Lo Stato Moderno - anno II - n.20 - 20 novembre 1945

LO STATO MODERNO 299 I "DODICI PUNTI~~DI TRUMAN H terzo presidente democratico che il nostro secolo vede o.IlaCasa Bianca si è posto, col discorso pronw1ciato il 27 ot– tobre in occasione della giornata della Marina, sulla linea dei suoi due grondi predecessori, che, dai quattordici punti di Wil– son alle « quattro libertà essenziali» e agli otto punti della « Di– chiarazione Atlantica» di Roosevelt, hanno tracciato alla poli– tica del loro paese direttive di altissimo valore umano, la cui volonterosa adozione da parte di tutti gli Stati aprirebbe fi– nalmente al nostro pianeta un'era nuova di giustizia, di sere- nità, e di progresso civile degno di questo nome. , WHson lanciava il suo messaggio del 9 gennaio 1918 quarndo la ,prima guerra mondiale era ancora in corso, e neppure appa– riva decisa: chè proprio allora la Gemiania stava dettando legge, a Brest Litowsk, alla Russia, e, in Occidente, si prepa– rava a scatenare quelle offensive di primavera che misero a dura prova, a più riprese, il' Ironfe degli Alleati. In queste con– dizioni il Presidente americano enunciava un programma, in– consueto sulla bocca d.i USlO statista, di pace mondiale. Pur– troppo, però, troppi dei principi contemplati nei quattordici punti non furono poi applicati, e gli Stati Uniti, i quali but– tarono a mare Wilson e rifiutarono la loro adesione alla So– cietà delle Nazioni, che avrebbe dovuto essere il perno di tutto il sistema, hanno la loro parte di responsabilità. Toccava ad un altro presidente « democratico », salito al potere dopo una ,serie di presidenti « repubblicani » (Har<ling, Coolidge, Hoover), Franklin D. Roosevelt, di trovarsi a diri– gere i destini dell'Unione allo scoppio del nuovo conflitto. Anche questa volta, come venticinque anni prima, Washin– gton non intervenne subito in guerra; ma la sua posizione fu presa lin dal principio, a fianco dei popoli che lottavano per la libertà contro le dittature totalitarie, e che essa procurò di aiutare in tutti i modi. E questa volta era chiaro, dopo diciassette anni di fasci– smo e 5ei di nazismo, che il primo nemico della pace e delle fiduciose relazioni tra i popoli emno i regimi totalitari, e che non basta promuovere il diritto per tutti i popoli all'indipen– denza nazionale, occorre assicurare a tutti la possibilità di reg– gersi democraticamente, con governi espressi dalla maggio– ranza del .popolo stesso attraveTSo libere elezioni. Pertanto nel messaggio del 16 gennaio 1941 al Congresso, Roosevelt esprimeva così le aspirazioni del suo popolo: « Noi miriamo ad un mondo fondato su quattro J.ibertà essenziali per gli uomini: 1) libertà di parola e di espressione; 2) libertà per ogni persona di adorare Dio come crede; 3) liberazione da1l'indigenza, il che vuol dire intese economiche che assicu– rino ad ogni nazione una sana e pacifica vita per i suoi abi– tanti; 4) liberazione dal timore, cioè una riduzione degh ar– mamenti estesa a tutto il mondo e tale da impedire che qual– siasi Stato possa essere in condizione di compiere un atto di aggressione ai danni di qualunque suo vicino. Qui si trattava, evidentemente, più di una enumerazione di esigenze morali a cui governi e popoli dovrebbero ispirarsi che delle vere e proprie direttive di ,una ,politica, in quanto non si indicava - .salvo per .gli accenni alle intese economiche e alla riduzione generale degli armamenti, concetti per altro molto vaghi - alcwia misura concreta da prendere nè sul terreno interno nè .su quello internazionale. Sette mesi dopo, .tra il 12 e il 14 agosto, restando ancora gli Stati Uniti formalmente ,neutrali, Roosevelt s'incontrava al largo di Terranova col primo ministro inglese Churchill, e insieme - con un procedimento indubbiamente msoHto in quanto l'u– no dei due paesi era in guerra e l'altro no - affermavano « al– cuni principi comuni della politica nazionale dei loro due rispettivi