Lo Stato Moderno - anno II - n.12 - 20 luglio 1945

114 LO STATO MODERNO - 20 LUGLIO 1945 Per una finanza straordinari a di pace (Continuazione dal numero precedente) Abbiamo accennato nel precedente capitolo come il risana– mento del!'erario possa essere effettuato sia mediante l'inaspri– mento dei tributi, integrati da congrue operazioni creditorie al– l'interno ed all'estero, sia mediante la inflazione. Riteniamo si debba e si possa ancora a nostro avviso scartare per il nostro paese la seconda ipotesi che, se risolve in maniera drastica e radicale il problema dei debiti dello Stato che con l'in– flazione totale verrebbero nella loro interezza concellati, causa però danni e rovine di incalcolabile entità. « Gli effetti morali della carta moneta possono essere para– gonati agli effetti fisici della peste! », scriveva Montolivet in nome di Napoleone I. E noi aggiungiamo, non solo gli effetti morali ma anche quelli materiali sono paragonabili alla peste, in- quanto la moneta in– fluenzata semina forse più lutti e rovine di un'epidemia. L'inflazione è solo apparentemente giusta; in quanto colpisce piccoli e grandi nello stesso modo annullando tutto il loro patri– monio in contanti, in titoli di Stato e in crediti è molto ingiusta. I grandi capitalisti avrebbero sempre qualche cosa da salvare dall'inflazione: beni immobili, gioielli, gallerie d'arte, merci, ccc. Il piccolo risparmiatore perderebbe probabilmente ogni suo bene con l'inflazione e proporzionatamente ne sarebbe il più danneggiato. E' vero che i provvedimenti compensatori potrebbero col– pire anche i profittatori dell'inflazione: adeguate imposte immo– biliari, obbligo di pagare con moneta nuova, opportunamente rap– portata, i debiti sia ipotecari che chirografari, ecc. Ma sarebbe sempre profonda la ingiusta disparità del danno di cui verrebbero maggiormente a soffrire le classi più modeste. Ma considerazioni ancora più profonde e decisive ci fanno ritenere che tutto debba tentarsi per evitare l'inflazione. Privi di tutto come siamo, con mille assillanti problemi che urgono alle nostre spalle a causa della mancanza assoluta di molte materie prime, non possiamo perdere quel poco credito all'estero che forse ancora abbiamo e che sarebbe compromesso per un lungo periodo di anni se alla inflazione si dovesse arrivare. Ammettiamo che molto forte può essere per il legislatore la tentazione di fare piazza pulita e risolvere molti problemi di ca– rattere immediato con un unico colpo di spugna. Basta pensare all'immediato annullamento di tutta la circo– lµione e di tutto il debito pubblico il cui peso per centinaia di anni dovrà gravare suile spalle del povero popolo italiano per com– prendere come la tentazione e forse anche la necessità di fare tabula rasa potrà sembrare decisiva per chi considera il problema solo dal punto di vista dei benefici immediati. - Confessiamo che anche noi stessi prima di scrivere queste righe siano stati molto perplessi sulla palese ingiustizia di far pagare ad almeno venti generazioni a venire i debiti di una ge– nerazione pazza. Ma la situazione del nostro paese è tale per cui l'aumento delle entrate tributarie deve necessariamente essere integrato da operazioni creditorie e all'interno e ali' estero. I bisogni immediati sono enormi, mentre il gettito tributario non sarà immediato. Inevitabilmente si dovrà ricorrere a prestiti all'interno e all'estero per far fronte alle più impellenti necessità. Ma è certo però ad inflazione avvenuta che lo Stato non potrà trovare finanziatori all'interno e nemmeno e soprattutto all'estero. Come abbiamo accennato, la più immediata delle ripercus– sione di una inflazione totale sarebbe probabilmente la sospen– sione di ogni invio in Italia di quei prodotti di cui abbiamo un disperato bisogno. Alla inflazione seguirebbe la più paurosa delle miserie dalla 9uale nessuno per molto tempo ci aiuterebbe a risol– levarci. Pensiamo perciò che i provvedimenti più urgenti debbano mirare prima ad arrestare i prezzi, poi a ridurli gradualmente. La lotta contro l'inflazione può essere la lotta per la salvezza dell'economia del paese. Evitata l'inflazione con tutti gli sforzi, dovrà porsi mano