Lo Stato Moderno - anno III - n.2 - 20 gennaio 1946

suvitch gli disse con un sorriso: • Noi due ci assomifliamo molto. Siamo en– trambi dei cattivi austriaci •· Il 25 luglio 1934 il cancelliere Doll– russ venne brutalmente assassinato e fu impossibile non scorgere in questo vile attentat.o la mano della Germa– nia. Immediatamente Mussolini inviò numerose divisioni al Btennero. Il con– trospionaggio tedesco intercettò un messaggio diplomatico italiano. che una volta decifrato, suonava cosi; « Se l'azione nazista si sviluppa in modo da minacciare l'Austria, le trlll)pe italia– ne entreranno in Austria. muovendo aJla volta di Monaco ». L'intercetta– '!lento di queslo messaggio salvò l'Au– ,tria. La Germania non era ancora pronta ad intraprendere una guerra, tosse pure contro l'Italia. Fino al conflitto abissino la tensione tra ·Italia e Germania fu in continuo aumento. In occasione della fiera di Bari, Mussolini, nel suo stile abituale, '.ece un altisonante discorso in cui con grande sfrontatezza •magniticava la superiorità della civiltà latina su quel– la germanica. Di conseguenza, allorchè il 16 marzo 1935 la Germania ripudiò le clausole militari del Trattato d4 Versailles, l'Inghilterra e la Francia colsero l'oc– casione per convocare a Stresa una conferenza, allo scopo di « decidere una politica d'intesa tranco-inglese-itallana contro la Germania riarmata •. Il viag– gio di Lavai a Roma aveva favorevol– mente preparato il terreno. Mussolini era allarmato dai progres– si della penetrazione tedesca nell'Euro– pa centrale. Poco tempo prima la mag– gioranza dei voti alle elezioni unghe– resi era risultaèa in favore del gover– no Gombos, dimostrando così il suc– cesso della propaganda tedesca nel ba– cino danubiano. Il duce era pronto a collaborare con l'Inghilterra e con la Frnncia nell'interesse dehl'dndipenden– za austriaca, che egli desiderava sal– vaguardare come mezzo per trattare con Berlino. Aila riunione di Stresa dell'undici aprile, Mussolini tenne un lungo di– scorso in cui prudentemente si asten– ne dal dire alcunchè di definito. Pero– rò piuttosto tiepidamente in favore del diritto dell'Austria al riarmo, in vista della sua integrità territoriale, alla qua– le, egli asseriva, l'Italia era p.ronta a collaborare, sotto gli auspici dell'Inghil– terra, insieme alle altre Potenze inte– ressate. Sir John Simon ringraziò il duce in nome dell'Inghilterra, ma lo lasciò nel– l'incertezza. Mussolini promise di com– binare una riunione· a Roma per il 20 del mese seguente, alla quale sarebbero stati invitati tutti gli stati sorti dal– l'ex-Impero Austro-Ungarico. Scopo di questa conferenza sa.rebbe stato di tar– dare la possibilità di concludere patti bilatera\.! per il mantenimento dello sta– tus quo nell'Europa centrale. Il duce chiese quindi a Simon di sondare le inten?l!onl tedesche al riguardo de1l'Au- L~ STATO MODERNO stria. Tuttavia il comunicato pubblicato ·in seguito all'incontro di Stresa non garanti a MussoHni le concessioni che egli si era ~tlato. Pochi mesi dopo l'Italia attaccò l'A– bissinia, violando cosi le leggi interna– zionali e s!iàando 52 nazioni. Fu una mossa arrischiata, perchè se la Società avesse mostrato abbastanza forza da applica.re in pieno le sanzioni contro l'aggressore, solo la Germania avrebbe potuto salvare l'Italia. Tali furono le condizioni psicologiche che diedero ori– gine all'asse Roma-Berlino. La Germania aveva due vie da sce– gliere. O pot'eva approfitta.re del fatto che l'Italia fosse impegnata nella cam– pagna abissina e sanzionata dalla So– cietà, per estendere la propria attività nell'Europa centrale e distruggervi l'in– fluenza italiana, oppure, al contrario, poteva guadagnarsi le simpatie degli Italiani mantenendo verso di loro una benevole neutralità, od anche appog– giando clandestinamente i loro piani nel Medit'erraneo. Hitler decise di attenersi alla seconda a~ternativa, che a suo modo di vedere, aveva il vantaggio di lasciargli maggior libertà sul Reno e nell'Europa centra– le. Gli interes&i dell'Lnghilterra e deJJa Francia, pensava egli, tendevano in due differenti direzioni, la prima essendo interessata soprattutto nel Mediterra– neo. men tre la seconda era preoccu– pata per la· Renania. Ebbe