Lo Stato Moderno - anno II - n.17 - 5 ottobre 1945

230 LO STATO MODERNO intendono, da centri lontanissimi, su temi di immediata e vi– tale importanza per le nazioni, potranno intendersi due ma- ~ gistrati intorno al tenore di un dispositivo. Nè basta. Potrebbe anche apparire conveniente che, per la <liscussione del:e cause in cui il ricorso avesse per conte– nuto una pretesa violazione o falsa applicazione della legge, le tre sezioni fossero presiedute - di regola - dal Primo Presidente. Non è vero che ne deriverebbe, a suo carico, un onere non to:Jerabile per eccesso. Intanto: si potrebbe rima– nere intesi che egli facesse il Primo Presidente e basta; cioè, non anche il po:itico, il dip:omatico, il direttore di riviste, di Digesti, di Encic'.opedie, <li Commissioni policrome, di Consig:i disciplinari, di Commissioni legislative e di qual– cos'altro ancora. Poi: bisogna tener in conto che egli non avrebbe -I' onere de:la motivazione scritta del'.a sentenza. Ter. zo: e per il caso di suo impedimento, e per il fine di par– zia'.mente sol'.evarlo dal carico det:a trip:ice presidenza, si potrebbe stabilire che egli potesse essere in que:l'ufficio di presidenza (sempre quando egli non avesse preventiva cer– tezza di decisione conforme al principio giuridico invalso ne:!a giurisprudenza suprema), sostituito da un presidente di sezione (de!la prima sezione), presente sempre alle udien– ze del:e Sezioni Unite, e incaricato anche del'.a direzione della pubblicazione ufficia:e delle sentenze (cui ho sopra accennato): insomma, un vero e proprio alter ego del Primo Presidente. Ho, da ultimo, questa osservazione da proporre al let– tore: che il fine - apprezzabilissimo, ed anzi da non discu– tersi nemmeno, ne:la sua intrinseca bontà - della uniformi– tà de!la giurisprudenza, serve a dar fondamento alla unifi– cazione del magistrato supremo solo in quanto si tratti di ri– corsi per violazione e fa!sa applicazione di legge. I quali ri– corsi (chi badasse al'.a sostanza e non a!la mo!te volte op– portunistica o tuzioristica, e comunque fallace, epigrafe dei motivi di cassazione) non ritengo costituiscano il maggior numero, ed anzi, probabi!mente, il minore di assai; che la esperienza insegna con quanta tenacia, non proprio sempre ammirabile, i coJ:egi di merito si tengano, anche senza con– vinzione, alla decisione inva:sa in sede di Cassazione. E al- !ora, la pregiudiziale contro la dislocazione delle sezioni per– derebbe, anche per altro e a sè stante motivo, molto del suo ipotetico va!ore. Incidentalmente: quest'ultima riflessione mi induce a pensare che, eventua!mente (e speriamo presto) miglioratasi la organizzazione <le!la giustizia con una assolutamente ra– dicale riforma dell'ordinamento giudiziario, si potrebbe final– mente accogliere una proposta, ormai antica,' e alla quale il recente legislatore del processo civile non seppe decidersi: que:la di limitare il ricorso ai casi di falsa applicazione e vio!azione di legge. « Per quanto attiene (osserva giudiziosa. mente il Ca:amandrei, Studi, II, 271 segg.) agli errores in iudi,cando, ogni riesame del:a C. C. deve essere ristretto, se non si vuol ricadere ne:la terza istanza, a quei casi in cui sia posta in discussione la esistenza, il significato o la applica– bilità alle specie controversie di una norma giuridica: all'in– fuori di questi casi, l'errore sul fatto, anche se raggiunga la evidenza del cosidetto travisamento o se vada manifesta– mente contro il notorio, anche se violi una massima di espe– rienza o derivi da palese difetto di rigore logico, o costituisca, per adoperare la frase del Mortara, una mancanza assoluta d'accertamento o di esame di un punto