paesi, sui quali principi essi basano le loro spe– ranze per un migliore awenire del mondo ». Sono gli otto punti della « Carta Atlantica » che, sviluppando in certo modo la definizione delle quattro libertà, intendono esprimere delle precise direttive politiche. C'è, al punto sesto, un accenno nominativo ad un fatto con– creto auspicato e previsto, la « distruzione definitiva della ti– rannide nazista » e, al punto ottavo, la affermazione della ne– cessità del disarmo delle nazioni che minacciano e possono minacciare aggressioni; ci sono due impegni -precisi molto im– portanti (al n. 1, rinuncia ad ogni espansione; al n. 3, rispetto del diritto <li tutti i popoli a scegliersi la forma di governo sotto la quale desiderano vivere, e intenzione che diritti so– vrani e governo autonomo siano restituiti a coloro che ne sono stati privati con la forza), e poi una serie di affermazioni di principi ,più o meno ,vaghi, espresse sotto forma di desideri, di cui quella del n. 6 riecheggia le due ultime « libertà » della formulazione di Roosevelt, le altre ricordano in gran parte, ma in forma più prudente alcuni dei 14 punti di Wilson. Tali lo incoraggiamento al godimento da parte di tutti gli Stati del– )'accesso su piede <li parità al commercio e alle materie prime del mondo, loro occorrenti, il desiderio di stabilire la collabo– razione più comrpleta per tutte le nazioni nel campo economico, la libertà per tutti gli uomini di percorrere i mari e gli oceani senza impedimenti, considerata come naturale cons~uenza della pace e della sicurezza internazionale che si potranno raggiungere, l'auspicio di un più ampio permanente sistema di sicurez:ro generale; in più il desiderio di non vedere effet– tuarsi alcun mutamento territoriale, che non si accordi con i desideri liberamente espressi dai popoli interessati. 1 14 punti di Wilson, là dove non si riferivano a questioni concrete, erano stati delle generose affermazioni di principio, difficilmente realizzabili allora, di un uomo di Stato che nou aveva sufficiente seguito nel suo stesso paese. La Carta Atlantica era meno esplicita in alcuni punti, ma impegnativa in altri: e impegnativa già in partenza per due Stati, mentre le al– tre « Nazioni Unite» vi aderivano in un secondo tempo. Pur– troppo il seguito degli avvenimenti ha ,rivelato che molte di tali adesioni furono date pro forma, senza nessuna intenzione di ritenersi vincolati dai principi in esse espressi. Il discorso di Truman è ,più completo ed esplicito. Esso ri– prende i motivi delle « quattro libertà » e della « Carta Atlan– tica », ampliandoli e precisandoli, e altri ne aggiunge di nuovi; e non si limita a segnalarli all'atten7lione del mondo come i più atti a garantire a1la umanità una pace con giustizia, ma impe– gna su quella via il suo Paese. Così: « Noi non approveremo - egli dice al punto terzo - mutamenti territoriali in alcuna parte del mondo che ci sia amica, che non si accordino con la volontà liberamente espressa dal popolo interessato ». « Noi aiuteremo (punto 5°) gli Stati nemici sconfitl!i a instaurare go– verni democratici pacifici di loro scelta ». « Noi rifiuteremo (punto 6°) di riconoscere qualunque governo imposto con la forza a qualsiasi nazione da parte di una Potenza straniera. 1n qualche caso potrà essere impossibile impedire l'imposizione forzata di un simile governo ma gli Stati Uniti non riconosce– ranno nessun governo del genere ». « Noi continueremo (pun– to 11°) a cercar di promuovere la libertà di parola e di reli– gione in rutte le parti del mondo in cui vivano popoli amanti della pace». Sono impegni precisi, che nessuno prima d'ora aveva assunto, in tal forma (solo in parte essi richiamano dot– trine già affermate in America, in particolare la dottrina Stim– son); e, insieme con la conferma del proposito, già della Carta Atlantica, di non cercare espansioni territoriali né vantaggi

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