Lo Stato Moderno - anno II - n.12 - 20 luglio 1945

108 LO STA T O M OD EH N O - 2 O ·L U GLI O 1 O4 5 LA RISPOSTADI V. ALBASINISCROSATI Signor Direttore, Per quanto chi scrive non sia affatto nè il principale, nè ·•uno dei principali• esponenti di qttella « tendenza minori– tarla » cui fa cenno Leo Va!iani, principale esponente della • tendenza m.aggioritar!a • nella direzione per l'Alta Italia del Partito d'Azione, egli pensa tttttavia - essendo l'autore degli articoli che hanno avt,to l'onore di attirare !'attenzione del direttore deU'ItaUa Libera - di ,uni doverne lc,sciare senza una breve • mise au point » le sinyola,ri affermazioni. Dunque, otto mesi fa Leo VaHani era d'avviso che i C.L.N. -fossero destinati a diventare gli organi basilari dc! nuovo Stato rivoluzionario: e ciò - tu ipse locutus es - nella previsione che la rivoluzione democratica po!itic!I e sociale di cui essi dovrebbero essere i portatori si sarebbe Impadro– nita del potere per installarcisi definitivamente, non arre– standosi quindi ai confini dell'Alta Italia per co11centrarsi nelle maggiori città, ma, estendendosi, grazie a•lla solleva– zione dette masse contadine, al Centro ed al Sud. Ciò non è peraltro accaduto, e la rivoluzione c'è stata, e grandiosa; ma ha dovuto limitarsi a conservare il potere per un paio di settimane: i C.L.N. per tale periodo hanno esercitato funzioni di governo, e hanno dovuto quindi trasformarsi in organi consultivi dell'amministrazione centrale. L'amico Va!iani vuole evidentemente difend.ersi dal pericolo - che potrebbe app!!rire minaccioso - di dover riconoscere di aver avuto torto, coll'affermare che, se tale è stato il corso degli eventi, ciò è dipeso dall'impossibilità di esser profeti: secondo lui, anche se più tardi smentite dai fatti, le sue previsioni, nella situazione storica di otto o dieci mesi fa, sarebbero state ra– gionevolissime e pienamente corrispondenti al prudente ed avveduto calcolo di quel buon • paterfamilia • che egli vuol essere nella saggiCÌ amministrazione politica del Partito. Ci sia lecito, a questo punto, contrapporre due affermazioni a quelle dell'amico Vatiani. La prima è che le previsioni s11Ue quali il direttore del!'I– tìa·lia Libera poggiava la sua un tempo incrollabile certezza neU'avventre rivoluzionario dei C.L.N. e nella loro capacità di conquistare e conservare i! potere, si palesavano fin dal– l'origine ictu oculi affatto arbitrarie ed ingannevoli. Non occorreva certo avere consumata esperienza. di alta politica per prevedere il corso degli eventi, cosi come è apparso daLle colonne 'di questa Rivista, in fase clandestina: si trattava di un corso già precedentemente fissato in maniera cosi evidente che solo divagazioni aHucinatorie avrebbero potuto impedire di scorgerlo con assolttta nettezza. Non era forse la potenza delle armi Allea te quella che avrebbe determi– nato U croUo de! regime fasci-nazista? Non sarebbe forse stata l'avanzata deUe forze anglo-americane a consentire la insurrezione popolare, delimitandone quindi !'espJnsione e fissandone i !imiti? Si itludeva dunque la « tendenza mag– gioritaria• che !'insurrezione non sarebbe mtil venuta a contatto con l'occupazione militare alleata? E come avrebbe mai potutò accadere che il movimento dal Valiani chiamato « rivoluzione» potesse dilagare al Centro e al Sud coll'ap– poggio delle masse contadine: non c'era forse laggiù l'occu– pazione militare alleata, occupazione militare d'un paese vinto ed arresosi incondizionatamente ed interamente con– troUato dai vincitori? Era ammissibile il pensare - a parte ogni altra più ovvia considerazione - che costoro, i quali intendevano fare deUa Penisola una b.a,se di operazioni militari e non già lasciarla trasformare in un laboratorio di esperimenti rivoluzionari, avrebbero tranquit!amente con– sentito che i nostri Valiatii dessero .fuoco alle polveri, facendo defercntemen te a!a al passaggio delle coorti rivoluzionarie in marcia verso !I Sud? · Interrogativi tutti, cui si palesa superfl·uo dare una ri– s]1osta, e da cui scaturisce la condanna senza appello di u,1a politica di bizzarre illusioni, una