Lo Stato Moderno - anno III - n.1 - 5 gennaio 1946

LO STATO MODERNO 21 RASSEGNA DELLA STAMPA ESTER.A Nei mondo intemazionale del dopo– guerra la· situazione della Gran Breta– gna risulta la sintesi di due eleme!lti difjerenti: essa è da un lato uno del grandi complessi impe<riali ai qua,!i .sol– tanto compete una posizione di primo piano, dall'altro una vecchia nazione europea, e, come tale, espressione ge– nuina dei molteplièi aspetti della civil- ' td di questo continente. Per questa ra– gione una rassegna della stampa bri– tanni.ca , mentre apre al lettore italiano i! vasto giuoco delle forze politiche mondiali, lo .jntroduce ad esso attra– verso il comune denominatore di un punto di vista per molti aSPetti analo– go, in quanto frutto di attitudini e ten– denze elaboratesi da secoli. Iniziamo quindi la nostra « rassegna della stampa estera • con due articoli tratti dalla stampa periodica britanni-• ca, ripromettendoci di estende-re il cam– po nei prossimi numeri sia alla• stampa d.ei grandi organismi statali che ora dirigono la politica mondiale, gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica, sia a ,quegli stati cui l'avvenire politico .del!' Italia è più strettamente 'legato da circostanze storiche e geografiche, come la Fran– cia, la Svizzera, la nuova Germania ecc. I rapporti anglo-r.ussi La Natlonal Review pubblica nel nu– mero di dicembr.e un articolo di Sir Fram:is Lindley dal titolo How best to get on with Russia, dove l'autore, dopo un para1Ielo tra ,regime e metodi na– zisti e comunisti, si rifà alle caratteri– stiche storiche della -rivoluzione bolsce– vica e à!le direttive ideologiche del go– verno sovietico fino allo scoppio della guerra con la Gerrn;:mia e du.rante Il conflitto. Un esame dei rapporti tra il governo sovietico e la Polonia nell'epo– ca appena trascorsa serve di introdu– zione all'ultima ,parte dell'articolo: cui più esattamente si riferisce il titolo: « Che diTe d~li altri paesi sommersi dai Russi? li loro destino è il medesimo di quello della Polo,µa. Esclusi òa una fer– reà baniera, da ogni eontafto con ;J mon– do e<>terno, noi sappiamo quel ohe vi ac– cade da ciò che pu·bblicano i comunisti stessi e dal racconti dei profughi. Ma il corso degli eventi è .chiaro a chiunque sia aivvezzo aJ solito gergo. ln Bulgaria, Jugoslavia e Rumenia sono strombazzate « rLrorme • agrarie -e l'eliminazione. di tut– ti gli elementi «fascisti•· In altre parole i governi comunisti sono stati instaurati con l'usuale accompagnamento di. soppres– sione della ttUgione, esecuzioni in massa e deportazioni. A Trieste le nostre stesse truppe sono testimoni òi questi fatti, com– piuti sotto :i loro stessi occhi, .; non in– tervengono. In Grecia il piano falli uni– camente perchè vi erano delle truppe di occupazione britann~he e non russe. Non è ~!oso ·-chiedere se tali sistemi possano essere impediti da un più fermo atteggiamento da parte dei governi bri– taimdcp ed __amerleano... •· La conclusione è anche più violenta: • Una collaborazione è naturalmente fuori di questione non fosse altro che per il fatto che le aziorti russe provano che il governo sovietico la lascerà svanire nel nulla. Nel [oro proprJo .paese, come nel paesi da essi oocupJJW, 1-astampa e le au– torità non ·cessano di vilipendere i loro ex :fratelli d'armi. I loro interessi morali e rnateriald sono trattaiti con _aperto di– sprezzo e non è quasi tollerata la loro presenza. Il fallimento deHa conferenza dei rnuitstri degli esteri a Londra palesa in che ,sftuazione siamo e come dovrèmo comportarci nel futuro. La nostra linea di condotta è chiara. Tutte le potenze che non hanno ripudiato la, civiltà cristiana e l'etica occi,dentale debbono riunirsi e ricordare ai Russi che sono esse e non questi ultimi a possedere a lungo andare la forza sommergente. Siano invitati i Russt a conferenze e scambi di vedute co– me nel passato, ma ~ essi insistono su una tattica •rovinante•, Je alltre potenze si accingano a.Jla ricostruzione dello squas– sato mondo senza di loro. Con essi