Lo Stato Moderno - anno II - n.16 - 20 settembre 1945

LO STATO MODERNO 219 LETTERE ALLO STATO MODERNO Recriminazioni di un giovane Signor Direttore, chi le scrive è, per. usare la comune accezione, un giovane. Un giovane che sempre, quando ha svolto azione poli– tica, lo ha fatto mosso da ideaili r.he riteneva gli stessi o ,peraltro affini (per gra7iia di Dio non si deve e non si dovrebbe oggi g,iurare in verba magi– stri) a ·quelli del parbto d'azione. Ogg,i è profondamente dispiaciuto nel notare che proprio ,in questo partito nei riguardi dei giovani si è creata una forma mentis, a suo parere, quanto mai deleteria. Quest 'attitudii.ne è precisamente queJ-– la di avere favorito il formarsi di una « Gioventù d'a7iione • che vorrebbe vi– vere. indipendentemente dal partito, il che cjà luogo ad una specie di sottopar– tito, che infine non suscita altro che una mentalità burocratica e suddivi– sioni assurde a proposito dehl'età, e quel che è peggio 1Jagldale ali allo svi– luppo giovanile, obbligando i giovani a considerarsj giovani, quando dovreb– bero aspirare ad essere considerati uo– mini. In reaJtà, chi è giovane? Vogliono i signori del partito con la " Gioventù d'azione• indicare coloro che sono ancora incapaci di ragionare? Ma, anora, quesbi li si lasci con la ba– lia, li. si •1asci allo studio privato, e non si impongano loro compiti supe– tiori. Chè, se poi vi sarà qualcheduno degli stessi, adolescente o ancora ra– gazzino adatto alla vita politica e pre– parato fin dai primi anni, nessuno proi– bisce che entri nelle file effettive del partito. Ma perchè dar vita a un sot– topartito? S',intende invece parlare de.i giovani che possono, o che dovrebbero, ragio– nare per conto loro o possono essere condotti a farlo? Allora la cosa prende un aspetto ancora più serio: o questd sono uomini •in maturazione e in tal caso non si vede la ragione per cui non siano in grado di :far parte del partito, in un piano eventualmente su– bord:nato, a seconda della loro capa– cità, o attrjmeruti, io mi rivo1go a lei, egregio direttore, mi sa dire cosa sono7 Dei bambocci in calzoni lunghi? E che se ne fa ill partito di gente che non può per Jà contraddizione che noi con– sente diventare adulta? No, la ragione è quella molto sem– plice e derivata dal! passato regime di avere un posto, di poter dire « io sono membro dell'Esecutivo deMa Gioventù d'Azione», quando dire semplicemente di far parte del partito d'a:>Jione, come membro .della segreteria giovaniJ.e sa– rebbe poco soddisfacente. Perchè i co– siddetti anziani non risolvono la fac– cenda? Viene il dubbio che nel partiti come nelle aziende si formino volen– tieri de~ interessi sezionali. E, dunque, che farne dei giovani? Dei giovani che sono ancora fanciu.Jli non se ne faccia nulla, e con gli a'ltri si sv.iil.uppiuna sezione strettamente in– terna del partito, fornita di certi or– gani propri, ma armonizzata, disciolta nel partito stesso. Favorendo g.Ji scam– bi tra le. diverse generazioni, i giovani serid che ambiscono ad essere uomini, potranno sotto la guida dei più anziani divenire uomini esperimentati. Gli al– tri, quelli che bramano la gioventù perenne, vadano là dove Pier Soderini li attende. Ma cotesto mio discorso non potreÌ:i– be stare a sè e sono costretto, con il rischio di allungarJo, a toccare Wl punto infinitamente più bruciante: il concetto che sta ailla base del Fronte de1la Gio– ventù. Esso è causa di tutto· questo, ac– centuazione nazionale dei difetti che ho cercato di mettere in luce per il concetto della Gioventù d'Azione. Nel F'ronte della Gioventù tutti i giovani italiani si scindono violentemente dai p,iù anziani ed affermano la loro gio– vdnezza: oioè, che cosa? La loro im~ preparazione, la loro ignoranza, la loro inesperienza e soprattutto la loro vo– lontà di permanere in tale stato di « perfezione ». Perohè, egregio direttore, non si