Lo Stato Moderno - anno II - n.12 - 20 luglio 1945

124 LO .STATO MODERNO • 20 LUGLIO 1945 Non essendoci un partito « conservato– re• dichiarato, sarà Il partito liberale a raccogliere i voti dei conservatori, con quanto ,profitto del « liberalismo• ciascuno vede. Salvo il comunista, tutti gli altri par– titi sono destinati a spaccarsi in due al cospetto dei primi gravi problemi, ma per il partito liberale la scissione è più urgente che per gli altri, fra la demo– crazia di sinistra, e la destra conserva– trice, pena la stessa· rovina del partito come • liberale •· Se si fosse configu– rato diversamente, e attraverso vicen– de meno singolari, avrebbe potuto ri– pigliare la formula cavourian~ del ju– ste milieu, e coltivarla fruttuosamente. Nei tragici momenti del settembre del 1943 Burzio aveva avuto l'idea di un « partito di centro•, che allora era ro– manzesca, con i -tedeschi e fascisti in congiura per strozzarci, ma che oggi .: inattuabile, mentre rischia di funzio– nare come partito di centro l'ala destra del partito d)zione giacchè i liberali. tendendo al conservatorismo, non han. no più gioco per la manovra di conci– liazione. Chi proviene dalla Rivoluzione libe– raLe e più ancora da Benjamin Constant e da Cavour, non può senza rammarico constatare che J,a sua coscienza di de– mocratico e d'illuminist11 non gli con– sente oggi di sedersi a fianco dei die hards che -governano il rinato partito, che egli accusa di insensibilità sociale, preferendo questa diagnosi a quella sonvnaria e polemica delle sinistre, di cospirazione d'interessi reazionari. Ed è un peccato perchè nè la dottrina nè la !unzione veramente « liberali • hanno !atto il loro tempo. Soltanto, non biso– gna aver paura del popolo, e questo è il sentimento che oggi traspare da trop– pi atteggiamenti del partito, e lo para– lizza nella difesa di mo! te cose che non val la spesa di difendere, perchè sono ben morte e nessun artifizio dialettico può !arie risorgere. Cavour, e dopo di lui, Giolitti, non avrebbero avuto alcuna esitazione a scegliere il «connubio• in luogo della rottura. ARRIGO CAJUMI Pubblicando questo articolo di Arri– go Cajumi, abbiamo inteso soltanto contribuire a iUummare un interes– sante !atteggiamento -tra ~o psicologico e il culturale in 1cui si dibatte una parte della intellighenzia italiana. Dob– biamo \P(/TÒ a •scanso di equivoci, di– chiarare il Jnostro radicale dissenso da alcune opinioni dello scrittore. La va– lutazione ,deU'opera ,di Croce 1 è troppo acerba, e d'altra parte t.-crppo ingenua la intelligenza d-el 'ValoT'e della cosid– detta polemica antidemocratica crocia– na, perchè non lei ,incomba ,l'obbligo di separare nettamente ,la nostra respon– sabilità. Noi ,siamo d'opinione the una nuova democrazia in Italia non si farà se ,si rifiuta ,m \approfondito •esame RASSEGlVA DELLA Sco1jc,1adell'llalia (Popolo, 5 luglio) Dopo avere accennato al falso volto d'Italia dipinto in passato dalla propa– ganda fascista s. d., sul Popolo, afferma: Bisognerd scendere aUa rea-ltd italiana press'a poco come al centro della terra. Ci sono argomenti sui qua!i l'ignoranza degli italiani si è fatta impr,essionante. Domandate a una qualunque « persona colta » del nostro paese come vivono i contadini, che sono più di metd della po– polazione della penisola, e ne avrete ri· sposte vaghe e inconcludenti. Non un Li– bro serio, 110n un « servizio .,. giornalistico passabile in un quarto di secolo, per at-• tenuare quelle nebbie. E se c'era qual– cuno che voleva organizzare di quei rag– guagli, st sapeva in anticipo cne tutto doveva arenarsi prima di cominciare, da– vanti agLi ostacoli di « quel che non si poteva dire». Esaminare i contratti na– zionali di lavoro? La politica degli am– massi? La politica demografica del regi– me nelle campagne? Inutile addurre esempi stranieri illustri, come per dirne uno, il ragguaglio dello Halévy, uscito sotto il titolo Vdsite aux paysans du cen– tre; o, diverso, quello dell' americano Caldwell sulla gente degU Stati meriitio– nali della Confederazione. In alto loco non si volevano sentir ragioni. Cosi, notoriamente, per molti altri aspetti della vita italiana. I minatori del– la Sicilia, ! pastori d'Abruzzo, i valligiani delle alte valli alpine, gli operai di centri industriali: tutto