ad -una legislazione fiscale accorta, chiara ed intelligente, che non significhi una persecuzione per il contribuente, dal quale non si deve pretendere più di quanto può dare. Si potrà cosi aumentare in misura notevole il gettito di quei tributi che saranno destinati a dare il massimo del contributo per il risanamento dell'erario. Dici amo anche legislazione chiara perchè le leggi tributarie non devono essere un rompicapo per cui ogni contribuente debba improvvisarsi tributarista. Le norme siano chiare, semplici, di fa. cile applicazione e di facilissima interpretazione. Sia finita con le innumeri disposizioni, circolari, normali a gettito continuo che spesso, sotto il pretesto di interpretare le leggi le travisavano e ne rendevano ardua l'interpretazione. Il contribuente sia facilitato anche nella interpretazione e nella pratica applicazione delle leggi fiscali che debbono essere alla por– tata di tutti. Inoltre anche se non si potrà arrivare a un vero codice fiscale, si procuri di non apportare troppo frequenti modifiche alle leggi fiscali che dovranno essere approntate. Noi riteniamo che il massimo gettito dei tributi, integrati dalle operazioni creditorie cui pure si dovrà ricorrere dovrà essere il miglior modo per dare i mezzi allo Stato per superare questo tra– gico periodo. Nella trattazione dei tributi diretti che qui considereremo, ini– zieremo da quello che nella nostra elencazione delle puntate pre– cedenti abbiamo indicato per ultimo: l'imposta sul patrimonio. E vogliamo iniziare da questa imposta perchè riteniamo che in quel carattere parzialmente straordinario che essa potrà avere, essa dovrà dare il più notevole ed immediato contributo al risa– namento delle finanze dello Stato. E diciamo « parzialmente stra– ordinario» in quanto riteniamo che questa imposta dovrà avere un carattere ordinario e un carattere straordinario. La si potrà considerare straordinaria quale vera e propria leva dei patrimoni dei cittadini che, in proporzione alla loro entità, potrebbero essere chiamati a dare il primo e più forte gettito di entrate alle esaurite casse dello Stato. La si potrà invece considerare ordinaria nel carattere perma– nente che essa potrà avere, specie in funzione della limitazione dei patrimoni e della eventuale avocazione allo Stato oltre quei limiti che sarà cura dei prossimi legislatori determinare. L'imposta sul patrimonio sia ordinaria che straordinaria do– vrà essere isliluita con aliquota progressiva; modestissima per i piccoli patrimonii,. elevata per i patr_imonii ingenti. II governo fascista con legge 12 ottobre 1939, n. 1529, aveva stabilito l'imposta sul patrimonio con l'aliquota dello 0,50 % col– pendo coll'imposta i patrimoni da L. 10.000 in avanti; successi– vamente il governo cosiddetto repubblicano con decreto legislativo 20 novembre 1943, n. 842, stabiliva l'esenzione per patrimoni fino a L. 50.000, e la tassazione a scaglioni con un minimo del 0,50 % per patrimoni da L. 50.000 a L. 1.000.000, fino al massimo del– l'l,50 % per patrimonii superiori a L. 5.000.000. Recentemente il Governo bonomiano con decreto legislativo ..luogotencnzfale del 19 ottobre 1944, n. 334, ha portato l'aliquota al 0,75 per cento. Nel periodo seguente alla guerra 1916-19 il Governo di al– lora istituì çon R. Decreto 24 novembre 1919, n. 2169, un'impo– sta straordinaria sul patrimonio, rateizzata in trent'anni, la cui ali– quota fu determinata ,da un minimo del 5 % (pari in ragione di 0,198% all'anno) per imponibili da L. 20.000, per arrivare ad un massimo del 25 % (pari in ragione al 0,539 %) per imponibili al disopra dei 100 milioni. Noi riteniamo che sarebbe opportuno rivedere al più presto il decreto legislativo del Governo Bonomi sdoppiando l'imposta come abbiamo accennato in ordinaria e straordinaria ed appli– candole però immediatamente entrambe. Nel suo carattere ordina– rio dovrebbe essa avere precipua funzione di regolazione dei pa· trimoni di maggiore entità e si potrebbero quindi esentare addirit– tura i patrimoni sino a L. 1.000.000, in considerazione dell'al· tuale svalutazione della lira; le aliquote potrebbero arrivare

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