Lo Stato Moderno - anno II - n.15 - 5 settembre 1945

LO STATO MODERNO 191 SIGNIFICATO E METODO DELLA STABILIZZAZIONE MONETARIA La necessità di stabilizzare la moneta diventa sempre più manifesta di mano in mano ch13la moneta si svaluta, e quindi risponde al desiderio generale la domanda che da più parti si sente ripetere con impazienza: perchè il governo non argina definitivamente il rialzo dei prezzi, stabilizzando su– bito la lira? Codesto quesito si appoggia anche ad una dichiarazione fatta dal oompianto ministro Soleri nel discorso pronunciato a Milano qualche giorno prima della sua repentina morte: e A mio avviso - disse il ministro esponendo il piano finanziario del governo - la prima operazione da potersi compiere sa– rebbe quella di fissare il tasso di stabilizzazione della lira ri– spetto al dollaro e alla sterlina, ma fissarlo con accordi in– ternazionali che contengano la difesa e la garanzia del tasso come nel progetto di Bretton Woods >. Se non che coloro i quali fanno leva su codeste parole per rafforzare il tono della loro meraviglia cli fronte al ritardo frapposto alla stabilizza– zione della lira, cadono nell'errore di confondere la « stabi– lità di fatto > della moneta, alla quale soltanto alludeva il· Soleri, con la « stabilità giuridica » che essi hanno in mente. E quindi trascurano di rilevare, forse percbè lo ignorano, che mentre la prima specie di stabilità, che è poi una stabilità del cambio e non dei prezzi, è soltanto il frutto di un ac– cordo politico posto a base di un meccanismo di aiuto mo– netario internazionale; la seconda nasce invece specificamente dall'osserv1i'nzadi un complesso di condizioni, soprattutto tec– niche ed in gran parte nazionali. Ora mentre la stabilità di fatto potrà essere assicurata alla lira in un'epoca presumibilmente non ·troppo lontana, giacchè l'accordo politico pregiudiziale sarà raggiunto con la firma del nostro trattato di pace, la stabilizzazione giuridica è una mèta che per ora si profila piuttosto lontana, visto che per garantire il successo della riforma occorre un'accurata, deli– cata, complessa e perciò .lunga preparazione. Per rendersi conto di tale necessità basta considerare lo spi– rito, ed il metodo, di una stabilizzazione monetaria. Stabilizzare una moneta significa fissare il valore di quella moneta entro certi limiti piuttosto ristretti di oscillazione: que– sto per quanto riguarda il valore della moneta in· termini di monete straniere, e cioè in termini di cambio. Per quanto con– cerne, invece, il valore della moneta in termini di merci e di servigi sul mercato nazionale, la stabilizzazione significa eli– minare le cause monetarie di variazione dei prezzi all'interno. Se badiamo anzitutto a questo secondo aspetto della rifor– ma, e se osserviamo che nella generalità dei casi si ricorre alla stabilizzazione per porre termine ad un periodo di rialzo dei prezzi, risulterà subito evidente che per stabilizzare una mo– neta occorre arrestare l'aumento della massa di mezzi di scam– bio (carta moneta e credito) a disposizione del mercato. Alle volte la riforma è addirittura preceduta da una riduzione del circolante; come si fece, funestamente, in Italia n~l 1926. Ma ciò non è necessario. Il carattere distintivo della stabilizzazio– ne, la quale conclude un processo di svalutazione, è che mo– neta e credito non continuino a crescere. Ora affinchè 5i ottenga questo risultato è ovviamente ne– cessario che tutti gli enti, pubblici e privati, tutte le persone fisiche, ed in modo generale tutti coloro che partecipano alla vita economica nazionale, abbiano a disposizione dopo la ri– forma una quantità di mezzi monetari sufficiente per fron– teggiare i pagamenti in scadenza. Se ciò non fosse continue– rebbe la corsa al credito bancaljo; e quindi persisterebbe quel– la pressione finale sulla banca centrale che, com'è noto, dà luogo al fenomeno dell'inflazione. Dunque per stabilizzare una moneta occorre che la finanza pubblica sia in una situazione di auto-sufficienza, e che le tesorerie delle aziençle private, e nella specie delle banche, abbiano una bastevole liquidità. La prima condizione può genericamente reputarsi osservata quando il bilancio dello stato è !Il equ.i!ibrio; meglio ancora quando esso è stabilmente in avanzo. Infatti grandissima parte dell'inflazione è sempre causata dal ricorso che il governo fa agli anticipi dell'istituto di emissione per colmare i disavanzi del bilancio. Tuttavia ciò non basta. Occorre che la politica fiscale e la politica finanziaria siano tali da assicurare la per– sistenza dell'equilibrio; perchè la riforma monetaria non po– trebbe avere effetti durevoli se, dopo la sua applicazione, il gettito tributario dovesse contrarsi in misura apprezzabile, o se le· spese statali dovessero crescere. E' necessario dunque che il bilancio sia in pareggio; ma non è meno indispensabile che esistano le premesse affinchè l'equilibrio del conto ·sia ga– rantito per un ragionevole periodo di tempo. Il pericolo di un aumento delle spese è fra i più probabili se lo stato persegue fini di largo respiro sociale oppure, come anni fa si disse in Italia, se lo stato pratica una politica fi– scale « produttivista ». Nell'uno o nell'altro caso il criterio am– ministrativo viene presto soffocato dalle altre esigenze. Ciò neo significa, naturalmente, che per raggiungere lo scopo mo– netario lo stato debba disinteressarsi delle finalità che può as– segnargli l'orientamento di politica generale; ma significa piut– tosto che tutti i fini debbono essere contemperati, calcolando in anticipo i limiti fino ai quali possono essere spinte, senza danno per il valore stabilizzato della moneta, le spese imposte dalla politiça sociale o dalla politica economica. Altrimenti me– glio è non tentare affatto la stabilizzazione . . D'altra parte il pericolo di un repentino aumento delle spese è gravissimo se lo stato, come accadde nel Belgio all'inizio del. 1925, trascura di coprirsi dal lato del debito fluttuante. Questo punto di natura tecnica è a sua volta connesso con ~ ricor– data condizione di liquidità delle tesorerie pri~ate, ed è tanto importante da meritare qualche considerazione ·particolare. ... Nei periodi .eccezionali, quali sono sempre quelli d'infla– zione, lo stato finanzia gran parte delle sue spese con il de– bito a media ed a breve scadenza, perchè mentre la moneta • scema di valore nessuna persona-che sappia fare i suoi conti è disposta ad investire danaro in prestiti consolidati o redi– mibili a lungo termine. Per vincere la giustificata riluttanza del mercato lo .stato dovrebbe offrire, a compenso delle perdite previste sul capitale, un saggio d'interesse altissimo; ma è ovvio che una tattica del genere riescirebbe sommamente one– rosa per il bilancio pubblico. Lo stato, in. previsione dei de– biti che dovrà accendere, si orienta invece verso una politica di moderati saggi d'interesse; ed è anche per tale motivo che ai sottoscritt9ri dei prestiti a media ed a breve scadenza viene generalmente concessa l'agevolazione di un rapido risconto dei titoli presso le banche, a saggi di favore.

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