mistero profondo. Vita economica, costume, ,realtà .!Ociali, mo– rali, religio•e - la linfa e il sangue della Nazione - chi potè mai, nel venticin– quennio, cercare -di delinearne le attivitd e le forme? Onde se ci avviene di leg– ge,e, come ci è avvenuto di -recente, qual– che documentazione potuta apparire nel tempo postfascista, (e citiamo Cristo si è fermato -a Eboli di Carlo Levi, sulla ri– vista fiorentina Il Ponte ·diretta da Piero Calamandrei) ci prendono meravòglie stra– ne, e difficile li per lì è dominarle, cioè toglierle dalla loro perplessa vacuitd per farle energia, volontd di veder chiaro fi· no in fondo, di migliorare, di redimere: tutti compiti molto complessi, ma che bi– sognerd pur proporsi di portare a ter– mine con l'intrepiditd (è un vecchio esem– pio, ma calza) che vi pose il Fucini nel suo classico Napoli a occhio nudo. Però su un piano molto più vasto, perchè l'I– ta!ia è seminata di rovine, e il viaggio di riscoperta si annuncia assai lungo. E' vero. Molte cose, ignorate, ci ap– paiono solo adesso, come fu per tante ma– lefatte del fascismo che non sempre la critica sottovoce servì ad illustrare, spe• cialmente presso gli illusi, i;li dngenui che vollero sempre credere •e obbedire, come era comandato. Quest'invito alla scoperta dell'Italia, della vera Italia è quanto mai di attualità. Ma ognuno cominci a scoprire se stesso, a conoscere se stesso: l'Italia, in fondo, è tutti noi (e lo era anche quan– do si disse che uno solo era tutti noi). deUe conclusioni antidemocratiche a cui era giunto il pensiero europeo al,ki vigilia deUa prima guerra mondiale. Sarebbe .o illusione o demagogia. E noi non vogliamo nè iLludere nè ingan. nare. Per la qua-le ultima ragione non ci pare di poter tacere che il giudizio sulla Storia del li-beraMsmo europeo di De Ruggiero è troppo irriflessivo e fret– toloso. E' difficile costruire una nuova cultura politica italiana se si prendono allegramen,te a calci i pochi Ubri seri dell'ultimo trentennio. Nel campo più strettamente politico non dividiamo la profezia dell'autore per cui solo i,l Partito Comunista sa– rebbe immune dal pericolo scissionisti– co di fronte ai primi gravi problemi. Neghiamo, e questa non è la sede per dire di più, entrambe le afferm.«zioni contenute nella proposizione. Interessante l'accenno alla funzione di centro che potrebbe essere adempiu– ta daUa così detta ala destra de! Par– tito d'Azione. Ma qui bisognerebbe in– tendersi ancora una volta su queste famose destre, cent-ro e sinistre. A noi sembra assai più semplice dir,e che tut– to il Partito d'Azione è oggi chiamato a fungere da perno di una democrazia costruttiva. Se questo, cioè fare la nuo– va vita democratica italiana in funzio– ne dei dati e delle possibilità attuali, si chiama far del centrismo, allora il rischio (per adoperare la parola di ca;umi) V[!:le la candela. M, P. STAMPA 'l'uglfolli risponde (Unità, 8 luglio) .M malumore manifestato da De Ga• speri (Discorso tenuto al primo Con· vegno della democrazia cristiana nell'Alta Italia) circa i sacrifici richiesti al suo par– tito dalla muova composizione mdniste– riale, Palmiro Togliatti risponde dalle co– lonne deU'Unitd con un artiéolo di fondo in cui -inv,ita H capo de-i demo-cristiani a p~ecisare - prima .di esprimere la sua scontentezza per ,la rinuncia a qualche dicastero - se Il suo Partito intenda o no seguire un.a linea politica che lo avvi· cini o meno ai partiti di massa. L'atteggiamento dei demo-cri.l;,biani è, secondo TQJliatti, ancora equivoco ~r quanto riguarda la questione istituzio– nale. Circa Je questioni progressiste, che dovrebbero definire meglio di carattere popolare di un partito, i demo-cristiani ,gili appaiono orientati verso il vecchio clericaJismo. Per Togliatti la democrazia cristiana - piuttosto che seguire la linea risultante da certe dichiamzioni fatte da Don Sturzo in America - tenderebbe ad un totalitarismo di tipo clericale. Egli prosegue dicendo: Il ca.po dei democratici cristiani accen· na con nostalgia, sembra, al tempo in cui si parlava di un « governo dei tre partili di massa•· In realld di un go· vemo simile, da parte nostra non si par.. lò. Si patilò ben•ì, e si parla tuttora, del bene che farebbe alla causa della demo·

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