Lo Stato Moderno - anno II - n.22 - 20 dicembre 1945

366 LO STATO MODERNO RASSEGNA DELLA STAMPA "Nè funzione nè speranze" Nel chiedere la testa di Parri, i libe– raùi hanno mirato a colpire ciò che, nei loro riguardi, signitica il Partito d'Azio– ne: lo svolgimento del liberalismo in una d!amoorazia retlilinea; e ol"a, a crisi ter– nun.ata, non sappiamo m rapporto a qua·le loro vittoria, i liberali proclama– no la sconfitta del P.d'A., scagionando– sefle però con una elegante quanto ar– bitraria attribuzione al realismo politico del comunisti. Così l'Opinione del 12 dicembre: • I comunisti lasciano in bando il P.d'A., que!lo che esce veramente scon– fitto dalla crisi. Non si commuovono a! declino di questa corrente politica di sinistra. Sembrano quasi considerare questi !oro compagni di marcia verso la democrazia progressiva come dei compagni disturbatori. I comunisti ... sanno che la lotta politica moderna non toUera oramai più se non le grandi formazioni organizzMe - i partiti di massa - o quelle che corrispondono 1!. !e grandi correnti di pensiero - i libe– rali ad esempio. Non c'è posto per gli altri - e !a lezione che si può trarre dal!a crisi è proprio questa, e tanto più importante considerando che si avvici– na <il momento elettorale: che i piccoli partiti, quale sia ioro nobiltà, non han– no nè funzione nè speranze». E' curioso che i Libenali attribuiscano a sè, dotti e privilegiati, • una grande corrente di pensiero>, quando il libera– ldsmo, come dottrina e come esig~nza fondamentale, è oggi pane di tutti; ma più curiosa è la teoria che nei mondo politico moderno non vi sia poi;to se non per i partiti di massa, e non per l partiti cosl detti di mediazione. La di– scussione andrebbe portata appunto sul– la funzione politica di questa; contro la quale si viene diffondendo l'osse-rva– zione che i parti ti di medi-a7lione sono teoricamente male impostati, perchè pensano di sostituirsi - essi, che sono parte in causa - alla mediazione effet– tiva, che appartiene a.Jla stori•a. Ma an– che questa obbiezione è falsa, perchè confonde la sintesi trascendentale ope– rata dalla storia, con quella che volon– tariamente si propong,mo i partiti e .ili uomini (che inizialmente non possono certo essere masse) per i quali dottri– na e prossi politica consistono appunto in soluzioni che mediano l'insufficienza degli estremismi. E' una mediazione che è a sua volta una voce nuova, una te– si del campo politico, e quindi un ele– mento che colc,,rerà di sè la sintesi ope– na.ta dalla storia; è un porre delle con- dizioni morali politiche ideologiche, cui i parti ti estrPmi devono pure presto o 1rdi, rispondere. Comprensione ideologica o con<'omitanza tattica? Comunque la risoluzione della crisi nata da un fondamentale proposito di concomitanza tra la democrazia crist:a– na e le sinistre (socia listi, comunisti) ui in questo caso ha naturalmente ade– rito il P.d'A. Gli ottimisti sono portati 1 credere in un'alleanza meglio che tat– ,ica, anzi ad una seria e sincera aspi– nal'lione - dettatale dai suo stesso con– servatorismo - della Chiesa, di guar– dare con vigile ma positiva fiducia al– l'ascesa inevitabile del socialismo. Cosi pensa Luigi Preti (Socialisti e cristiani, nel n. 14 di Mercurio), il quale ritiene che il socialismo, come mera dottrlna oolitica non impegna sui terreno della Weltanschauung e deve perciò stesso guardarsi da ogni forma di sorpassato anticl,e,ric,arismo), mentre la Chies3 non avrebbe dal canto suo dogmi da difen– dere, quando si trattasse di discutere la socializzazione dei mezzi di produzione. Egli non tiene conto però che, pur es– sendo a.J più alto grado a,u5rpicabile la tolleranza tra un socialismo non bigot– tam~te marxista e un partito demo– cristiano svincolato dalla Chiesa, il mt– toLicesimo è senz'altro una