Lo Stato Moderno - anno III - n.1 - 5 gennaio 1946

22 LO STATO MODERNO RASSEGNA_DELLA STAMPA ITALIANA "L'epicentro della battaglia elettorale ". sarà, pensa P. Bondioli (L'Osservatore, 20 dic.: li'atto e diritto) il così detto Stato laico. La discussione sul rapporto stori– co tra Chiesa e Risor&imento, si è arre– stata a tempo (è fac11e rendersi conto quanto essa avrebbe• servito all'obbiet– tività del giudizio storico) per lasciare ampiamente posto a quella sul terreno delle idee e dell'azione politica. Il pen– siero djJÌ socialisti, attraverso vari c-hia– rimenti, e soprattutto attra11erso l'inter– vento di altre voci, non socialiste, ma ispirate a quel laicismo liberale che pur noi consideriamo essenziale allo stato moderno (v. Italia Libera di Milano 23 diè.; Giustizia e Libe:rÌà, Torino, 23 dic., Libertà, Milano, 28 dic.), e per cui di– cevamo l'altra volta che la dottrina li– berale è divenuta oggi pane di. tutti, .è abbastanza esplicito: stato laico è quello che garantisce ·1a piena libertà religiosa, di tutte le forme e manifestazioni di re– ligione rivelat , negando a se stesso qualsiasi_ intervento nell'ambito pro1'rio della Chiesa e chiedendo alla Chiesa di non intervenire nell'ambito dello Stato. E fino ad un ceno punto, i cattolici stessi sono d'accordo. « Se « Stato laico » sìgnifica • Stato autonomo nel suo or– dine che è ordine politico-economico, noi sottoscrivialrio senza riserve la fra– se • (G. Ceriani-, Indagini sullo Stato lai– co, I e II; Osservatore del 23 e 27 dic.); e il terreno comune, che è quello delle buone intenzioni, cioè della genericità, è anche più esteso: • Se una « tiranni– de • vogliamo <Stabilire, è quella della legge morale, unica « tirannide • che fu re__spintadalle moderne.tirannidi statali, le quali ben compresero che la cristiana è una legge di libertà e non di servi– tù • (G. Gonella, L'equivoco del laici• sma, Il Popolo, 19 dicembre): ,;abbiamo combattuto la presunta e pom– posa eUca del f.ascisn1t>... per farci ao;ser– toq di una nuova etica, dell'etica della libertà, di un nuovo Stato garante di li– bertà moralli e pdli<tiche cioè di valori eti– ci che egli non crea ma trov.a nella co– scienza dell'uomo, il quale non può accon– ten·tarsi dell'dnsapido ialicismo ope con l,j impegna ad essere veramente e totalmente uomo •· (Gonella, Seppe!li<lmo la demo– crazia agnostica, nel Popolo di Roma, 21 dicembre): al che va osservato che l' « insipido laicl– smo • non si è mai sognato di non san– cire nè garantire la libertà di ogni ma– nifestazione anche non politico-econo– mica· dell'uomo. Quanto piu si preci- sano però le richieste, tanto più chiara appare la differenziazione, e, dire.i, il conilitto. Per il Gonella l'agnosticismo dello Stato è una forma larvata e mi– nima di' confessionalismo, « poichè una dottrina ed una politica spiritualmente agnostiche costituiscono pur sempre una particolare presa di posiz10ne di fron ;e ai massimi problemi della vita indiv:– duale e sociale • :' se questo è con!.es– sionalismo, ogni filosofia è confessiona– lismo; &iove\-ebbe di più dire chiara– mente che si teme che lo Stato laico -, .soprattutto data la smcerità manristica del partito che ha suscitato la polerÙi– cu - possa essere ostile a deter.mma te .