Lo Stato Moderno - anno III - n.1 - 5 gennaio 1946

• LO STATO MODERNO 11 , ces!l in Africa del Nord, rendendo così impossibi'.e la messa in scena di Vichy. Vichy, roccaforte de::o stato maggiore, non aveva il di– ritto di far i: processo ag:i uomini politici di Riom; ma se un giorno o l'a'.tro si dovesse fare il processo ai responsa: bili de[a disfatta, non sarebeb certo Da:adier che potrebbe proporre l'accusa. Certo ci sono ne:!e co!pe gradazioni infinite e dal mas– simo di responsabilità di un Lavai, il qua'.e ha preferito ri– 'nunciare a difendersi da:J'accusa di tradimento, d'intel:igenza con il nemico e d'aver loscamente trescato con :ui a proprio vantaggio; dalla responsabil:tà di un Pitain, soprattutto co!– pevole di essersi assunto il peso di una carica a:Ia qua:e le sue forze non bastavano, anzi divenivano di giorno in Jiomo più impari; si giunge sino a!:a responsabilità generica di tutta la classe dirigente de::a Francia de::•anteguerra. E' da quel mondo che Vichy è uscita. Il co:po di stato de'. luglio 1940, se fu più f~rtunato de– g:i altri di destra e di sinistra anteriormente progettati e fal– liti, fu perchè la presenza de]o straniero aveva rotto quel– !' equi•:ibrio di forze che ancora esisteva tra i gruppi opposti, ma il c:ima preesisteva. La corruzione de: mondo di Vichy era, più ipocr:tamente ve:ata, nè più nè meno quel:a stessa in cui maturarono fra le -due guerre gli scandali !a cui eco è ancora viva ne:Ia memoria di· tutti. Taluni fra g:i accusati hanno pagato i! loro operato con !a pena capita'.e. I giurati che pronunciarono il verdetto, a'.cuni dei qua:i erano stati i compagni deg:i uom'ni de:la resiste_nza di cui V.ichy versò o non seppe risparmiare il sangue, hanno fatto loro nei confronti del vecchio marescial:o i'. punto di . vista che fin. dal 1941 la resistenza sosteneva nei suoi fogli c'.andestini, affermando che « egli ha de!egato praticamente i propri pot,jlri ai suoi ministri ed è di fronte a, !oro ne'.:'im– possibi'.ità di far trionfare il proprio punto di vista » (2), e così accompagnarono !a condanna a!la pena capita'.e di una· richiesta di grazia, onde trionfassero contemporaneamente il principio e !a giustizia. Sono questi stes.-i uoq,ini usciti da tutti gli strati socia\ cl_a! popo'.o de::·e città e dei .campi, da:le fi:e de::•esercito, dai vari gradi de::o stato maggiore, dai quadri del:a borghesia, in cui c'era già al:o scoppio de'.'.a guerra un largo fervore di rinnovamento - sono questi uomini, la cui sensibilità s'è affinata in un lento travag:io quinc;uennale, ne::a lotta intima suscitata nel ,oro animo daTonta de]a disfatta, da:Je sofferenze indi– vidua'.i e col:ettive, le cui forze si sono temprate nel:a :atta c:andestina - sono questi uomini che , chiamati oggi a ricostruire il paese in grave crisi di rinnQvamento, dovranno, non più seduti ne::•aula di un tribun:i:e, ma com'e cosèienza de::a nazione, pronunciare !a condanna di tutto qu~! mondo il qua'.e rese i::.ossibi'.ela pCLitica francese <lel:'anteguerra, sia a.:l'interno del paese sia nei confronti degli a'.tri, e eh~ fu fautore o di un ord:ne di cose che portò al governo di Vichy o di que: governo stesso. Il processo di Riom fu, e non poteva non essere, una congiura di palazzo: il tenta– tivo fatto da que: mondo per liquidare uno deg:i .elementi ant'tetici che racchiudeva in sè a favore deù'.'a'.tro. Il pro– cesso contro Pétain, centro Lava:, contro i co:Jaborazionisti, se deve avere un signif:cato veramente naziona:e, deve e;sere la sentenza .pronunciata da:Ja nazione assurta a più chiara e rinnovata coscienza contro il proprio modo di essere d'ieri, sentito ed espunto come