Lo Stato Moderno - anno III - n.3 - 5 febbraio 1946

58 LO ST~TO MODERNO tanto portando al sole della storia tulle quelle forze che an– co-;:agiacciono sterili ed inerti. Ed occorre considerare ancora che l'inerzia in molti casi nasconde un vero e proprio ran– core ·contro il processo di formazione dello 5tato unitario, ran– core che occorre in ogni modo vincere avvicinando - ma– gari in un primo tempo obbligatoriamente - i cittadini alla direzione dello Stato. Ora mi pare qua.'sto un compito veramente prezioso che un partito nuovo dovrebbe proporsi come specificatamente suo, anche perchè solo della mobilillazione di queste forze ver– gini e nuove può sperare di trarre una massa di seguaci con– vinti e non rubacchiando a destra e a sinistra qualche adepto, transfug.a dalle forze già mobilitate. • A questo punto si innestano j motivi ipeno puri, quelli dettati da un semplice interesse di parte. Occorre dire che gran parte della diffidenza _!Danifestata dai partiti di sinistra è dovuta al fatto che è stata la Demo– chazia Cristiana a farsi paladino del .pr~etto? Ebbene, a questo argomento non ce n'è da opporre che un altro inge– nuo quanto sicuro: la Demooraziia Cristiana - se è stata mossa da calcolo di parte destra - ha sbagliato; per lo meno ha sbagliato per il futuro che è quello che conta. La mobilitazione politica di un numero sempre maggiore di masse popolari porta in~vitJabilmente a-una ·democra2'Jia sem– pre più vasta e mobile. Ma le sinistre SO)lO da lungo tempo vittime di un complesso di infermità nei co~_fronti delle de-. stre. Suppongono i propri avversari più abili, forti e volpini di quàilto siano in realtà, e •da tale presupposto ne derivanti per loro torpore di giudiziio e incapacità di azione. " E quanto è accaduto per il voto obbligatorio; MARIO PAGGI UNA PICCOLAGRANDEQUEST~ONE L'idra ~utarchica, imozzati alcuni tentacoli, è tutt'altro che morta. Anzi, /più (viva che mai, si ripresenta pra i.on il viso gentile ed allettante ,di ,qualche ',l!ttrice /Cinematografica. Di •qualche ·attrice cinematografica? Sicuro. Ho letto .qual– che tempo fa· m.i ,un tgiomale imilanese ,della ~era che i lavo– ratori 'del cinematogr'<Jfo si ,agitano percliè vogliono che il governo iprenda provvedimenti ·per /Contingentare fimporta- - zione (di (Pellicole istraniere ie per 1 ottenere ~a obbligatoria proiezione di un certo numero 'lii }pellicole,italiane. ,Se que– sta non è autarchia ,ion \so 'tproprio,come ',chiamarlaoeonaltro nome. L'episodio ,in 15è ~ rper ,Sè ha modesta importanza. Ma .writa ,di essere <SOttolineato quale indizio di ,una mentalità che stenta a ';scomparire,~e mai iscomparirà. Tanto più iche il giornale che ha riportato la notizia. trova « inconcepibile » che il governo non intervenga. Invece molti trovano « incon– cepibile·» che il governo intervenga. Vedi un po', caro let– tore, quanto è relativo il concetto del concepire. , Che cosa vogliono, infatti, i lavoratori del cinemato– grafo? Semplicemente questo: che i prodotti del loro lavoro siano consumati dagli spettatori. I casi sono due. O tali prodotti sono degni di essere visti: e a!lora non v'è proprio bisogno dell'obbligatoria ptoiezione. Le pellicole, in tal caso, sono in grado di sostenere vittoriosamente la concor.::,enza straniera. O tali prodotti sono degli obbrobrii, come spesso accade (chi non ricorda Scipione l'Afric~no, costato allo si;;to italiano fior di milioni, · quando le lire valevano' qualche co– sa?), e allora non c'è alcuna forza al mondo che obblighi a vederli. I lavoratori però oppongono: noi restiamo disoccupati. Può darsi. Lo stato, -in rtal caso, ideve passarvi uoa inden– nità di disoc~pazione: e non tanto altq çia togliervi l'-in– centivo a cercarvi un altro mestiere. Ma è meglio pagare indénnità di disoccupazione che non pagare continuamente premi e sussidi ed imporre agli spettatori la visione di pel– licole addormentanti. Penso piuttosto che nessuno di questi lavoratoni abbia Intenzione di cambiar mestiere. Comodo vivere alle spalle della col(ettivitd. Ma la collettivUà è stufa • di veder sprecati soldi, talvolta faticosamente guadagnati, senza alcun interesse diretto od indiretto. Gli industriali anch'es11ioppongono: i nostri impianti che sono costati ingenti capitali resteranno inoperosi. Si può rispondere: se non siete capaci di adoperarli economicamente è meglio che tali impianti vadano a farsi benedire. Un'altra volta ci penserete su due volte prima di investire in inau– strie che si reggono solo grazie alla protezione statale~ L'episodio insegna chiaramente che spe_sso, assai più spesso di quanto non si creda, vi è coincidenza di interessi tra lavoratori e imprenditori quando si tratta di darè l'as– salto alle tasche dei contribuenti nonchè dei consumatorj. Coincidenza che si comprende perfettamente, ma .che non deve impedirci di vedere ,come sono in realtà le cose. La struttura -economica del paese deve .wbire (Tadicali trasformazioni. Tutti sono d'accorda su questo punto. Però tutti pensano che tocchi soprattutto' agli altri trasformarsi, adeguarsi alla nuova situazione. · Tutti pensano alla possi– bilità di mantenere il calda posticino conquistato con mezzi non sempre leciti. Ora questa 1ne11talitàdei,-e assolutamente sparire. E' finita (o, almeno, dovrel;,be essere finita) l'epoca dei «succhioni». Dobbiamo costituire la « compagnia deJla lesina » affinchè ogni spesa statale superflua sia bandita. Perciò tutti debbono adattarsi a fare soltanto 'quello che vP.ramente è utile; e l'utilità è chiaramente dimostrata se i 'prodotti sono· liberamente e spontaneamente acquistati. · Molte volte si parla della Recessità di smantellare mo– no~oli. NeS$UII0più di me è d'accordo su questa necmità. Ma attenti a non lasciarsi l!lbbacinare ,da ;parole vuote· di sostanza. Non vi son~ soltanto monopoli di imprenditori, Vi sono anche mon!poli di lavoratori, Jltrettanto deleteri. Ad esempio i Zai:oratori del cinematgrafo; in quanto vo– gliono imporre ai consumatori italiani · pellicole scadenti, sono dei monopolisti della più bell'acqua. E tutti i consu– matori italiani debbono, perciò, energicamente OpP'!fsi alla loro azione di groppo che contrast~ con l'interesse della collettività. - L.L.

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