Lo Stato Moderno - anno III - n.1 - 5 gennaio 1946

" I una ispirazione di carattere sociale, co– struendo quei nuovi ordinamenti sta– tali e locali che costituiscano sald1 ga– ranzia cii difesa della libertà per le mi– noranze, affinché nessun entusiasmo· di rinnovazione o di •reazione possa di– ventare strumento di nuove dittature. Aiexis de Tocqueville nel suo clas– sico, e più che mai vivo trattato De lo. démocratie en Amérique (1835) preve– de in modo profetico l'accrescersi de– mografico e di potenza dei popoli an– g:oamericano e russo, l'uno al:e prese con la natura, l'altro con gli uomin:, LO STATO MODERNO l'uno con la vanga e l'altro con la spa– da: « Per raggiungere il proprio scop,J il primo si fonda sull'interesse pers•,– nale e lascia agire liberamente la forza e la ragione degli ind:vidui. Il secondo concentra in qualche modo in un solo uomo tutta la potenza della ,società. L'uno ha come principale mezzo di azione la libertà; l'altro, la servitù. Il loro punto di partenza é differente, le loro vie sono diverse; non di meno, ciascuno di essi sembra chiamato da un segreto disegno della provvidenza a tenere un giorno ne!le proprie mani i 19 destini della metd del mondo•· L'espansione dei due· grandi popoli che il Tocqueville con la profondità dello studio e il colpo d'ala del genio prevedeva -oltre un secolo fa é ora una realtà. Compito fiell'Europa é di risorgere per costituire fra di loro la congiun– zione, la intelligente cerniera fra le differenze inevitabili, il terreno di stu– dio e di compenso tra le forme suscet– tibili di adattamento; con il metodo della democrazia, nella sicura garanzia della libertà. GIULIO BERGMANN RASSEGNA BIBLIOGRAFICA M.me de Stael Réflc:cions sur la paix Accortamente C. Cordié hi1 curato Ja pubblicazione delle « Ré~:exions sur la paix • deJ.la signora di Coppet, per i ti– pi d :U'I.E.I.; oltre al loro sign\ficato storico, !rifatti, siamo ad esse debitori di un valore memorativo ed attuale, spec:e alle « ·Réflex.:ons sur la paix intérieu– re », scritte nel 1795. Anche' noi, oggi, in 'Italia, f1tichiamo a raggiungere la pace inte-rna proprio come i Francesi in quei tempi e non per ragioni minori, anche se meno temibili e più qU:ete, non vi può essere soluzio– ne stabile e democratica se non é risol– to il problema principe: quello istitu– zionale. In compe~ il panorama delle opinioni politiche in Fruncia era più 1impido. Oltre che i giacobini ed i mo– narchici assolutisti, si d:videvano i voti del paese i repubblicani moderati ed i costitU21Ìonali monarchici, verso i quali in un primo tempo si erano d,;·rette le sìmpa,tie della St1iH. · Còstei però si avvide nel 95 che difen– dere· la monarchia significava acconsen- · tire invo!ontariamE:<nte al gioco sia dei moilllrchici estremisti che dei ,repubbli– cani rivoluzionari. Se noi cercheremo, scriveva ~'ispiratrice ru Constant, di ri– stabilire una mona11:hia invi.sa ed odia– ta, non potremo che suscitare: o una violenta reazione, p?rché i monarchici, preso possesso del potere, poco sicuri• de1l'aderenza della nazione, abbandonati dai liberali che costitu:scono l'éli~e del paese, s~ costituzionali che repubblica– ni, t:mòPosi delJe imponenti forze re– pubb:ica~e estremiste, si appoggerebbe– ro ag,li adepti deU1 monarchia assoluta, e di conseguenza giungerzmo di nuovo alla tiranndde; ovvero la rivoluzione ed il sopravvento delle forze demag,og:che, iJ terrore. Qualsivog:ia monarchia non si regge– rebbe cioè che p~r mezw di una révo– lution sanglante, perché, affinché ciò non fosse, sarebbe necessario che alme– no si possedesse la certezza di un ab– battimento deHe barriere dei .prlvi!egi, che la bilancia del poteri fosse assicu.. rata con le istituzioni repubblicane, che, infine, il re non giungesse al trono, co– me oggi, mentre domina il caos delle leggi e dei costumi, vale a dire con tut– te le chances per il