Lo Stato Moderno - anno II - n.14 - 20 agosto 1945

, L.O S T A T O M OD E R N O 173 Rassegna. della stampa Rh 1 oluzio11ç e· reazinne (La Libertà, 2 agosto 1945) In un lungo articolo di questo ti– tolo Vittorio Denti esamina i pericoli rhc possono nascere per la ·libertà dalfo scontra,si senza · alcun ostacolo sulla scena della politica italiana delle forze che già lottarono negli a,nni 1920- 1922 per il potere e ,portarono H paese ~,11adittatura fascista; l'autore ricorda '1 situazione d'allora e non può fare ~ meno di scorgervi tante analogie con quella.di oggi. « Siamo convinti, per guanto il rap– porto delle forze possa essere oggi mu– tato, e ,per quanto i movimenti di estre– ma sinistra contino su di una direzione strategi1ca di più consumata abi1ità, che il pericdlo della reazione sia effet– tivo almeno quanto quello de'lla rivo– luzione. Di questa affermazione !'-ita– liano medio potrà forse amaramente ~orridcrc, pensando agli spettacoli di fnlla che ha visto nel1le scorne settima– ne in ogni città del Nord. pensando a taluni orovvedimenti 'la cui affretta– ,, tinta demagogica gli è parsa indizio cli timQri non confessati, pensando alla situazione che regna tuttora In molte nostre camoa)?T)P. ove la libertà demo– cratica (e spesso la sic-urerz:zapersonale) sono in .eran oartf- - gra7,ie alle ditta– ture politiche locali - un nome'vano. Tuttavia. chi voglia riflettere sulla con– rlizione lnizia~e del fascismo sulla si– tuazione quale appariva dopd le elezio– ni del 1919 (che sembrarono se.1mare· la prevalenza decisiva dei partiti di massa) e sui mutamenti degli anni suc– cessivi. non .potrà non consentire che molti dati d'esperienza si ripresentano a su~gerire il pericolo a1meno come realtà iniziale. E. si noti, un pericolo t'he è dovuto soprattutto all'atteggia– mento ,wversario. in cui ritornano, in parte per implicito accorgimento tatti– co. in pa_rte per preoccupazione 'Clipar– tito. i motivi di una politica che fu al– lora rovinosa. Dichiarava giorni fa l'Avanti!: « Un socialismo che sia mo– vimento e azione sarà riformista se e dove <la situazione 1~ comanda, e rivo– luzionario se e quando le condizioni [o esigono ... Lottando per la democrazia ... non facciamo de1 riformismo o del ri– voluzionarismo, ma della politica socia– lista, a volte riformista a volte rivo1u– zionaria, In quanto ci proponiamo di raggiungere il socialismo con i mezzi e nelle forme che la rea1tà ici consente ». Questo non è neppure pragmatismo po– litico, è abuso di parole, almeno se il problema del metodo è il problema -es– senzia'le per 'l'avvenire di una libera demCICT"a.Zia. Riformismo e rivoluziona– rismo non sono abiti che si possano• assumere di volta in volta, indifferen– temente, senza scostarsi da quella linea di condotta che sola consente di non violare le regole del g-ioco. Quando sentiamo opporre che l'ordi– namento democratico da noi voluto comporta l'asservimento delle forze. del lavoro agli interessi «borghesi•, non possiamo a meno di ricordàre Ja pole– mica del • •leader • massimalistà Ser– ra ti icon i riformisti: « Voi cercate la aJleanza con la democr'azia e dite che anche il socialismo è democratico. Ma il socialismo è la democrazia proletaria. cioè la vera democrazia, mentre .l'altra è Ja democrazia borghese, cioè la falsi– ficazione della democrazia • (Congresso di Roma, ottobre 1922). Ma allora là via d'uscita era già stata indicata dai massima-listi nel loro manifesto del 1919: • L'instaurazione della società so– cia,Jista non può compiersi per decreto o per decisione di un Parlamento o di una costituente ... bisogna al contrario spingere il proletariato alla conquista violenta del potere politico ed eco– nomico•· Non raccogliamo questi ricordi uni– camente per r~prendere antiichi temi di dissenso Sappiamo bPne che la rernon– sabiH!