Weltan– schauung, e in un certo senso totali– taria: il che rende dif!Jciie un'azione politiea democristiana del tutto sciolta dall,a Chiesa. Rileva in proposito Adol– fo Omodeo (Totalitarismo cattolico, in Acropoli, n. 9); • Le disposizioni vaticane con cui si impone ,l'obbligo di voto ai cattolici e ,i sottopone al sindacato dei « superio– i • la scelta degli uomini politici, e ia ,elezione secondo un criterio confessio– nale e il ,sindacato· suUe idee motrici dei singoli, mette ormai in problema la autonomia politi.ca deita democrazia cristiana e la custodia degli interessi morali e politici dello stato italiano, i quali possono essere non sempre conver– genti con. que1U del Vaticano, poiché 1 Curia (si tratta di una verità ben nota anche e.gli uomini del Medio Evo) ,on rappresenta una mera spiritualitd orientata al ,regno di Dio, ma anche ·in complesso d'interessi temporali. Con una pastorale rivolta ai fedeli delìa re– gione Emilia il cardinale Nasa!!i Roc– ca ribadisce questo concetto, e a lui in questi giorni tien dietro il cardinale Schuster di Milano: che cioè la Chie– sa è sì al di fuori della politi,oo, ma ha il diritto e il dovere di dirigere i suoi fe– deli nella vita politica, nella definizio– ne delle dottrine e nella scelta degli uomini~. Se questo è esatto, appare un singo– lare ripiegamento poldtico quello di chi, dopo aver a gran voce invocato un Pre– ;idente apartitico, si dichiara ora pie– namente soddis.flatto di un Presidente di parte, nella certezza della sua obbiet– tiva imparaialità (Benedetto Croce, nel Risorgimento Liberale del 12 dic.) "Normalizzazione" e " respingimento " La voce liberale ha ripronunziata questa parola, carica, per gli italiani, non immemori ai dolorosi ricordi: nor– malizzazione: n'ù orudente, De Gasperi 1r>la di pacificazione, che è termlne che va più a fondo nella rea.ltà degli animi; da parte di tutti del resto si de– sidera una rapida chiusura del proces.. so dell'epurazione, al che corrispon :io– no le misure di Nenni, miranti ad af– frettare la smobilital'lione dell'Alto Com– missariato per le sanzioni contro il fa– ,cismo. Tutto questo è molto giusto: l'epurazione, pensi,amo, non è affatto in sè un m~odo assoluto di morali1.zazio. ne e di sa-Jvezza delle anime, ma una rnrisura politica sia pure diretta e ,spi– rata da un'esigenza morale. Paci[ic,a– z.ione, conciliazione, norma!Jz2laz!one, richiedono tempo, tatto, e meditazione; richi'è'dono anche e soprattutto che, nel loro interiore, si sdegnino principii qua– li quello della responsabilità comune e dehla irresponsabilità del singolo. Que– sto è il pericolo che William Ropke (La rivoluzione morale della Germa- 1.ia , nella Libertà del 13 dic.) rileva nella Germania d'oggi, e che, con le debite e ben m,isurate proporzioni, deve ;;sere additato anche ai fascisti e aj • doppigiochisti • di ca-sa nostra: • I! massimo pericolo che minaccia oggi ri tedeschi è di giungere, per I.e preoccupazioni, le angoscie, e le com– prensibili delusioni, al punto d,a smar– rire !a meditazione ,de! passato, da « re– spingere• e voler dimenticare l'espe– rienza de! terzo Reich... Sussiste senza dubbio oggi in Germania !a tendenza diffusa a -costruire ,le cosiddette • teo– ·ie di respingimento »... Come sono scar– ·i ne! mondo queUi già consci deU'im– menso pericolo che !i minaccia, che vo– 'l'!iono quindi sent,r parlare deL!'• im– barbarimento del mondo » e della disso– luzione di tutti i V(IJlori! I tedeschi però non dovranno parlare troppo de!!'u11-i– versaUtd di queslia malattia, perchè o– ra ... correrebbero il pericolo di costruir– ne una nuova teoria di respingimento e di giustificazione>. Certo, questo discorso non c'interes– sa se non assaii di lonbano; ma può dir– si del tutto inattuale?

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