Lo Stato Moderno - anno III - n.3 - 5 febbraio 1946

LO ,.STATO MODERN-0 59 SIGNIFICATO DELL'ACCORDO FINANZIARIO ANGLO-AMERICANO Dopo tre mesi di « hard bargaining •• come ha detto ai Comuni il Cancelliere dello Scaco9iere Hugh ~ton, dopo, cioè, negoziati insolitamente lunghi e laboriosi, i rappre– sentanti dei ·governi del Regno Uinito e degli Stati Unjti conclusero il· 6 dicembre 1945 a Washington un trattato fu. nanziario e di politica economica di non comune portata. Con esso i due paesi ,contrlenti liquidano la situazione creata dalla guerra e danno vita a un complesso di impegni che do– vrnbbe ~isultare di loro mutuo beneficio e contemporanea– mente contribuire al riassestamento dell'economia mondiale. Merita _quindi il ,conto ~offermarvisi ed esaminare attenta• mente Je prospettive che esso dischiude. Ma prima di ogni cosa è bene Bintetizzare i termini dell'accordo che sono poli– tici e finanziari. Quelli finanziari rappresentano concessioni degli Stati Uniti, ,quelli iPOlitici concessioni' deU'Lnghilterra– (E' una semplificazione non eccessiva, che può esserci per• messa). La parte finanziaria dell'accordo può essere riassunta cosi: a) regolamento delle 'Partite «"affitti e prestiti ». La posi~ione creditizia degli Stati Unili originante dalle forni• ture di materie prime e di derrate alimentari in base agli accordi di prestiti e di affitti, dalla cessione di scorte costi• tuite prima del « V. Day • in Gran Bretagna e nelle colonie, dalla cessione di impianti militari ion Gran Bretagna e nelle colonie viene transaltivamente liquidata nella cifra provvi• soria, salvo lieve ratifica, .di 650 milioni di dollari. Si ricordi che era valutata in 25 miliardi di dollari la differenza di. 'forniture americane aiJJ'J,nghilterra; b) concessione di un prestito di 3.750 milioni di dol– lari. Il governo americano si è impegnato il concedere a quello .inglese a titolo di prestito la somma di 3.750 milioni di dollari ohe servirà (dichiarazione di Attlee ai Comuni ,del 6 dicembre 1945) « a facilitare gli acquisti da parte del Regno Unito di beni e servizi .degli Stati Unili, e ad assistere il Regno Unito a fronteggiare i transitori deficit del dopo– guerra hella bilancia dei 'pagamenti •; c) consol.idamento del, prestito. La somma liquidata a pareggio delle forniture di affitti e prestiti e la somma con– cessa a prestito .vengono conglobate in un unico impegno di -1.400 milioni di dollari da rimborsare mediante 50 annualità comprensivo dell'interesse gel 2.. per cento a principiare dal 31 dicembre 1951; d) facilitazioni particolari. Qualora a ,giudizio del go– verno inglese le circostanze ,lo riclùedessero potrà essere di– lazionato il pagamento degli interessi costituenti una deter• minata annualità. La parte ,politica invece può essere così riassunta: a) impegni inglesi per Bretton Woods. Condizione po· sl'a dagli Stiati Uniti alla concessione· del prestito fu quella della ratifica da parte dell'Inglùlterra degli accordi di Bret• ton Woods e adesione, quindi, agli impegni da essa derivanti; b) eliminazione del cosi[ietto _ blocco deU'area della sterlina. li governo inglese si è impegnallO ad eliminare entro un anno dal!' entrata in vigore de1!',aocordo « qualsiasi tliscri– minazione che sorgesse dal cosidetto blocco della zona della sterlina », ciò .che in effetti significa l'abrogazione di qual– siasi controllo di cambio che possa aver valore discrimina• torio a danno del dollaro o a vantaggio dellà sterlina; c) smantellamento della preferenza imperiale. Il go– ,·emo di I:ondra si 'è .impegnato a partecipare a una confe· renza per una « organiz~zione internazionale del commer- 1 cio » e si è detto d'accordo con il governo di Washington sui principi .di