controverso, non può considerarsi come motivo di cessazione; per la semplice ra. gione che l'errore sul fatto, anche spinto agli estremi della in– giustizia manifesta, non mette in pericolo l'unità del diritto, cioè la uniforme interpretazione del significato astratto dalla norma. Gli altri vizi, che finora ... hanno dato adito alla Cassa– zione, dovrebbero trasformarsi, in quanto non potessero es– ser fatti rientrare nel concetto di erronea interpretazione del– la legge, in motivi di correzione, o di revocazione, o di nul– lità, da portarsi innanzi al giudice a quo. Ripeto, (I([ ogni moclo, con riserva di ritornare sul tema, che la dislocazionp cleMeSezioni, q-ui propugnata, può 11011 essere per il momento J' oggetto <li -un provvedimento clefini– /.ivo; e venire disposta come provvedimento provvisorio per rimediare al danno di così fongo e pernicioso ristagno <li numerosi ricorsi. AURELIO CANDIAN LA FATICOSA GESTAZIONE DELLA PACE La· Conferenza dei ministri degli esteri delle cinque mag– giori Potenze della coalizione vittoriosa, convocati in seguito alla decisione di Potsdam, mostra all'evidenza quel che era facile prevedere: che dopo la vittoria sarebbe apparsa a chiara luce quella disparità di interessi e di desideri, che in ogni grande coalizione di popoli si fa manifesta, con veritiera · e non più soffocata asprezza, non appena siano cessate le preoccupazioni e le esigenze della lotta armata, che impone, com'è naturale, alle tendenze particolaristiche di ogni mem– bro del:'alleanza guerreggiante, un certo grado di riserbo, affinchè non siano per essere menomati o compromessi i risultati de:Ia impresa comune. Chi voglia ricordare quali e quante difficoltà insorgessero a Vienna nel 1814-15, dopo la vittoria della grande coalizione che aveva potuto sgominare la potenza napoleonica; chi non abbia dimenticato quante volte a Parigi, nel 1918-19, il ristabilimento della pace sia parso in qualche momento impossibile, dopo la guerra che abbattè la potenza della Germania hohenzollemiana, non può essere sorpreso che a Londra, in questo scorcio del 1945, la conclusione della pace incontri le più gravi diffico:tà, quali stanno manifestandosi, attraverso la sobrietà addirittura sche– letrica dei comunicati ufficiali, e le indiscrezioni forse in qualche misura esagerate del giornalismo europeo ed ame– ricano. Ormai non può più essere dissimu:ato che tra la Gran Bretagna e gli Stati Uniti d'America da un lato, e la Russia sovietica dall'altro v'ha un profondo conflitto di interessi po· litici ed economici, che la diversa struttura sociale delle due Potenze anglo-sassoni e dell'immenso impero euro-asiatico russo, è destinata a far più acuta e sensibile. Su questo anta– gonismo, che era evidente a tutti gli spiriti consapevoli, aveva d'altronde fondato fino all'ultimo le sue speranze di una pace separata o di una pace di compromesso la Germania hitle– riana: speranze che, come si è visto, risultarono onninamente fallaci, ed ebbero per risultato di far più generale e terribi:e la rovina della guerra su tutto il.territorio del Reich, che n'è perciò rimasto sostanzialmente annientato. Il conflitto russo-anglo-americano è nella natura stes,a delle cose, ed è probabilmente insanabile. Nemmeno la potenza sterminatrice della bomba atomica riuscirà, a nostro giudi– zio, a dirimerlo pacificamente. Come la scoperta della polvere da sparo, di tanto più mortifera ed efficace de:Je armi bian– che, non potè frenare l'ardore bellicoso dei nostri antenati, nè la <linamite o la nitroglicerina riuscirono a far più prudenti e pacifici gli uomini del nostro secolo; è da prevedere che

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