politica - ci perdoni l'e– polit~ci, nati nella terra del Guiccil!rdini c del M aèhlavc!li. spressione - più da fumeurs d'opium che non da esperti Dare corpus idonea fumo: i nostri amici della « tendenza maggioritaria» hanno costruito !a !oro politica - purtroppo la nostra politica - non sul solido mondo delle cose terrestri, ma su quello aereo, impalpabile e inconsistente, de! fumo delle loro sigarette. Seconda affermazione: non è punto esatto che l'accen– nata trasformazione de.i carattere rivoluzionario dei C.L.N. sia dov11ta a pretese circostanze di fatto, le quali avrebbero deviato il corso degli avvenimenti, inesorabilmente vincendo l'o11post!I volontà dei nostri amici: al contrario, sono proprio essi stessi che vi hanno piename1ite e consapevolmente con– sentito, liberamente associando la propria volontà alla pres– sione deUe circostanze e favorendo cosi in toto una evolu– zione della situazione perfettamente a ritroso di quella per tanto tempo da essi cosi calorosamente patrocinata. Proprio quando era maturato il momento di scendere a strenua– mente combattere per la •rivoluzione», i nostri amici hanno tranquillamente abbassato il vessillo di guerra e gettato con indifferenza le armi: prima, prima assai det!'insurrezione nazionale e dei suoi • imprevedibili » sviluppi, essi medesimi avevano provveduto ad evirare l'insurrezione stessa, strap– pando alla lupa fremente e sitiboncla di sangue, con impec– cabile tecnica dentistica, i denti più aguzzi e pungenti. Essi stessi, nel ma,rzo 1945, proprio al momento di passare dalle parole agli atti, dal pensiero all'azione, hanno dato piena cd incondizionata approvazione a queU'accordo Medici-Tor– naquinci col quale i C.L.N. ~i impcgnat:a,no nell'interregno ad amministrare con piena osservanza delta legalità, rimet– tendo quindi i poteri all'A.M.G. od al governo centrale, e trasformandosi in organi consultivi. · La discreta e signorile pressione d'un sottosegretario di Stato in missione segreta al Nord è bastata a tanto: a di– sarmare politicamente, moralmente e intellettualmente la ferrata volontà dei nostri amici « maggioritari »: di quegli stessi che pochi di innanzi, frementi d'entusiasmo e di desi– derio d'imitazione per quetta che essi chiamavano l'• eroica lotta per la libertà dei partigiani greci • - ma non era in realtà, come al.l'unanimità (meno 7 voti) ritenne la Camera dei Comuni, se non una sedizione diretta ad instauTare colla forza delle armi tm regime totalitario -, non si erano pe– ritati dal lanciare contro questa Ri1,ist;i i fulmini di una pubblica deplorazio·ne per ri.lievi ed apprezzamenti di cui f11 possibile valutare, di lì a poco, la vru.dente e pe·rtinente obiettività. • A queste elementari, inoppugnabili affermazioni ci sia consentito aggiungere una precisazione di fatto. L'amico Valiani mena gran vanto del fatto che i C.L.N. abbiano preso i! potere e !'abbiano conservato per qualche tempo: e sembra con questo voler trionfare su di noi, che mai avrem– mo ammesso il verificarsi d'11n simile evento. Egli sa benis– simo, tuttavia, che poco ciò corrisponde a ve,·ità: giacchè fummo noi, proprio noi della « tendenza minoritaria», nella previsione di un interregno dei C.L.N., ad elaborare uno schema di ordinamento dei pubblici poteri in Alta Italia, ai fini non solo di dare una disciplina giuridica al governo ed all'amministrazione degli organi direttivi della Resistenza, ma anche di avviare l'intero sistema detla nostra ammini– strazione ad ordinamenti più progressivi e liberali. Certo, per noi si trattava solo di un interregno: ma non sembra che il tribunale supremo dei fatt( abbia rigettato le no– stre tesi. Ancora ci si consenta, signor Direttore, di formulare un rilievo. Ci sembra che l'amico Valiani, nei suoi scritti come nelle sue parole, abusi un po' troppo della parata « rivolu– zione ». Questa sembra essere per l11i,non già, caso mai, un male necessario, • una fièvre nécessaire pour consommer Jes humeurs •• preferibile « à ces bouHées éphémères qui épui– sent le m:iladc sans détruire !es causes d~\ inal •• ma addì-

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