nulla st potrà fare se persistono nel loro at– tua.le umore arrogante•· La Nationat Review, rivista conser– vatrice, nota in calce che e:;sa non può consentire alle vedute espcesse dall'au– tore. Di fatto tale straordinario svro– loquio, volutamente accenruant.e certi aspetti della politica di penetrazione <'Ussa, deve considerarsi frutto di una convinzione particolaristica che non trova riscontro nelle vedute • centrali • del partito conservatore inglese. Va tut– tavia tenuto conto della posizione del– l'autore, • eminente diplomatico». Il proh_lema dell'Asia orientale John Morris, capo de1La se<Z'ione p& gli affari d'Estremo Oriente del London Ca!ling, scrive nel numero del 15 no– vembre: « La libertà, o piuttosto il desiderio di esse, è la causa de!Jl,a presente situazione in Estremo Oriente ... •. « ... La situazione è questa: tanto m In– docina come nelle Indie orientali ol-ande&i un movimento nazionallista .-!fiuta di ri– conoscere da forma di· governo esistente prima della guerra. In In<lonesia il mo– vùment.o è diretto dal dott. Socl<arno, che invero fu un tempo deportato dagli Olan– desi per la ooa attività ri-voluzionaria. Du– rante la guerra Sockarn.:i eollaborò atti– vamente con i Giapponesi e per questo gli Olandesi rifiutano di collabora-I'\! con lui...•· • ...Gfi In<loneslani s'!llilo che essi com– battono per la bbertà del loro paese e non vedono alcuna ragione per non dover be– 'neficare immediatamente dei privilegi de– lineati dalla Carta AUantiea. Gran nu– mero di essi erede (e ciò è dovuto alla propaganda giapponese) -ohe gli Alleati lntend8;Ilo :inganna-rll e che, · se essi non agiscoqo ora, le loro P0',SLbilità di otte– nere la libertà svanir~o per sempre. Ora, non vi è alcun dubbio che I popoli dell'Estrem·o Oriente soffrirono assai d! più sotto i GiaP1Ponesi di quanto non SQ!– fr!sser-o i popoli dell'Europa sotto i Te– deschi, ma i Giapponesi insistettero sul lirutto che unG volta che essi avessero viin– ta la flUerra, avrebbero dato cpmpleta Jd– bertà ed Indipendenza ai popoli del tcr- • ritori occupati. .. Se le Nazioni Unite non considerassero. ora le Jegittimé aspirazio– ni dei popoli d'Estremo Oriente da essi dipendenti, esse faranno germofli.are il suolo con J semi piantati dai -Giapponesi•· . - Qu3nto a•lfa situazione in Cina «sareb– i>e un errare supporre -che essa non sia seria. Essa è estremamente seria. Il pic– colo raggio di speranza sta nel !atto che tanto il governo centrale quan,to I eomu– nisti sembrano desider.are la medes:fma cosa, una Cina unita e torte, quantunque la situazione sia molto simile a una gara i;,er il potere tra le due parti ... •· « Nel complesso ii quadro, non è sco– raggiante. l'l einese, sia egli membro del Kuomlntang o del partito comunista, non desidera vedere il suo 11Jlese diventare il campo di battaglia degli eserciti cinesi - )}CISSib:•lmente spalleggiati da potenze estere. • Questa sembra essere - grossolana– men te - la situazione del momento. Sono ben conscio di aver .reso tutti questi pro– blemi assai più S€mplki di quanto essi in realtà non siano; ma la pa1ese aspira– zione aìla libertà e al!Jla democrazia di pa•reccht m!Jlon.i òi uomini ci fa · render conto esaurlen~mente della situazione. Il problema è - e spetta a tutte le Nazioni Unite d-! risol-verlo - ,:ome darle loro senza porre In pericolo la pace Ntura di tutto l'Estremo Oriente•. Ci è piaciuto far seguire alla tenden– za personalistica dell'articolo preceden– te, questo quadro obbiettivo non a,llar– mistico ma serenament.e realista della situ.azione estremo-orientale, parte tan– to vitale, in questo momento, d~lle com– petizioni politich•mondiali. O. Z. DI MONS L'Italia che .scrive Dopo oltre due· anni di forzata inter– ruzione, L'Italia che scrive, la notissima rivista bibliografica fondata or sono 28 anni da A. F. Forrniggini, riprenderà prossimamente le pubblicazioni, con una rievocazione del suo fondatore, nel set– timo anniversario della su.a tragica scomparsa.

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