à di quanto è accaduto poi pesa tanto sui rivoluzionari impotenti quan– to su coloro che si credettero deposita– ri dell'ordine liberale e ,per salvarlo la– sciarono che altri usasse le armi dehla sopraffazione. Il problema che i socia– listi moderati (i Tumti, i Treves, i Matteotti) si erano posti, era quello di salvare con la democrazia «borghese», ossia con l'effettiva democrazia, le con– dLzioni stesse di esistenza e di sviiluppo del movimento operaio e socialista. Qui sta il punto essenziale del prolJ,lema, allora come oggi. Quando i aostri :av– versari teorizzano sulla libertà, sembra– no dimenticare che la libertà non è ~n sistema, qua !cosa che possa rappreie-n– tare un fine da raggiungersi mediante un dato ordinamento economico-sociale, be-nsl un metodo pòlitico, uno strumen– to affinato da •lunghe esperienze e su– scettibile di essere an,cora migliorato, cui tuttavia non si può rinunciare se-n– za rpo~ apertamente fuori della demo– crazia./Auando il liberalismo difende l la li"bertà politica con energia che oggi , si suole cpiamare conservatrice; non difende di per se stessi determinati isti– tuti in cui la libertà si sia una volta per sempr~ realizzata. o se lo fa erra nel suo agire e si dimostra scarsamente cosciente del'la propria natura. II libe– ralismo diiende, e deve difendere, un metodo, e perciò istituzioni o ordina– menti vigenti solo in quanto si dimo– strino strumenti Sl}SCettibili di promuo– vere la libertà mentre deve combattere ed eliminare quegli istituti che, pur avendo la lil:>ertà difesa e garantita in passato, non sono più atti a· mantenerne le condizion.i. In dò sta il suo fermento I incessante, la sua funzione mediatrice· tra conservazione e progresso// Concordiamo perfettamente <fon l'au~ tare nel concepire la democrazia non come sistema o s_trumento, ma come metodo P,Olitico; dobbiamo però sottoli– neare, cosa di cui lo ·stesso articolista si mostra abbastanza convinto, che il liberalismo oggi difende proprio « di per se stessi istityti che, pur avendo 1a litiertà difesa e_ garantita in passato, non sono rpiù atti a mantenerne le con– dirzionl•· Davvero, non si potrebbe dire meglio! 11 renlrn e le ali (La Nuova Europa, 22 luglio- 1945) Nell'editoriale del numero preceden– te L. Salvrutore!ll aveva formulato l'esi– genza, per rra nascita di una vera de– mocra2lia in Italia, di un partito che dalla democrazia derivasse nome e-s0- stanza: ouesta volfa egli esamina il rapporto delle forze politiche e ritrova, quasi a conferma, che tale formazione oolitica è l'unica garanzia di una col- • laborazione tra Democrazia cristiana e Comunismo nel nuovo Stato italiano: « sdlo essa ,può evitare il loro -urto aperto, la trasformazione del loro con– trasto in guerra ,guerreggiata •. • II -fatto che democratici cristiani· e comunisti siano, allo stato presente del– le cose, i 0 due partiti più forti in Itailla, POtr~bbe far nascere l'idea di una loro alternanza al potere ne1 futuro assetb dello Stato italiano. Avremmo cosi in Italia il sistema dei due partiti, classico nella vita ,parlamentare inglese. Ma una simi1e ipotesi non avrebbe nessùna consistenza rea·Ie. II sistema dell'alter– nanza dei due partiti, èome si è verifi– cato per tanto tempo in Inghilterra •fra conservatori e liberali - e come più difficilmente tende a stabilirsi fra con– servatori e laburisti - ha per presup– posto una larga base comune fra i par- . liti rivali, tra maggioranza e opposi– "zione... Una simtle base comune non esi– ste affatto tra Democrazia cristiana e Comunismo. che riposano su ideologie differenti fino ad essere opposte, In contrasto vivace e continuo fra loro. U'n'alt~rnan7.a di Governo tra demo– cratici eristianl e comunisti ras,somi– glierebbe molto a una serie di picco.le rivoluzioni a ripetizione, serie che po– trebbe anche sboccare In una grossa. Questa recisa, insormontabile opposi– zione ideologi.ca esclude ohe si possa pensare a una loro coa1izione a due. SI sa come la Democrazia cristiana ab– hia respinto nisolutamente · l'offerta d1 un'intesa politico-'Sociale da parte dei comunisti e dei socialisti: e ciò non solo per quella opposizione ideologica, ma per considerazioni più strettamente po– litiche, in q__uanto i democratici cristiani ritenevano che in un simile aocordo essi sarebbero s ti presi a rimorchio da

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