Lo Stato Moderno - anno II - n.17 - 5 ottobre 1945

LO STATO MODERNO mobile fu sempre più bassa delle altre perchè, si diceva, i pubblici impiegati non erano in grado di occultare il loro reddito. E' chiaro che si tratta di ridurre le aliquote per combattere l'evasione al fisco. Tanto più che - jn tempi normali - le aliquote ufficiali sono state soltanto ru purn forma. Attraverso l'evasione le aliquote effettive venivano ad essere <li gran lunga minori. Ed allora? Perchè questo giro vizioso che il più delle volte è fonte gravissima di sperequa– zione? Il contribuente più furbo o più intrigante sa occultare il suo reddito meglio ,degli altri. Un sistema di basse aliquote potrà anche consentire adeguate sanzioni penali. Anche qui è il caso di ripetere: o adesso o mai più. Perchè soltanto oggi che il bilancio or<li– nario è povera cosa rispetto al bilancio straordinario, si può tranquil:amente affronta.re la inevitabile contrazione delle entrate che, in un primo tempo, ne seguirà. ... De!le imposte indirette quelle sui trasferimenti hanno urgente bisogno cli essere rivedute. Anche li assistiamo allo spettacolo, poco edificante, <li una serie di espedienti di ogni genere per sottrarsi al fisco. L'intralcio alla circolazione dei beni è enorme, e se tali imposte, la cui base razionale è assai discutibile, si giustificano unicamente per la loro grande pro– duttività, ne va, comunque, migliorata l'applicazione. Special– mente la mostruosa imposta sull'entrata, l'ultimo infelice par- to del fiscalismo fascista, ha urgente bisogno di essere rior– dinata. Non fosse nitro che per l'opportunità di colpire ·una volta tanto i prodotti all'origine, sia pure con un'aliquota ab. bastanza elevata, piuttosto che colpirli all'infinito, in ooca. sione di ogni singolo scambio. Ma qui si profila un ostacolo di natura costituzionale La materia deJ:e imposte va regolata con legge, ed è quindi di competenza delle assemblee legislative. Fatalmente biso– gna rinviare a dopo la Costituente la soluzione ru molti pro– blemi. Ma non è detto che oggi non si possa far nulla. Il problema del:e imposte dirette si può risolvere con i mezzi ordinari. Gli accertamenti sono ancora da fare, data l'enorme svalutazione della lira, e potrebbe il Ministro delle Finanze, con una semplice circolare, ordinare -che siano limitati, per ora, soltanto all'imposta complementare sul reddito ed a que:la ordinaria sul patrimonio. Il caso vuole che siano le sole tra le imposte esistenti che abbiano de:Ie aliquote pos. sibili. L'esperimento sarebbe interessantissimo perchè ci da– rebbe modo di vedere se la complementare, nella sua fom1a attuale, si presti o no ad assorbire tutte le imposte dirette sul reddito. E senza rinunciare alla contingenza favorevole al– la riforma, si lascerebbe alla Costituente la soluzione defi– nitiva del problema. EMANUELE FLORA FINE DELLA LEGGE DI AFFITTI E PRESTITI Gli inglesi, da' buoni sportivi, hanno cercato di incassare il colpo senza accusarlo. Ma non ci sono riusciti. Troppo grai;i sono le ripercussioni economiche della subitanea fine, anmm– ciata da Truman, della legge di affitto e prestito perchè Attlee ragionevolmente non esprimesse il suo rammarico. Eppure tale fine, dopo che la guerra è veramente cessata su tutti i fronti, doveva pur venire. Si tratta, ora, di impostare di bel nuovo la questione, che non interessa più soltanto la Gran Bretagna, ma tutta l'Europa, Gli Stati Uniti hanno aiutato la Gran Bre– tagna a i;incere la guerra. Ma debbono badare, ora, eviden– temente, ad aiutare tutta l'Europa a vincere la pace. Qualche cifra non guasta per inquadrare la questione. Dal marzo 1941 all'agosto 1945 gli