Lo Stato Moderno - anno III - n.1 - 5 gennaio 1946

14 LO STATO MODERNO • condano la Germania dipenililvano in vasta misura dalla c'emJanià stessa per pezzi di ricambio, macchine utènsili, come pure per carbone, potassa ed a:tri ferti:izzanti. Distrug- 5ere queste essenzia:i industrie tedesche significherebbe im– mobilizzare mo'.te industrie che da esse dipendono. Tuttavia non si -dovrebbe permettere al sistema tedesco dei cartel:i dl sopravvivere. Oltrepassare i limiti nella distruzione del potenziale bel,ico della Germania significherebbe un abbas-, samento dell'intero :ive!:o di vita de:J'Europa ed un ritardo ne'.la ripresa mondiale». Commercw britannico. - La commissione ritiene che .Ja so'.uzione degli attua:i prol>'.emi relativi al commercio estero deg'.i Stati Uniti coi paesi che si trovano entro la cosiddetta « area della ster:ina » debba essere raggiunta come requisito basi'.are per prestiti su vasta sca:a a:Ja Gran Bretagna. Essa ·riconosèe la necessità basilare della Gran Bretagna <li espor– tare a:!o scopo di mantenere intatto il live'.lo di vita de:la Gli aiuti economici dell' U.N. 8. R. A., L' U. N. R. R. A. offre agli italiani per il 1946 un quan– titativo di merci varie per un importo complessivo di 450 milioni di dollari. Detratte le spese di trasporto ed assicu· razione, calcolate in 90 mUioni di dollari, si ha un aiuto effettivo di 860 milioni di dollari. Gli italiani s0110molto grati agli statunitensi per questo aiuto. Siamo poveri- Abbiamo bisogno di tutto. E questa elemosina (diciamo pure pane al pane e vino al vino) è bene accetta. Ringraziamo, dunque. Una notevole parte degli aiuti dell' U. N.,R. R. A. sarà costituita da generi alimentari. La minor parte da materie prime industriali. Per quanto riguardo i generi alimentari lo distribuzione agli effettivi consumatori sarà abbastanza age– vole, perchè, in definitiva, si tratterà di continuare con fat– tuale sistema del tesseramento. Per quanto riguarda le ma– terie prime industriali, invece, il problema è assai più com– plicato. Infatti tali materie dovranno essere elaborate, con numerosi passaggi da- industria ad industria, finchè si arri– verà, attraverso il commercio, al vero consumatore. Basta enunciare questo per intendere subito la quasi impossibilità di far giungere la merce al consumatore a prezzi LA NUOVA EUROPA SETT.lJICANALE D.l PQL.lT.lC.4. E LETTERA.TURA. Direttore: LUIGI SALVATORELLI. Redattore Capo: MARIO VINCIGUERRA. Redartori: GUIDO DE RUGGIERO,1.JMBERTO MORRA, PIETRO PANCRAZI. Segretario di Redazione: ALBERTO PICCONE STEI.LA . Direzione - Redazione - Amministrazione R OMA . CORSO UMBERTO I, 47 sua popo'.azio"r. Mentre è natura: e che l'Inghilterra conti– nui ..nel contro::o de:le sùe importazioni, nel sistema degli acquisti governativi e<l in alt~e misure restrittive, dev'essere data l'assicurazione che il commercio verrà reso libero nel più breve tempo possibi'.e. Lo stesso principio dovrebbe essere applicato a!:'abolizione dei controJ:.i sU.:la valuta, che· sono .stati resi necessari da'.:e condizioni be::iche e che ven– gono cont:nuati come risultato dei débiti di guerra contrat– ti in pa~i neutrali ed in paesi compresi ne:Ja zona de'. b:oc– co de:la ~terlina. Questi contro::i in realtà impediscono al presente qua'.siasi grosso acquisto neg'.i Stati Uniti da parte di paesi quali ;'India e l'Egitto. Essi sono accresciuti da ac– cordi bi'.atera!i che sono in corso di negoziazione e dal!a continuazione deg:i aocordi di Ottawa che concedono ta– riffe preferenziali entro il territorio britannico. Anche que– sti accordi dovrebbero essere modificati. GIUSEPPE LANZARONE adeguati al reale costo di trasfarmazio11e del!e materie prime in aggiunta a ·quello delle 'materie prime stess~. E ciò pe, la mancanza di sistemi di razionamento e di organi di co11- trollo. Coloro che hanno fincarico di distribuire le materie prime dell' U. N. R. R. A. Si trovano di fronte ,ii due possi– brnà. Fare lavorare le n1!Lterfo da po.che 111ziende in grado di offrire solide garanzie wca i costi ed i prezzi di i:endita. Oppure distribuire materie prime a tutte le aziende, in base a coefficienti di car.attere tecnic-0. Adottando la pri1111J soluzione c'è indubbiamente la possibilità di controllare lo rendita in modo che il prodotto finito giunga al consumatore bi,sognoso a prezzi adeguati ai costi. Adottando la secondo soluzione, invece, tale possibilità di controllo svanisce e c' ~ giustamente da tenwre che molta merce prenda la via poco pulita della borsa nera. Però nel primo caso si ha un con– centramento di attività in poche aziende, meljtre nel secondo caso si ha la possibilità di distribuire lavoro. con maggiore. equità. Sono così in contrasto ragioni economiche e ragioni so– ciali. Come risolvere il dissidio? Con quale compromesso? Non è facile rispondere. Personalmente, se dovessi provve– dere ad una tale distribuzione di moteria prima, propenderei per la prima soluzione. In fin dei conti gli aiuti dell' U. N. R. R. A. hanno un fine eminentemente assisten::iale: e quindi è d"uopo studiare modalità di controllo nel!a distribuzione che 1 meglio garanti5cano il raggiungimento di tale fine. C'è un punto, tuttavia, che occo,rre lienere ben p'l'e8erlte. Gli aiuti de,·u. N. R. R. A. oono insuffiaenti per avviare, ad un ritmo anche ridotto, l'attività economica italiana. Sono perciò assolutamente necessari aiuti di altra natura: non a titolo assistenziaÌe, bensì a titolo industria/e. Se non altro gli Alleati debbono concedere maggiore libertà per il nostro commercfo con Z: estero. Non si potrà fare molto perchè poco abbiamo da barottare con paesi stranveri. Ma qua:che cosa si potrà combinare. Gli aiuti de/l' u. N.1t R. A., per conclu– dere, dunque, sono una cosa e richiedono adeguati controlli. Ma l'attività industriale italiana è un'altra cosa: e richiede un'adeguata libertà. Non è possibile. confondere le due que– stioni, come qualcuno, volontariamente od involontariamente, ha cercato e cerca di fare. Parlar chiaro, in questo caso, è forse l'unica politica che può recare qualche frutto. L. L,

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