Lo Stato Moderno - anno II - n.21 - 5 dicembre 1945

LO !TATO MODERNO 329 1 non trova altro limite che nella volontà altrui e ,nei fatti obiet– tivi, e non nella esistenza o meno di alcune formule giuri– . diche; a meno clu! esse siano soltanto il simbolo di. realtà e dt fatti ai quali - ,i inon alle formule - deve essere attento il politico. La secO(ldaobiezione sa un po' - ci perdoni l'antico Spel– lanzon la crudezza della frase che è senza veleno - di idea fiss.a; l'idea fissa che la politica estera oggi si polarizzi in– torno a un niente affatto desiderabile e niente affatto inevi– tabile conflitto tra gli anglo-sassoni e la Russia. Diciamo .su– bito - per onore di chiarezza - CM se questo sciaguratis– simo evento .si ve1'ificasse,vano sarebbe ogni ,nostro sforzo :di restarsene comodamente ai margini, chè la nostra ,situazione, geografica ci porrebbe inv:ce in un pericoloso epic~tro. Ma la verità è che occorre riabituarsi a i vedere le cose e à rapporti -internazionali (lnche sul ·piano della pace, occorre riabituarci a considerare tali rapperti come diretti a costi– tuire quegli equilibri che soli assicttrano la pace e ~he, nello stesso tempo, determhlano correnti di traffico - uomini e merci - oggi,per noi singolarmente preziqsi. I Sarebbe opportuno smobilitare nelle parole, per poter poi smobilitare nelle idee e quindi nei sentimenti e nelle co.çe. Appoggiarsi ad una potenza piuttosto che ad un'altra non significa dunque essere disposti a far la guerra alla seconda per far piacere alla prima; significa solo riconoscere CM le proprie utilità di pace - economiche, culturali e politiche - sono più facilmente raggiuugibili in un senso piuttosto che in un altro, e ciò in un determinato perioda di tempo. E' necessa– rio.ricordare a ,uno storico del calibro di Spellanzon che l'ade– sione dell'Italia alla Triplice non significò affatto dichiara– zione di guerra alle potenze dell'Intesa? Vediamo dunque se è possibile spogliarci finalmente della psicosi di guerra e convincerci che nel corso della storia ci sono anche periodi di pace i quali pure vogliono essere af: fronta.ti can chiarezza ed energia, perchè non se ne disper– <lano i frutti. Come sta sciagurat.amente avvenendo. l\lARIO PAGGI lNTERPRET AZIONEGIURIDICA DELLA CRISI DI GOVERNO Dalla sera del 22 novembre si deve considerare iiperta una crisi di ,1rnverpo,come conseguenza del ritiro dei ministri li– berali dalla coalizione governativa. L'affermazione dei liberali che il lom ritiro abbia come conseguenza il venir meno del fondamento giuridico su cui riposa la leirittimìtà del ,rovemo Porri; sì ,·he il permanere in funzione del medesimo governo senza la presenza dei liberali sarebbe un atto rivoluzionario, preFUppone una ben determinata concezione della natura giu– ridica dd governo provvisorio italiano, che non sembra da approvare. Il fatto che si renda estremamente im·probabile una solu– zione come quella d6finita rivoluzionaria dal Cattani non di– pende certo dalla fondatez7.a l!"iurirlicadi un simile ~udizio. bensl date valutazioni politiche dei siniio!i partitì: non è certo oppmtuno. infatti, per i partiti. di limitarsi, di fronte alla manovra liberale, ad un semplice irrigidimento sul principio della conservazione del )l:overno Farri; nè tanto meno di su– bire passivamente l'iniziativa del partito liberale. Ognuno di essi aveva buone ragioni per conto proprio per riesamµiare la formu'.a di governo, giudicata• ovviamente da piascuno in– soddisfacente nei confronti della propria ideologia e dei pro– pri programmi, e vtziata in sò dal fatto di esse.re p;uttosto la risultante - di una ,ziustapposizione di forze. contrastanti, an– zichè di una mediazione creatrice di un minimo di unità, Per questo è comprensibile come, di fronte alla nuova situa– zione, ogni partito debba necessariamente mirare al raggiun– gimento di una migliore realizzazione del proprio programma di ricostruzione nazionale, nei termini .indicati a ciascuno dal'.a rispettiva concezione, e sia quindi tenuto a sviluppare ogni iniziativa idonea al fine, inserendosi nella situazione de– tcnninata dai recenti ed ultimi eventi. Per questo motivo è da escludere che alcuno sviluppi ora quella critica alla concezione giuridica presupposta dalla ma– novra liberale, che passa in seconda linea, rispetto ai motivi che saranno invocati a fondamento de!le rispettive pretese nei confronti della soluzione finale della crisi; mentre è invece di notevole importanza contestare recisamente il- fondamento giuridico su cui si è sviluppata tutta la manovra liberale, ad evitare che si avvalon attraverso questo precedente una com– pleta defonnazione di quella che è stata finora la natura giu- ridica del governo di C.L.N., e si riporti la situazione costi– tuzionale su basi che sembravano ormai superate e sulle quali non si può accettare che venga proposta la soluzione della crisi. La sensazione diffusa che la crisi promossa dai liberali sia qualche cosa di estremamente grave ha bisogno di trovare una precisa giustificazione: questa è nel senso che da parte liberal,e si è inteso metter~ in gioco il principio stesso su cui doveva organizzarsi la vita nazionale in vista e fino al mo– ·mcnto delle e'.ezioni politiche. E la questione di principio viene fuori con tutta evidenza da quell:J che è stata la tecnic,1, prima, e poi il ri~ultato della manovra liberale. Dal punto di vista tecnico è decisivo il fatto che tutta la manovra si sia svolta in modo da imp'.icare un 'principio giuridico che at– tribuisse un carattere di obb'.igatorietà forma'.e al!e conse– guenze che i libera~i si ~promettevano dallo sviluppo de;le loro iniziative. Da parte liberale, cioè, •Siè voluto ottenere, non già soltanto un riesame in sede di opportunità politica de'.la composizione del governo, come conseguenza del loro manifestato dissenso; ma addirittura che fòsse riconosciuto co– me di diritto lo scadere del governo, quandc si fosse verificato il semplice fatto del loro ritiro dalla coalizione. Circondando e animando le fasi tutte della manovra di queste senso di stretta e vincolante obbligatorietà, configurando cioè come esercizio di un vero e proprio potere ad essi spettante l'ini– ziativa diretta a far cessare la persistenza del governo, i libe. rali si propongono in aggìunta al fine immediato, anche l'altro, ancora più lmp(!rtante, di accreditare una concezione ben de– terminata di quella che sia ht natura ,del governo prima della Costituente. . 1 Quale sia esattamente questa natura, e quale sia quindi .il principio di base che rende tanto sensibilmente gra_vel'inizia– tiva liberale, si comprende assai bene se si• considera quale sia stato lo sbocco tenacemente perseguito da essi per )a crisi, nonostante ogni più conciliante tentativo di mediazione: lo sbocco cioè della caduta totale del ministero ed il ritorno nelle mani del Luogotenente del potere di decisione. Ora, nella presente condizione costituzionale, mancando l'assemblea rap– presentativa che nello Stato costituzionale moderno decide 11raticamente la formazione dei governi, la restituzione di

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