ragione, ed il 7 marzo 1936 fu in grado di far rioc– cupare 1a Renania dalle sue trupt5e. Quanto più durava la guerra con l'A– bissinia, tanto più salda si faceva l'a– micizia italo-tedesca. A Parigi ed a Londra si pensava che la questione austriaca avrebbe nondimeno ostacolato, per lungo tem– po ancora, un reale accordo fra Italia e Germania. Ma la guerra abissina, allontanando di colpo il peso dell'Ita– lia, abbandonò interamente l'Austria in balia della Germania. Fu circa in questo periodo che Sir Austen Chamberlain si recò a Vienna ed esortò gli AustTiaci a non più riporre tutta la loro fiducia nel– l'Italia, ma a cercare di giungere ad accordo con la Germania. Dopo qualche esitazione, il Cancelliere Schuschnigg si recò a Roma dove lo stesso Musso– lini gli comunicò che un eventuale ri– lassamento della tensione fra Austria e Germania sarebbe stato da lui accolto favorevolmente. Non restava quindi al– i' Austria che aprire le trattative con la. Germania. Colloqui segreti si ini– ziarono immediatamente a Vienna fra il Dr. Guido Schmidt e l'ambasciatore tedesco von Papen e fu stabilito un accordo di principio. Il Cancèlliere Schuschnigg e il dottor Schmidt comu– nicarono subito la notizia a Mussolini, che si trovava allora nella sua resi– denza privata di Rocca delle Camina– te. Il duce si disse disposto ad asso– ciarsi ad ogni formula atta a salva.re la dignità di Vienna e' che pUl' sem– brando salva&J.1arda,N l'indipendenza 43 austriaca, l'avrebbe fatto a condizioni che includevano ciò che praticamente era un • Anschiuss •· Come atto d'os– sequio verso Berlino egli dimise il sot– tosegretario agii estel'i Suvitch, di cui si conosceva la poca. simpatia verso la Germania, e mise al suo posto il pro– prio genero, conte Ciano, che mostrava un maggior spirito d'adattamento al voltafaccia e all'ambiguità del suocero. L'accordo austro-germanico fu firma– to a Vienna 1'11 luglio 1936 con la •benedizione• del duce. La questione austriaca era sistemata fra i due paesi. Il 19 ottobre 1936 Ciano partì IJer Monaco e Berlino. Dopo il suo collo– quio con von Neurath, tutte le cancel– lerie ebbero la certezza che l'Italia si sarebbe unita alla Germania. Benchè allora si fosse serbato un geloso segre– to intorno all'accordo noi sappiamo ora che esso stabili: 1) un'azione parallela dell'Italia e della Germania in Spagna; 2) identità d'atteggiamento a Gine– vra, ed impegno da parte della Ger– mania a non rientrare nella Società finchè l'Italia non avesse ricevuto UJl soddis.!iacente rkonoscimen.t? delila con– quista abissina; 3) identità d'atteggiamento circa il nuovo patto Renano che doveva essere regolato. I due paesi s'impegnavano a non negoziare separatamente &d in ogni caso a negoziare soltanto nell'ambito di impegni limitati, escludenti, gli alleati e gli amici della Francia. Pochi giorni più tardi, Il 2 novem– bre, Mussolini tenne a Milano un di– scorso che rivelò l'intera portata del– l'accordo. Per la prima volta egli ac– cennò all'Asse Roma-Berlino e per im– pressionare profondamente. il mondo, egli volle che la cornice di questo di– scorso fosse insolitamente pomposa. Un'immensa folla recante bandiere e– gagliardetti brulicava nella piazza del Duomo a Milano, decorata di enormi iscrizioni e dei colori italiani. Il Duomo era ornato di }arghi festoni di velluto rosso, guarniti di nastri tricolori e con in mezzo la scritta: • Gesù ,che da secoli tieni lo scettro del mondo, assi– cura lunghi anni di trionfo all'Italia e a1 suo Duce, e !a eh? la civiltà del ,mondo tragga eterna luce dalla Roma cristiana•· Gli inni naz:onali italiani si alterna– vano a quelli tedeschi, e i rappresen– tanti Jn uniforme delle organizzazioni hitleriane all'estero occupavano i posti d'onore. Mussolini, soverchiando con la voce le frenetiche acclamazioni, gridò: « C'è un grande paese che si è recen– temente attirat'O le potenti simpatie del popolo italiano. Alludo alla Germania. Gl"incontri di Berlino hanno prodotto un accordo tra i due paesi, su que– stioni particolari, di cui alcune sono specialmente cruciali. La Germania non si associò alle sanzioni, benchè vi fosse incalzata da ogni parte •· (conttnu11)

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