-!chieste politiche del cattolicesimo. Lo Stato laico non i&nora affatto il f1(1tto rEli!iioso nella società: ne è anz, tanto permeato quanto ne è permeata la co– sc,enza pubblica; soltanto, sic ·ome la su;,. funzione è quella di esprimersi me– diante leggi, che statuiscono dei diritti e la loro corrispondente tutela, deve pur guardarsi dall'assumere la funzione de~ntologica, che è propria inv~ce della co~ienza mora:le e religiosa, e non dello Stato stesso. Il linguaggio più franco, è quello di Mons. Ceriani: temperamen– to più dottrinario, evidentemente, che politicamente avvezzo a compromessi. Il Ceriani distingue nettamente una linea di condotta secondo. la~ tesi (cioè una condotta secondo principi) e una se<:on– do ipotesi (cioè in relazione ad una si– tuazione di fatto che non consenta la realizzazione dei· principii) e afferma che il suo partito deve oggi accogliere. e far prevalere la tesi, i cui termini so– no esattamente questi:· « essendo unica la verità religiosa - la quale è precisa– mente ia dottrina rivelata custodita dal– la Ohiesa cattolica - lo Stato ha il do– vere di essere confessionale: ossia ... lo Stato deve favorire la diffusione della dottrina cattolica e non più essere in– differente agli errori contrari •· L'ecce– zione che Mons. Ceriani consente alla esistenza tollerata degli altri cuiti, dif– ferenzia saggiamente la sua richiesta da 1 quella mediovale ·dello Stato defensor fidei, e della pratica successi va del braccio ·secolare; 'ma forse tra questo punto di vista politicamente troppo ri– goroso, e l'anticlericaliSll).O, sussiste pur seII11Prela via indicata dal Gonella stes– ~o, e 'che lo Stato laico, proprio perchè laico non significa nè materialista nè ateo (che sarebbe un'altra forma di im– pegno l'l)etafisico estraneo a esso) è pronto ad accedere la via dei concor– dati. " Tesi e ipotesi ,, costituiscono, dicevamo, un metodo po– litico prospettato con molta chiarezza da Mons. Ceriani; ma ndn gli è esclusi– vo, sibbene si adatta alla prassi dei par– titi o dei ·movimenti impostati su una complessa dogmatica di principi!: ed è il loro modo di accettare e prendere con– tatto con la realtà, cioè di ·allearsi col buon senso. Del quale è un felicissimo esempio la presa di posizione del co– munismo di fronte ai Ji)robleml della struttura economico-sociale italiana (Nuovi sistemi per una vecchia econo– mia, di Vlctor, nell'Unità del 21 dic.):1 • Un.a tesi è emersa ed è stata a lungo dibattuta: to&liere il comdetto capitale di • comando alla proprietà privata e passarlo allo Stato. Va da sè ohe tale principio non &i intendeva appli,oabile lin &enere a tutte le industrie, ma si precisa'Va doversi divi– dere la produzione m<iustriale ùi due set– tori: il primo (industrie-<lhiave; &randi complessi di con.centrazione industiria:Je) controll81to, n secondo &»npletamen1>eUbe– ro in cui dovrebbero ,ssere comprese tu t– te le altre induswi_r in ,&en.ere ». Economia a due settori, per comin– ciare; ma Victor' va più in l~: nessuna eresia peggiore, in questo momento che esige ogni sforzo dell'iniziativa privata, lii una tesi abolizionista nei riguardi della proprietà; nessun ricor~o• alla sta– tizzazione dei mezzi di produzione! sia perché la burocrazia statale non è pre– parata a costituire lo scheletro organiz– zativo dell'industria, sia perchè la fre– quente mutabilità del Governo, in un regime democratico, non garantisce la continuità e lo svolgimento normale della produzione. Tutto giusto; noi os- 1,erviamo solo che continua ad essere valida' l'istanza della logica hegeliana dell'identità di metodo e dottrina: ac– cettato un ffi!!todo, non si può, in base ad esso, non. rivedere la dottrina stessa: ed è ciò che il P. C., divenuto partito di Governo, sa fare con abilità pari, cre– diamo, alla schiettezza. 'Ma dopo lettu– re di questo gener~, non ci meraviglia– mo più del disori~ntamento dell'elettore medio di fronte al termini di destra e di sinistra; ora sono le sinistre che chie– dono che l'economia sià appena control– lata <!allo Stato per quel che riguarda i grandi complessi Industriali, e per il resto si affida al liberismo; ed è la de– mocrazia cristiana (cioè, pensavamo, un cattolicesimo liberale) che vuole fare, bene o male, dello Stato uno Stato eti– co: con ,inferventi, cioè, non pcivi di peso nella vita dei, siniioli. 9 11,.. (

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