Lo Stato Moderno - anno II - n.17 - 5 ottobre 1945

LO STATO MOD.1:!.RNO 227 ALLARMEPER IL PARTITOD'AZIONE Il Partito d'Azione si sta dibattendo in una singolare In primo luogo, ciò non portò a nessunissimo ravvicinamento , malattia infantile». E le malattie conviene denunciarle a effettivo con i partiti di sinistra, i quali rimasero giusta- tempo anzichè sottacerle c serbarse:e in corpo. mente diffidenti per questo demagogismo funambolesco il Si tratta de!la smania della qualificazione astratta, del- quale, se sincero, avrebbe rappresentato nient'altro che un J'autodefinizione ideologica, e, insom1 1 1a, della ricerca di settarismo ereticale, e, se invece puramente verbale, avrebbe una formula verbale su cui poter riposare. Quasi che le rappresentato il tentativo di confondere le carte in tavola. formule possano contar qualche cosa, quando - come do- In secondo luogo questa autoqualifica di «socialismo» (e c'è vrebbe essere naturale in un partito che vuol essere «nuovo•• poco da fare: l'accento batterà sempre sul sostantivo e non nel senso di essere innovatore della praxis, del metodo e del sugli aggettivi qualificativi, specie se, per qualificarsi, si costume - si voglia andar oltre la demagogia e la tenzone sente l'esigenza di infilarne tre in un colpo so:o) sconcertò, di accaparramento e:ettoralistico dei «vecchi» partiti politici per non dire al:ontanò, tutte quelle categorie - intendo prefascisti. Che tra tanti prob!cmi politici, sociali e pratici po:itiche e non sociali'- di persone che nel P.d.A. avevano urgentissimi, imp!icanti tutti una netta presa di posizione sperato di vedere affermarsi finalmente non già un altro come partito, si senta la necessità di soprassedervi per discu- partito socialista, bensì il partito deUa democrazia, che alla tere esclusivamente circa la impostazione ideologica; che non vita po!itica ita!iana a\'eva sempre fatto difetto. In terzo si sappia trovare sede più opportuna per queste disquisizioni, luogo con questo spostamento a sinistra \'enne (almeno ap- ostanzia'.mente bizantine, de!J'atmosfera po'.emica, verbosa, parentemente, poichè apparente era lo spostamento) a ri- confusa, capricciosa, non serena, di un congresso dove le crearsi ne:l'orizzonte politico italiano quel vuoto a cui final- tesi ideologiche si tramutano di necessità in tesi politiche; mente tutti credevano che, per il bene de!la nascente demo- che in un'ora tanto ardua per la nascente democrazia italiana crazia italiana, il P.d.A. avesse posto termine: ciò che non fu ci si possa i!ludere di aver «fatto» qua!che cosa, semplice- senza ripercussioni pratiche. E poichè tanti lamenti facciamo mente per avere escogitato e varato una formula nuova, sul!a nostra ingiusta esclu,;ione dalla Confederazione del nuorn nel suono, dico, ma non certo nel!a sostanza: tutto Lavoro e sul non riconoscimento come « partito di massa>, questo denuncia l'acutezza del male. Il qua!e però non si ricordiamoci almeno che la nostra mancata ammissione fu riesce ad evitare. Si veda in proposito il Congresso Provin- do\'uta proprio al venir meno dell'appoggio, causato da que– cia'.e di Genova, tutto imperniato, sin dal!a prima battuta, sto verba:e sbandamento a sinistra, da parte dei democri– a questa esigenza di autodefinizione astratta, e non pago stiani i quali, diversamente. avrebbero vo!entieri patrocinato delb mozione Penco che pur si era sforzata di limitarsi ad l'immissione del P.d.A. con la speranza di ottenere, attraverso indicare l'azione concreta del Partito. la sua azione mediatrice, un migli!lr equilibrio rispetto al E' « malattia infantile », anche se nel:a sua sindrome blocco social-comunista. ril'e'.a certi aspetti patologici proprii ai partiti italiani tradi- Si tratta di malattia grave o di malattia di poco conto? ziona!iche si poteva sperare vedere, e per sempre, eliminati, Non