uba larga politica .commerciale con la eli!ni• nazione graduale degli accordi l:l'i:lateralipreferenziali e di clausole discriminatorie. In concreto ciò vuol dire la dichla– ra:llione .di rinuncia ,da parte' dell'Inghilterra ·alla politk:a della _preferenza imperiale inaugurata con gli accordi di Ottawa del 1931 e perseguita finora con sufficiente fortuna. Nella discussione parlamentare è risultata una dose di incertezza riguardo a questa parte .degli impegni in quanto la rinuncia alla • preferenza imperiale » avrebbe puramente cru;attere di principio e diventerebbe effettiva attraverso negoziati com– portanti concessioni corri~pettive. ( « A!bb'iamo aderito a llli· ziare trattative che potrebbero portare alla eliminazione delle preferenze e alla riduzione delle tariffe, ma noi siamo asso– lutamente I>!f:dronidi determinare se o no arrivare a tale obbiettivo » Cripps .a-i Comuni il 12 dicembre 1945). La notizia dell'accordo non è stata a~lta con troppa soddisfazione dall'opinione pubblica dei due grandi paesi al• leati. A quella americana le concessioni sono parse troppo sostanziose, wprattutto per quanto riguarda la transazione del credito derivante dal sistema di prestiti ed affitti; a quella inglese è parsa gravosa la parte finanziaria dell'accordo (modestia del ,prestito consentito, pesantezza dell'interesse del 2 per cento);umiliante e impacciante la parte politica. Non si è avuta .quindi, da questo lato; quella iniezione di· fiduoia nell'avvenire dei m!'Porti ·nternaz;ionali, che si saranno at• tesi i negbziator~ non si è avuto nemmeno tm po' di otti– mismo circa la ripresa dell'economia mondiale. E' il caso di andaTe un po' al fondo di questo non troppo inatteso sconcerto. Il Times ha scritto che ,i'aocordo di Washington è stato ·• un inevitabile cornpromesso », e. si sa per esperienza che. i compromessi lasciano la bocca insoddisfatta a tutte due le parti. Ma l'Economist ha precisato che gli impegni che da esso derivano erano pillole amare da inglùottire. Se ciò hanno detto questi organi togati e assai riflessivi dell'opinione pub– blica inglese, immaginarsi gli altri. E' un ,po' quello che si è sentito da noi nell'altro dopoguerra, quando ci si accorse che c'erano dei debiti di guerra da pagare: v'è stato il solito confronto tra• i sacrifici òi sangue e quelli materiali, lamen– tele di essere trattati da vinti anzichè da vincitori, ecc- ecc. Si sa che sono .discorsi che rlasciano il tempo che trovano, ma si sa pure, per esperienza, che a lungo andare sono deleteri perchè, deprimenti come sono, sviluppano un certo fatali– stico vittimismo per nulla indicato a ~isàlire di quota e ed nndarn d'accordo con chi è conveniente andare d'accordo. Naturalmente chi sta nella foresta vede soltanto gli al– beri contro cui tocca col naso, e così agli inglesi fa stizza la contabilizzazione degli ,aiuti e il patteggiamento delle con– cessioni corrispettive. La realtà della quale dovrebbero tener conto è un'altra:, Ed è ohe il paese si trova in una situa• zione politico-economica che lo fa piverso da quello che era prima della guerra e che, naturalmente, « gli affari sono af• fari ». E' sciocco parlare di una distinzione tra vinti e vinci– tori, ma sono realtà gli spostamenti di potenza che la guerra ha provocato nello stesso campo dei vincitori. D'altra parte, nell'o~dine finanziario il diagramma di questi !lpostamenti è. per l'Inglùlterra evidentissimo: prima ,dell'entrata in guerra disponeva di investimenti esteri per oltre quattro miliardi di sterline. Adesso essa ha impegni per circa 4 miliardi ,di ster• line (oltre le distruzioni subìte, oltre le perdite di posizioni nel commercio internazionale).

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