Lo Stato Moderno - anno II - n.22 - 20 dicembre 1945

LO STATO MODERNO 367 L__ N_O_TE_Q_U_I_N_D_IC_I_N _ __, Formando il Ministero L'inizio del mese di dicembre ve– deva ormai il nome di De Gasperi co– me il solo ancora capace di poter ri– condurre tutti i partiti dissidenti sotto uno stesso tetto. Nuove difficoltà pa– revano sorgere dal dilemma di .Ruini se passare all'opposizione; non chiaro ancora se puramente formale. I libe– rali chiedevano per la Presidenza una personalità estranea ai partiti: dopo pochi tentativi vi rinunziavano. Altret– tanto importante, se non di più, sem– brava loro il risultato di vedere il por– tafoglio degli Interni in mano aa una personalità di destra. Credeva il se– gretario della Democrazia cristiana di poter annunziare in via ufficiale il giorno 5 che, terminati con un com– promesso di massima i difficili nego– zia ti, accettava l'incarico di formare il Gabinetto. Senonché un mzmoriale po– litico liberale presentato all'approva– zione dei partiti veniva a segnare un passo indietro nella soluzione della cri– si: mentre alcune formulazioni rima– nevano generalmente sottoscrivibili da tutti i partiti altre risultavano per quelli di sinistra chiaramente inaccet– tabili. Di fronte alla minaccia di un prolungarsi del dissidio De Gasperi in– terveniva dichiarandosi deciso a dare al paese un Governo, assumendo egli stesso gli Esteri, rinunciando anche, se costretto, alla collaborazione del par– tito liberale e costituendo una coali– zione dei parti ti rimanenti. E, caduto un ultimo tentativo di conciliazione ad un governo a cinque parve Si dov~sse giungere effettivamente, quando nella notte sul 9 i ministri liberali decide– vano il loro rientro nella coalizione. La notte del 10 la lista definitiva del Ministero poteva venire comunicata. SLITTAMENTO A DESTRA? Se la si esamina criticamente vien fatto di domandarsi della effetti– va necessità della crisi (si vedano gli spiacevoli commenti dell'Economist) - la nuova compagine appare espressione di un equilibrio non molto diverso dal precedente. Un equilibrio forse - ci sia permesso il bisticcio - più equili– brato. 11 moctello della recente coali– zione francese <:i salta subito all'oc– chio: ed ahche alla luce di esso è chiaro come non si possa parlare di uno spostamento ve ·so la destra, te– nuto cont,;i delle recenti dichiarazio– ni progrei.s_iste della Democrazia cri– stiana. Ma per la prima volta si ha in Italia che il PresUente del Consi– glio provenga da un partito dichiara– tamente confession,.:e, base politica questa che non ha alcun riscontro in nessuna delle due grandi democrazie anglosassoni. Se .dei problemi sorge– ranno è troppo presto antivedere: una temperata soluzione non dovrebbe es– sere difficile ad ogni eventuale situa– zione complicata, con l'esperta figura di De Gasperi. Solide e non intaccate sembrano le posizioni socialiste, men– tre i comunisti aggiungono ai prece– denti l'agognata Agricoltura. Ai libe– rali, a parte il tradizionale portafoglio del Tesoro, ron sono rimaste grandi posizioni: sulla dibattuta questione del– l'immissione di elementi •apolitici• (ahimè Croce politico non è più Croce filosofo) un comunicato ha precisato che « l'ampliamento del ministero con personalità estranee ai partiti... rima– ne un obbiettivo da attuarsi appena possibile •· Se i contrasti sono stati violenti essi hanno costretto i partiti ad una chiara presa di posizione di fronte ai problemi; costringendoli a rivedere le proprie concezioni ne hanno però anche gravemente scossa la loro struttura. Se la Sinistra cristiana è ad– dirittura scomparsa nella lotta scio– gliendosi, i demoliberali sono apparsi avere • due anime • e i giovani liberali sono entrati in esplicito dissenso col loro partito. La reazione dell'opinione pubblica non pare sia stata quale da una parte si era prospettato. Tentativi in tono minore di ricondurre la solu– zione della crisi àlla precedente prassi politico - costituzionale annullando re– centi conquiste non si possono dire riu– sciti. Come prima il C.L.N. si è dimo– strato il punto di riunione ed è rima– sto un sostituto della volontà popolare sino a quando essa stessa non avrà creato con la Costituente una propria rappresentanza. PRIME SCHIARITE Non è forse pura coincidenza forma– le che due giorni dopo, il 12 dicembre, l'amm. Stone poteva comunicare nella sua qualità di presidente della Com– missione alleata che, tolta la Venezia Giulia e per motivi militari la provin– cia di Udine, l'intero territorio nazio– na_le verrà restituito entro la fine del mese all'amministrazione italiana, men– tre contemporaneamente le truppe ini– ziavano lo sgombero delle zone di fron– tiera italo-francese. La permanenza agli Esteri, assieme con la maggiore autorità derivantegli dalla sua nuova posizione, dello stesso uomo che jlià cl ha rappresentato nella conferenza di Londra, viene certo a costituire un van– taggio in un momento nel quale anche la nostra questione riappare all'oriz– zonte delle discussioni internazionali, col tanto discusso piano di smantella– mento dell'opprimente bardatura di armistizio che pare sia pronto nelle cartelle della delegazione americana in viaggio per Mosca. CONVEGNO A MOSCA E' del 7 dicembre una prima notizia che i ministri degli Esteri delle tre Po– tenze si sarebbero di nuovo riuniti. Do– po il fallimento della precedente riunio– ne che Si trascinò a Londra dall'll set– tembre per ben venti giorni mettendo in luce divergenze per allora insor– montabili la notizia non può clie far ,piacere, indubbio indice di una disten– sione e buona volontà. Una seconda conferenza è già prevista per il Marzo, tranquillizzante indizio che si intende continuare. Questo sistema di consulta– zione diretta - che fu già ardita in– novazione e maggior pregio del sistema della Santa Alleanza - è garanzia del maggior numc-ro possibile di risultati positivi. Chè se l'esclusione della Fran– cia non fa che sanzionare uno stato di fatto che tutto lo scalpore e la reazione suscitate a suo tempo dal netto discor– so di Smuts non può alterare, la vera domanda che si pone è come le deci– sioni a tre potranno poi venire armo– nicamente inserite in quel sistema in– ternazionale che la Commissione pre– paratoria delle Nazioni Unite sta in questi giorni esaminando a Londra. Chè troppo grosso è ciò che si trova in gio– co: il fu;uro del mondo intero, oscu– rato dall ombra cupa della bomba ato– mica. Che il problema del controllo dell'energia atomica, e con essa le dif– fidenze da superare, sia la que~tione fondamentale è fuori discussione. Ogni eventuale invito americano ad accele– rare la conferenza della pace e, in or– dine ad esso, il problema italiano o la amministrazione della Germania non ne sono che dei parziali e subordinati corollari, come pure, nella sua impor– tanza, il problema posto dall'Unione Sovietica circa un controllo comune sul Giappone o la risorgente questione per– siana il cui peso è indicato dall'inter– vento in tutte e due le delegazioni in– vitate dei rispettivi rappresentanti di– plomatici a Teheran. L.M. Responsabile: GAETANO BALDACCI Stablllmento Tipografico: Via Senato, 31 Autorizzazione N. 25 - P.W.B.

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