errore su-perato (3). FEDERICO FED,ERICI 2) Combat., dicembre, 1941, n. 2, (3) Queste note furono scritte prima che il processo contro Lavai si chiudesse. Tutti sanno ormai come esso si è svolto in un c!:ma torb'.do e sia stato lontano daa'a,s.solvere, in uno con la sua opera di giust!z;a, un'opera d: chiarificazione. Lasc'.amo · tuttavia invariate queste righe conclusive che ind:cano quale, secondo noi, avrebbe dovuto essere il suo u.ffiei<>nel quadro storico della Francia odierna. POLITICA Gran<li e UNIVERSITÀ RIA piccole . . qu~stioni Su giorna'.i e riviste si discute, ed è bene, in ordine a'.'.a l'autonomia delle faco!tà e in più riconosciu'.i dalla legge. E. prPsente e futura coudizione de:J'uniVe1sità ita:iana. Grandi voglio, a questo proposito, rico1dare che sotto De Vecchi e piccole quest:oni vengono a]a luce. Purtroppo que]e grandi e Bottai, i professori universitari usarono ed abusarono, a loro sono destinate a rimanere tali chissà per quanto tempo, e piacimento, dei jus murmurandi. Tutté le volte che i due fo!'le a non essere riso'.te mai- Quelle p:ccole invece. in ,:u::mto Ticordati ministri trasferivano da una università aTaltra qua!– piccole, non richiamano l'attenzione dei più; passano inos- che professore senza chiamata erano alti· lai: sembrava che servate e vengono spesso risolte senza che ·J'interèsse della cascasse il mendo. Venne la liberazione e venne anche il !)Ollettività sia tenuto in debito conto. Male, assai male, per- decreto che ricollocava nellé originarie loro sedi i professori chè la risoluzione del problema universitario è presupposto abusivamente trasferiti- A questo punto il lettore ingenuo cosa di queJ.:a, assa1 complessa, r:guardan'.e il problema della fu- potrebbe immaginarsi? Che le facoltà, finalmente,,.libere, fi- tura class-e dirigente italiana, di cui ogni giorno -più si sente nalrnente sovrane, riprende.;sero il loro diritto di chiamata. il bisogno e si deplorano le defic:enze. E mi pare che basti ~ Non più mormorii, bensì chiare decisioni, unicamente dettate dir questo perchè si afferri tutta l'importanza de'.:'argomento. da ragioni scientifiche, perchè è chiaro che I un:versità non Anche Adolfo Omodeo ha discusso recentemente di po- è un istituto di beneficenza: devono entrarvi e successiva- ' litica universitaria: sul Corriere d'infOfflUlZioM de: 20 di- mente circolare soltanto coloro in grado di dare chiara dimo- cembre 1945. Ha toccato vari problemi, uno dei quali ri- straziane delle loro capac·tà scientifichii, E per nessun'altra guarda i trasf imenti dei professori universitari. Egli teme ragione. Siamo d;accordo? . che :a :egge ogg( vigente, che dà a::e faco'.tà ampi diritti di Niente di tutto questo: :e faco:tà ita(iane, tranne una, hanno decidere sulle chiamate, nonchè concrete salvaguardie a tutti tutte confermato, a ouel che mi risulta, i professori abusi- i professori, possa, in un tempo più o meno lontano, esser vamente trasferiti. M; con quale coragg:o ci si può ora :a- messa nel dimenticatoio dalla « potente burocrazia centrale ;,, ·rnentare dei procedimenti dittatoria:i dei ministri fasci– Questo suo t:more è certamen'.e fondato. Ma non per le ra-- - sti? Le loro ecce::enze avevano perfettamente ragione. gioni che l'Omodeo ricorda: cioè indipendenza delle facoltà A::a streg'.f ·dei risu:tati sopra ricordati appare ch:aro Jispetto alle università. Piuttosto per la tendenza dei profe~ che De Vecchi e Bottai· bene tiasferirono, se poi le fa- sori a non far sempre valere tutti i loro diritti, deriv.inti d!M- co:tà, sempre salvo una, in piena libertà, hanno conva:idato

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