r-ego:: lamento del regime degli Stretti ve– nisse indetta, ma aggiunse per bocca deÙ'ambasdatore in Turchia che non riteneva •urgente ola cosa. A questa esposizione del tatti, ch:e 11- li.unlina lo stato attuale del problema degli Stretti, il 'l'imés del 27 dicembre aggiunge un commento ail progetto a– mericàno che dà rilievo soprattutto ai rapporti tra' i due magglorJ interessati, la Turcllla e ,la. Russia. « Il punto centI1ale delle proposte ame– irlcane, esposto al capoverso 2, è quello suggeì:ente che le Po1/e»ze del Mar Nero dovrebbero iavet:e il diritto di far kansi– ta-re le loro navi da .guerra ettraverso gli Stretti "in ogni clrcostam,a ". Se fos– se accettata, questa proposta gupei,erebbe e amp1erebbe J'artlcolo 11 della conven– zione di Monlreux, che attTibu.lsoe ~le P.otenze del Mar. NéJ'O Il diritto di tran-

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