Stati Uniti, in base alla legge di affitto e prestito, ha11no rifornito le Nazioni Unite di armi, di prodotti agricoli ed i11d11stria/i e di seri;izi per un importo ·pari a circa 42 miliardi di dollari. Di questi 42 mi– liardi 17,5 sono andati alla Gran Bretagna e 11,2 alla U.R.S.S. In parte, in piccola parte, gli Stati Uniti lwnno gid avuto di ritorno merci, ma soprattutto servizi, per un importo di 5,6 miliardi di dollari. Merci e servizi nella quasi totalitd forniti dall'impero i11glese. Sicchè alla fine dell'agosto 1945 gli Stati U11iti erano creditori verso l'estero, i11 dipendenza degli aiuti forniti co,1 la legge di affitto e prestito, di circa 36-37 miliardi di dollari. Memore della lunga e noiosa ed aspra disputa riguar– dante i debiti di guerra, disputa che avvelenò i rapporti in– ternazionali tra la fine della prima guerra mondiale e l'inizio della seconda, qualcu110 ora propone, senza tanti complimenti, di tirare -una croce su questo credito. Ma è una proposta ei;i– dentemente interessata. Negli Stati Uniti non ci sentono trop– po da quest'orecchio. Non che al di là del/' Atlantico ci si faccia molte illusioni sulla possibilità di incassare questo cre– dito: pitittosto si .ritiene che possa essere utilizzato come mas– sa di manovra finanziaria per aiutare la ricostruzione europea. Intanto si dei;e osservare che dei 42 miliardi di dollari più della metà riguardava forniture di armi. Poi si deve pure osservare che l'U.R.S.S. non ~. per ovvie ragioni, una debi,- trlce volonterosa. Per cui non ritengo di allontanarmi molto dal vero se suppongo che solo 10-15 miliardi di dollari po– tramw essere utilizzati per finanziare la ricostruzione del no– stro continente. Come? Un sistema potrebbe essere questo. Premesso che gli Stati Uniti non hanno interesse a ricevere indietro beni, proprio nel momento in cui devono trasformare le loro industrie di guerra in industrie di pace, si possono studiare rrwdalità di finanziamento dei piani europei di rico– struzione tali per cui si operino passaggi di beni da paesi che hanno beneficiato della legge di affitto e prestito a paesi da ricostruì.re. Gli Stati Uniti, evi.dentemente, trasferirebbero i loro crediti dai primi ai secondi, con et>entuali compensazioni nei confronti di quei paesi che contemporaneame11te hanno beneficiato della legge ed lw11110 bisogno di aiuti per la rico– struzione. Ad esempio: la Gran Bretagna decide di ripagare gli Stati Uniti in parte con carbone. Ma gli Stati Uniti 110n ne hanno bisogno. La Gran Bretagna consegna allora carbone ali' Italia. Diminuisce il credito dagli Stati Uniti verso la Gran Bretagna e nasce contemporaneamente un credito degli Stati Uniti verso l'Italia. Qui lo schema è appena abbozzato. Ma si presta ad essere duttilmente modificato in relazione alle circostanze di tempo e di luogo che potrebbero eventualmente presentarsi. Per. ricongiungermi a qua11to ho eletto in principio: In Gran Bretagna ha fatto getto, per vincere la guerra, di quasi tutti i suoi ar.:eriall'estero, La sua bilancia dei pagame11ti ne è profondamente turbata. Perciò problema fondmnentale elle la Gran Bretagna deve oggi risolvere è quello dell'esporta· ;;;ione. Si tratta, quindi, di conciliare questa sua imprescindi– bile necessità con la salvaguardia di una ipoteca creditizia che gli Stati Uniti non pare i;ogliano ta11tofacilmente abbandonare. Vedano, dunque, di mettersi d'accordo. Il prossimo futuro ci dirà come questo problema di politica internazionale, che in– teressa il nostro paese molto più da vicino di quanto comu– nemente si creda, verrà concretamente risolto. L. L,

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