scri– vono oggi queste cose in ItaJia? Per– ché, invece, a1lorchè si parJa con quail– che giovane, ratta ecce:>Jione di coloro che occupano le posizioni conquistate (o d:letti usi dell'epoca or ora trascor– sa!), costui si stringe nelJe spahle, de– preca questo o quest'altro, aMerma che, certo, il Fronte della Gioventù è una truffa dottr1naJe, giacchè questo pro– prio gj dice, o meglio si mormora, ma . basta? Si desidera saperne la ragione? Mi fu spiegata da parecchie persone, con frasi che signiflicavano intrinseca– mente questq: « Ci prenderebbero per fascisti. Eppod è pericoloso •, « Ci prenderebbero per fascisti! »., Cioè, tutti coloro che sono contrari a certi organi costituiti (alcuni Dio sa poi come costituitisi) sono fascisti, men– tre, a quel ch'io ne so (si corregga la mia ignoranza nel caso) durante questi anni cli guerra in Inghilterra i giornali dell'opposiziit>ne che tacciavano Chur– chill di reazionanismo non furono se– questrati nè i loro redattori incarce– rati. « Eppoi è pericoloso•· certamente una frase appoggia l'a11tra e non so se si è tanto poco acuti o tanto poco onesti da non acco11gersi che si viene cosi ad ammettere dd aver timore di esprimere quel che si pensa su certi organi, proprio per timore deg,Ji organi stessi che si vorrebbero criticare. Bi– sogna andar prudenti, dire sì le cose, ma con tatto; eh, già, con tatto. Con il tatto che si usava un tempo. Non è poi cosi d-ifficile. Ci si era molto bene avvezzi. · No: forse questo si addirà a coloro che per vent'anni si abituarono cosi, senza ora avvedersi che in cotesta ma– niera offrono un esempio degno del più alto disprezzo perch.è apportatore di confusione; ma .agli altri, e lo si sente, come lo si sentiva sott il fa– scismo, nelle conver,sazio~i prlvate. agli a.Jtri è venuto ad ufa, perchè pensa– vano che la libertà fosse qualcosa di diverso. Non, si possono più ammettere restni7Jioni per esigenze di uniti\ nazio– nali, esistenti solo per paura (cot:.Je è ramara verità), ovvero inesisten~i come nel caso del Fronte della Giovent,::, dove si tratterebbe di un'unità di bam– bocci. E in questo caso ci occupiamo strettamente del concetto, ma il con– cetto è al.Ja base di tutto, e la sua :ne_– sistenza indi<Ja che qualcosa sotto non funziona. Il che ·pe{ hl Fronte della Gio– ventù è ben vero, ma è altro problema che aumenterebbe troppo la mole di queste osservazJoni. Per noi.i di quel– l'abito molti giovani non ammettono il sile~zio turbato, perchè appunto repu– tavano che la libertà fosse anche quella di esprimere il proprio pensicr-1 stnza veli. Se ciò non è, vuol dire che non l'in– tendono così i signori di cui qui si cri– ticano le costruzioni pseudo..J.ogiche. E allora perchè non dichiara.re sincera– mente. che costoro vogliono far valere il loro pensiero attraverso i posti con– qu.i.stati rendendoli intoocabi1i, e cioè _;1onpartecipano aJ fair pl.<ly dehla de– mocrazia? Non sarebbe da meravigliarsi che per difendersi dalle critiche z,ichie– dessero la legge marziale contro gli avvemarìd dei nuovi organi democratici! Di nulla ci si. deve meravigùiar·e a que– sto mondo. Evidentemente questa mia lettera, se lei vorrà gentilmente pubbl-icarla, sarà prova negativa e positiva di quanto so– pra, a seconda dell'attegg.iamento che verrrà preso in proposito: il ç,ielo vo– lesse che le mie affermazioni fossero disdette. Sarepbe il primo a rallegra,r– sene lo sc11ivente, i,l quale vuole ag-" giungere, a scanso di ~quivoci, che per le ragioni precedentemente esposte, co– min-ciò questa lettera affermandosi gio– vane con riluttanza, mentre senza ri– luttanza ha scritto il resto, certo che fosse necessario toccare il problema piuttosto con rudezza che con mellifluo pudore, problema già importante di per sè, interessando e i giovan4 del partito d'azione e i giovani di tutta l'I-

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