dispotismo. (Abbi'!l– mo quasi tradotto dalla Stael. E si può parnfrasare anche nei riguardi della si– tuaZ::one itaJanà, tenendo presente che la monarchi•a, la quale non può ambire ad a1cu.n dispotismo in senso proprio, pel'pelua un abito, un'indirizzo dispoti– co). Perciò la Stael ind:rizza una vivace e commossa peroraZ::one ai cost;tuziona_ li, affunchè si avvedano - nel comune od~o alla tirann~de e nel comune amore alla Libertà - della necessità di unirsi con i repubblicani modera ti, abbando– nando la monarchia, e consacrandosi ·a-1- l'ideale di una repubblica federale. I co– stituziona•li, comportandosi cosi, non fu– ranno che &:mostrarsi conseguenti ai loro principi: « se la libertà non può es– sere raggiunta che attraverso tale for– ma di governo, i fonda tori della costitu– Zlicme del '91, debbono essere i difensori di quella d-el '95 •. La crisi verte, per la Stael, su di un,1 incapacità dei moderati di accordarsi, sventando ogni reazione d€magogica o assolutistica. Apparentemente la crisi presenta in Italia a-ltro aspetto, ma, intimamente, la diff;coltà fondamentale non é diversa, e a poco a poco ~e noda si vanno distri– cando. E' molto probabile che se non ci foss~e le truppe alleal~ ru s,tanza nella •penisola an.dremmo dritto filato in brac– cio •ad una reazione de:Ja plebaglia fa– scista, che oggi depreda i cittad:ni, tra– vestita nelle più svaria,te maniere. Il panorama politico italiano é forse più inc.z,rto di quello francese dÌ aJ.lora: due partiti soltanto si trovano al di fuo– ri del clima di crisi, di scissione inter– na, di dissoluzion~: i comunisti ed i de– mocristiant Ma hanno seguito rea~e nel paese di forze democratiche, oltre che numeriche, che contribuiscono ad una 'Chiarificazione di idee politicpe? E' una domanda che lascia perplessi. D:fatti, gli altri tre -partiti itaU1ni, in,vece, i quali mancano di app:gli confessionali, si di– battono in convulsioni disperate. U par- tito d'azione si sta ·scindendo in sinistra sinda,calista-comunistoide, ed in destxa libe>ral--clemocratica. Il partito Uberale offre a destra lo spettaoolo di un con– servatorismo monarchico, mentre la si– nistra tenterebbe di raggiunge~ un ac. cordo con elementi affini di altri parti– ti, impostata anch'essa su di un libet'a– lismo repubblic-1no. Il partito socialista stenta a definirsi chia,ramen>te, per la dl.ff €irenzia sostanzia•le tra n socialismo uman:sta di Silone ed il proletariato fu– sionista de1la sinistra. A seguito di ,coteste riflessioni, affatto peregr:ne, che gli scritti della figlia del Necker suscitanq in noi, ci domand:a– mo: per,ché non si tenta, superando gli interessi personali e i timori delle pa. rote, un accordo tra tendenze consi'mlli che permetta la formazione di un ,par– tito, il quale assicuri la empirica e sodà concezione d?illiarealtà propria degli in– glesi, sotto l'uma.nisµca visione dei lati– ni? Un partito che risolva le crisi inter– ne dei tre partiti di centro, e rua modo a questi stessi d,i sc:ndersi, consolidando in tal maniera la destra in un meno ambiguo e più vitale conservatorismo monarchico, e la sinistra in un più omo, geneo comunismo? Non é affatto neces– sario che un tal partito sia un nuovo partito: la formula pratica non importa - può e~ la scissione ed il consoli– damento di uno dei tre sopraddetti - •importa la visiope più •larga della vita poEtica. Oggi,: infine, non è neppu-re richiesta ?er il successo di u'na siffatta tendenza la creazione di un ideale che fanatizzi le !.olle; queste istesse sono tediate dal . fana>t:smo, e la mancanza di fanat:smo sarà torse i.J mezzo migliore per mna– tizzarle; ma se proprio ve ne fosse bi– sogno, se non altro quale stendardo fo_ dicatore come nel '95 si può riven~:care l'ideale della rep1Jbb1ica democratica e lecentrata: ecco un altro avvertimento , G, F. DRAGHI

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