oserei dirla grave in sè e per sè. E' una de!le tànte dopo l'esperienza prefascista e fascista, eia un partito il quale prerogative di questo dilettoso Paese, da un lato avvezzo de'.l'acuta coscienza critica sembrava essersi costituito una alle precisazioni catechistiche ed al formalismo, dove quel sa'.utare prerogativa. C'è infatti qualche cosa di tipicamente che preme è affibbiarsi un'etichetta e dove il chiamarsi conta infantile, rivelatore di una inesperienza politica e di un'insuf- più dell'essere, e d'a!tro lato così disinvo!to e scanzonato da ficienza democratica, proprie dei « pur mo' nati», in questo non pretendere affatto che la sostanza corrisponda al titolo saziarsi in una formula, in questo bearsi di una parola. in e la realtà all'apparenza nominale. e dove, ad esempio, ci questa contemplazione di uno slogan, come se ciò avesse si può con tutta indifferenza battezzare comunisti e volere la una qualsiasi importanza come azione politica o quanto « democrazia progressista» o chiamarsi democratici progres- meno all'azione politica potesse imprimere impulso, potenza sisti e volere il collettivismo integrale. e certezza. Le formule tuttavia non sono che dei barattoli :\fa certo invece è grave - assai grave. anzi - per le vuoti. e pochissimo conta che suonino meglio o luccichino sue conseguenze. E su· di esse bisogna richiamare l'attenzione di più o facciano meglio mostra di sè, quando quel che preme di quanti militano nel Partito d'Azione. Mai come in quest'ora, è in realtà il contenuto. Quel contenuto, dico, che intanto si sia di fronte alla sotterranea crisi ed alla mancanza di ri- lrascura, .o avvizzisce, o si adultera nel cacciarlo in un ba- spondenza alla situazione di tutti i partiti tradizionali, sia di ratto!o che non gli è confacente. fronte alla prova suprema della Costituente, l'Italia ha sen- E c'è qualche cosa d'infantile anche per un altro verso: tito così acuto il bisogno di un vasto, serio, moderno, inno- non solo nel prescindere. per smania di un'astratta e statica vatore, realizzatore partito, aperto, libero da formule dogma- chiarezza (quasi che la lotta politica si combattesse raziona- tiche, scevro da ambiguità e da compromessi, superatore lislicamente per idee e per definizioni), dalla « realtà effe!- del:e solite pregiudiziali classiste, conservatrici e confessionali: luale delle cose», come direbbe Machiavelli, ma nello scor- capace di rappresentare la democrazia per eccellenza, la dare candidamente l'esperienza storica. Giustamente Paggi democrazia tout court, saldando l'immanente frattura tra i nota altrorn come con le nuove definizioni, in cui vanno ba- due blocchi di destra e di sinistra, sul terreno delle realiz- loccandosi i recenti congressi provinciali, non si sia fatto zazioni politiche e sociali. E' vano, a mio parere, andare fare al Partito nessunissimo passo avanti, ma si sia anzi ad escogitare l'avvento di un simile partito attraverso un ritornati indietro, alla (allora!) tanto criticata posizione del blocco democratico-repubblicano formato dal conglomerato Congresso di Cosenza. Anche allora s'era avuto lo stesso estrinseco di diversi partiti, più o meno sordi alla necessità fenomeno. E no sortì quella formula che battezzò il P.d.A. di coesione, quando questo partito lo è già, in atto ed assai quale « partito socialista antitotalitario, autonomista, libera- più in potenza, il Partito d'Azione. Lo è nelle idee, nel le•· Ora si dimentica quali conseguenze dannose essa abbia programma, nella praxis, negli uomini. Ma lo è soprattutto provocato, giacchè è indubbio che in politica anche il bat- nella funzione politica che va adempiendo nella vita italiana tezzarsi ha il suo peso (e comporta una sua responsabilità).- -cl io sono di quelli che pensano che la funzione che un

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