Lo Stato Moderno - anno II - n.19 - 5 novembre 1945

LO STATO MODERNO 2113 ... LIBERTAE GIUSTIZIA. NEL PROBLEM DELL'INDIPENDENZA I. L'opposizione «rivoluzionaria» al fascismo - dai socia– listi ai. comunisti, da:i repubblicani a quehle forze che, per intimo ripensamento, confluirono nel movimento gobettiano prima, e poi in quello rossel!iano, componendosi infine la maggior parte nel Part.ito d'Azione - è stata fatta, a guardar le cose nel loro aspetto complessivo nel nome di due principì assolutamente fondamentali: Libertà e Giustizia: due prin– cipi che, pur esprimendo due aspetti distinti del problema umano e sociale, sono in realtà inscindibilmente connessi (non è qui ,luogo da tentarne la dimostrazione di contrn agli frre– ducibili notomisti dell'atto puro o ai consanguinei sezionatori della Storia in atto) e ne costituiscono alla fine uno solo. E se i partiti di sinistra si distinguono tra <li loro per il prevalere, neU'ordinamento tattico della lotta, dell'uno o del– l'altro di quei principi, nessuno <li essi, nondimeno, è dispo– sto a rinnegarne pur uno, non solo, ma a non farne motivo inspiratore e determinante dell'ideologia che li muove, e della strategia onde muovono. C'è in tutti e quattro i partiti, insomma, un ,problema, còlto con maggiore o minore consapevolezza, dibattuto con più piena o manchevole coerenza e ardimentosità, non im– porta - un fondamentale problema di capovolgin1ento defi– nitivo del piano dei valori ,spirituali sociali economici fissati nel Medioevo - e tuttavia imperanti e imperversanti - un fondamentale problema d'instaurazione di un Ordine nttOuO (svincolamento statale da ogni Chiesa, e dal mondo morale eh'essa significa; sovvertimento del privilegio economico del– la borghesia; regime repubblicano: una concezione più o meno dinamica e democratica dell"ordine, insomma, e dello Stato quale espressione ed armonia delle parti): e in conseguenza una più o meno esplicita e coerente e ardimentosa volontà di rivoluzione, e insieme di restaurazione .. Viceve11Sa,per gli altri Partiti de1la coalizione - si pre– scinde qui, naturalmente, da atteggiamenti inditYiduali o da possibili orientamenti di minoranze; indubbiamente interes– santi, ma che non possono incidere sul carattere costituzio– nale del Partito - il problema fondamentale è la restaura– zione dell'ordine vecchio (conservazione, accrescimento anzi, del predominio morale e politico della Chiesa; o conserva– zione sostanziale, se pur con diverse sfumature, del privilegio borghese; o regime monarchico; o tutte e t1e le cose insieme; una concezione più o meno statica e demiurgica dell'ordine, insomma, e dello Stato, quale sovrapposizione e dominio sulle parti): e in conseguenza, una più o meno dissimulata volontà di reazione. Non già che non sventolino pur essi gl'ideali di Libertà e di Giustizia; li ,sventolano, anzi, con uguale e persino talora più clamoroso fervore. Ma resta inteso che ciò che la Destra intende per Libertà vale antilibertà per la Sinistra; ciò che per la Sinistra suona come giustizia e moralità, risuona per la Destra come immoralità e ingiustizia. Sì che chiunque tenga presenti i principi onde i Partiti di destra muovono - e in cui consiste la loro ragion d'es– sere e del loro distinguersi da quelli di sinistra - non può non domandarsi se quegli ideali e quegli sbandieramenti non siano eleganti pretesti e abili manovre per meglio occultare e, insieme, insinuare il loro vero e fondamentale programma. Come mai i difensoni delle cosiddette istituzioni, degli interessi <li classe e di casta, come potrebbero sul serio assu- mere la difesa della Libertà e della Giustizia, ~e Libertà e Giustizia - concepite e attuate nella loro piena coerenza - conducono a intaccare, se non addirittura a travolgere, quegli interessi e quegli Istituti? Allora? ... A:Jora, dovrebbe concludersi che l'incontro puramente fortuito e contraddittorio delle due parti negli ideali di Li– bertà e Giustizia si risolve in realtà - o dovrebbe risolver– si - in irrimediabile scontro. E non c'è dubbio, infatti, che se il problema dell'Italia post-fascista fosse rimasto in questi termini, non c'è dubbio che, per furbi o manovrieri che gli uomini - e i Partiti - vog:iano essere, a una coalizione del genere di quella com– binata nei Comitati di Liberazione, e nei Governi scaturi– tine, non si sarebbe potuto riuscire. Il. Ma sul problema <li Libertà-Giustizia, le vicende della guerra inserirono - e per l'immediatezza tragica sovrappo– sero - il problema -dell'Indipendenza. E proprio qui - come accadde 11elRisorgimento - il problema s'intricò e intorbidò. a tutto beneficio - come accadde nel Risorgimento - di chi nel torbido può meglio pescare e dall'intrico tutto guadagnare. S'jntorbidò e intricò - e per la natura del problema in se stesso, e per il complesso di circostanze in cui la situa– zione politica, internazionale e nazionale, costrinse l'Italia - per tre motivi specifici: l) per il porsi ,stesso del problema dell'indipendenza, quale specifico ,problema d'indipendenza (Tedeschi come stranieri) e di Libertà (Tedeschi come nazisti) e di Giustizia (Nazi-fascismo come aspetto di oppressione sociale ed eco– nomica); 2) per il modo della fine del fascismo (eventi del 25 luglio e specialmente dell'S settembre) che d'improvviso so– spinsero tra le forze antifasciste gli elementi più scaltri e più veramente responsabili del fascismo (non soltanto autentici gerarchi e profittatori ma soprattutto, più insidiosi, aizzatori, patrocinatori laudatori e sovvertitori, buffamente trasforman– doli da traditori e complici in corredentori e vittime; e spa– lancando il varco quindi a un'altra serie di equivoci, i più periglios 0 i per la salute ,della Patria e della Libertà; 3) per il decisivo imporsi delle Forze alleate - inglese in particolare - nella villa intema del Paese; determinando un continuo processo di osmosi tra guerra e politica, e co– mandando non csoltaoto, ciò eh' era perfettamente logico, la subordinazione della politica alla guerra, ma la subordina– zione anche dell'orientamento politico del Paese, all'umore - e al malumore - dei be!ligeranti. Così che la battaglia contro il FMCismo prima, e poi contro il Nazismo - venne infine ad a.,sumere aspetti molte– plici e ,diverni, da consentire una ,sorta, diciamo così, di co– belligeranza, insanabilmente promiscua e intimamente con– tradditoria, tra parti e partiti che, sciolti da un'estrinseca convergenza d'idee e d'interessi, restano, conie erano, irridu– cibilmente avversi ed opposti. Bisogna dir chiaro che se alla battaglia per la Libertà e la Giustizia s'è poi aggiunta la battaglia per l'indipenden– za, questa - e per se stessa e per l'essenza libertida del

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