Lo Stato Moderno - anno II - n.13 - 5 agosto 1945

144 LO STATO MODERNO maggiore pubblicità e motivazioni di serio contenuto econo– mico per le deliberazioni dell'organo centrale direttore e coordinatore, al quale ho appena alluso. _ Un'ultima domanda: la • disciplina della ricostruzione de– gli impianti> dovrà avere durata permanente oppure dovrà essere limitata al lasso di tempo più o meno lungo, che du– rerà la ricostruzione? Per rispondere adeguatamente bisogna intenderci bene sul significato di «ricostruzione»: se a quest~1 parola si attribuisce un significato letterale e contingente, nes– sun dubbio sulla transitorietà della disciplina. Il compito del- 1'.organo centrale direttore e coordinatore sarà allora soltanto quello di manovrare in modo tale da assicurare una « buona partenza• alle forze economiche italiane nella gara della concorrenza internazionale. Poi tali forze d6vranno sbrigar– sela da sole. Ma se si allarga il significato di •ricostruzione> fino ad intendere che la struttura economica del nostro paese (e non solo del nostro) dovrà essere permanentemente e perenne– mente rifatta, allora la disciplina sarà duratura. Che la strut- tura economica di un paese debba essere perennemente ri– creata è fatto storicamente certo; tutto sta a vedere se tale rifacimento, che fino a non molto tempo fa era lasciato com– pletamente al libero gioco delle forze economiche individuali, domani dovrà in qualche modo essere disciplinato a vantag• gio dell'interesse pubblico. Come si vede non si tratta più qui di « ricostruì.re » bensì di « costruire ». E discorrerne vorrebbe dire uscire dal tema: ciò che qon voglio fare. Solo una ultima raccomandazione conclusiv~ se la tesi della permanenza della disciplina degli impianti industriali dovesse prevalere, si tenga almeno pre– sente che l'interesse collettivo non sempre concorda con quello dei produttori che già agiscono sull'arena industriale. Spesso concoMa con quello dei produttori non ancora esi– stenti, cioè che da tale arena sono ancora fuori. E perciò, più che le forze e gli interessi del passato, sono da difendere e da aiutare le forze e gli interessi del futuro, sicuri inter– preti del perpetuo divenire della vita economica del Paese. LIBERO LENTI PER UNA FINANZASTRAORDINARIA DI PACE (CONTINUAZIONE E FJNÉ) Abbiamo visto nelle precedenti puntate quale importanza possa assumere come « imposta straordinaria» l'imposta sul patrimonio, per le possibilità di prelievo immediato di parte della ricchezza dei cittadini, prelievo che può consentire allo Stato di far fronte alle sue più urgenti necessità senza au– mentare l'indebitamento e senza ·aumentare la circolazione, Questo prelievo può ai;ere anzi un duplice effetto : far fronte, come si è detto, alle necessità più urgenti del paese facendovi concorrere proporzionatamente coloro che hanno più larghi mezzi, arginare e forse eliminare i1 pericolo del– l'inflazione facendo rientrare nelle casse dello Stato, con una certa rapidità, buona parte della moneta circolante in misura pericolosa. E' per questo motivo che ne abbiamo anteposta la discus– sione. Ma l'imposta di ricchezza mobile è sempre l'imposta di– retta cardine del sistema tributario italiano. E' senza dubbio questa imposta che dovrà meritare tutta l'attenzione di que– gli organi legislativi del paese che dovranno occuparsi della materia. Sull'esatto suo éccertamento, suJla completa sua esazione è basato certamente il futuro assestamento del bilan– cio dello Stato e ciò anche perchè nella nostra legislazione tributaria, all'imposta di ricchezza mobile è collegata l'im– posta complementare e, in parte, anche l'imposta sul patri– monio, in quanto come già abbiamo visto, l'imposta di ric– chezza mobile è elemento qualche volta determinante di quest'ultima imposta. Tenuto qllindi presente che nel nostro sistema tributario l'imposta di ricchezza mobile ha importanza di primissimo ordine, vediamo quali sono a nostro avviso i modi migliori per arrivare ad una sua equa e giusta applicazione. La ri– partizione con giustizia del carico tributario fra tutti i citta– dini, il grado di sopportabilità di tale carico in rapporto alla capacità contributiva di tutti, è canone indispensabile perchè l'imposta dia il suo massimo gettito e perchè le sue aliquote possano in un successivo tempo, essere riportate ad un liveJ:o relativamente modesto. E' verità lapalissiana, è principio universalmente arnmesw in dottrina, largamente confermato dalla pratica, che quando l'imposta supera la capacità di pagamento di cittadini essa rende sempre meno e che quanto. più questo livello viene su· perato, tanto meno l'imposta rende, anche proporzional– mente. Questo fenomeno si manifesta in maniera 1>articolare nei redditi di modesta importanza per i quali la gravosità delle aliquote ha effetto inversamente proporzionale sul rendi– mento della imposta. Occorre premettere che il reddito fiscale di una qualsiasi azienda risulta a fine esercizio quasi sempre investito in cre– diti da riscuotere, in merci da realizzare, in perfezionamento agli impianti, in erogazioni di imposta ecc., per cui ciò che rimane di liquido spendibile degli utili di un esercizio non è che una modesta parte di essi. E' evidente che solo su questa parte l'imposta può util– mente incidere senza inaridire le stesse fonti del reddito. In questi casi poi è quasi un istinto di conservazione che porta il contribuente a frodare la legge fiscale. E' lo stesso funzionario accertatore che è _portato ad indulgere quando sa che applicando alla lettera la legge porterebbe alla rovina il contribuente. In questi casi gli Uffici fiscali sono indotti a non accertare i redditi reali, per compensare in certo qual modo i cittadini della gravosità eccessiva dell'aliquota, in modo che l'accer– tatore stesso cerca di applicare la legge in modo che il con– tribuente paghi quello che, a giudizio dell'accertatore, egli è in grado di pagare. Questa correzione arbitraria fatta aUa legge da parte dell'accertatore fiscale serve anche ad evitare che vengano inscritte a ruolo delle cifre che si trasformino in quote inesigibili. Poichè dunque è fatale, ed oseremmo dire che è un bene, che l'accertatore non applichi mai integralmente la legge quando le aliquote sono eccessive, tali da superare la capacità contributiva del contribuente, dobbiamo sostituire all'arbitrio, sia pure salutare, del singolo funzionario, la saggezza del le• gislatore. Per i redditi modesti siano applicate aliquote di pari mo– destia. I redditi sino a L. 50.000, siano tassati nella misura dell'8% come i redditi di cat. C. 2, pretendendo però che essi siano accertati nella loro interezza. Si stabilisca l'esenzione sino ai redditi di L. 30.000, cifra più che modesta data l'at– tuale situazione monetaria. Si faccia ln modo che anche i redditi di cat. B vengano

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