Lo Stato Moderno - anno II - n.9 - 20 giugno 1945

52 LO STATO MODERNO - 20 GIUGNO 1945 gioco delle forze politiche: fornirle al Paese ed al mon– do, che ci guardano e si riserbano il tremenqo diritto di giudicarci? Assuma ciascuno, col cuore che l'ha sorretto nella LA POLITICA Il Sommo Pontefice, in oeeasione del suò onoma•stico, ha pronunciato un'allocuzione al Sacro Collegio. Il discorso vuole essere una messa a punto sui rapporti tra la Chiesa ed il nazionalsocialismo. Rifacendosi a!la sua permanenza in Germania in qualità di Nunzio Apostolico, Pio XII ha ricordato le grandi qua– lità di quel popolo affermando di nutrire fiducia che esso possa risollevarsi a nuove idealità ed a nuova vita dopo aver respinto da sè lo spettro satanico costituito dal nazionalso– cialismo e dopo che i colpevoli avranno espiato i delitti da loro commessi. Il Pontefice ha quindi ricordato la strada per– corsa dalle relazioni tra il Vaticano e la Germania. Come è noto, nel 1933 il Governo gennanico « sollecitò» (ha detto il Pontefice) la Santa Sede a concludere un con– cordato con il Reich. Già Pio Xl, sviluppando il concetto dell'assoluta libertà della Chiesa, · il supremo potere di Lei di governare la società cristiana, si dichiarò pronto, a diffe– renza del predecessore, a trattare con i Governi laici. . ~ I precedenti della politica concordataria, per quanto ri- guarda il Reich tedesco, sono da ricercarsi nell'azione svolta in Francia, dalla diplomazia vaticana, a sostegno del!a po– litica Briand-Stresemann, che condusse ad una distensione franco-tedesca. Precisamente, il Vaticano aveva fatto leva, ai fini del raggiungimento di un concordato con la Germania, sulle sinistre francesi, che allora appunto si accingevano ad una politica amichevole con i tedeschi; e le sinistre, in con– .tropartita degli appoggi che avrebbero concesso al Vaticano nel quadro della politica estera francese, chiesero la con– danna delle destre rappresentate dal movimento del!' Actio11 Française che con le opere di Maurras e con gli articoli del suddetto giornale avevano violentemente attaccato la politica di Briand. Fu così che nel 1926 il Sommo Pontefice si deci– deva a pubblicare un decreto di condanna delle opere di Maurras e del pensiero dell'Aclion Française (decreto che risaliva al 1914. Pio XI ne aveva ritardato la· pubblicazione perchè, anche non vedendo con estrema simpatia il movi– mento dell'Actio11 Française, si rendeva pur conto che gran parte del clero francese era vicina al Maurras. Benedetto XV aveva lui pure ritardato la pubblicazione per « motivi di cir– costanza». Quando il Papato si decise infine a rendere ese– cutorio l'atto, lo fece perchè aveva già delineato una sua po– litica d;avvicinamento ai Governi laici, e tra gli altri al te– desco, e a quei fini gli giovava anche la condanna all'Actio11 Française, nazionalista ed antitedesca. Così come, dunque, l'atteggiamento rispetto airActio11 Française giovava a migliorare le relazioni tra la Santa Sede ed il Governo francese ed a mantenerle in un clima piuttosto favorevole, egualmente esso giovava, nel quadro dell'avvici– namento francp-tedesco, a sost~nere l'iniziativa vaticana ten– dente alla conclu~ione di un concordato col Reich. Il primo programma della politica di Papa Pio XI fu la conclusione di concordati con la Prussia, la Baviera e possibilmente col Reicb. Infatti, il 29 marzo 1924 venne firmato il concordato bavarese e circa cinque anni dopo venne firmato quello prus– siano. V'era dunque una disposizione di massima da ambedue le parti per la .conclusione di un concordato valevole per tutto l'impero. Nel 1925 vi furono trattative circa un pro– getto del Ministro degli Interni del Reich, Jarress. Ma non lunga vittoriosa prova trascorsa senza temere e senza vacillare, la respoi:isabilità che gli spetta. La Patria attende che ciascuno compia il proprio dovere. VITTORIO ALBASINI SCROSATI DEI PRIVILEGI se ne fece nulla prima dell'avvento di Hitler al potere a causa delle forti opposizioni protestanti. Quanto sopra denota da parte del Vaticano un piano politico preciso e non si capisce dunque su quali fatti la Santa Sede intenda oggi giustificare come sollecitato il con– cordato col Reich, concordato che invece rientra a puntino nel quadro minuziosamente preordinato della politica vati– cana. Il fatto è che oggi le sorprese recate al mondo dalla Germania hitleriana hanno gettato in grave imbarazzo i cat– tolici per l'appoggio accordato a suo tempo a Hitler, ap– poggio implicito nel fatto dcli' esistenza di un concor– dato. Non già che la Chiesa, come autorevolmente in– forma Pio · XII, si lasciasse illudere da eccessive speran– ze nè che con la conclusione del concordato intendesse in qualsiasi modo di .approvare la dottrina e le tendenze del nazionalsocialismo. Tuttavia bisogna riconoscere, aggiunge il Pontefice, che il concordato negli anni seguenti procurò qualche vantaggio o almeno impedì mali maggiori. Questo è il punto. Noi non vediamo per quale motivo il Vaticano abbia sentito la necessità di portare fino alle u:time conclu– sioni la propria politica concordataria col Reich, se non per stabilire per i cattolici tedeschi una situazione.' di. privilegio che, nel quadro rigoroso· •Ila _morale cattolica, dovrebbe ri- tenersi intollerabile. .. '. Questo privilegio h; portato ad una divisione difficile da sanare tra- i cattolici ed i non cattolici, sebbene la cieca persecuzione hitleriana abbia accomunato gli uni e gli altri nel dolore, in base alla folle teòria che nessun'altra religione si potesse avere se non quella dello Stato, della razza, del sangue. Questo disagio sente ora il Pontefice affermando che ad ogni modo nessuno potrebbe rimproverare alla Chiesa di non aver denunziato ed additato in tempo il carattere del movi– mento nazionalsocialista ed· il pericolo cui questo esponeva la civiltà cristiana. In tempo? Non crediamo. La politica che Hitler avrebbe seguita era scoperta già nel primo atto del futuro Fuhrer, Malgrado ciò, il Papato ha ritenuto di dover portare a compimento una politica mediante la quale si sta– bilì in Germania una situazione di privilegio per i cattolici. Illusoria, transitoria quanto si vuole. Ma il t~ntativo è stato fatto se_nza riguardo alla necessità che i cattolici assumessero lo stesso atteggiamento degli altri rispetto al nazionalsociali– smo. Oggi il Papato offre questi stessi cattolici, in un primo tempo privilegiati dai nazisti, come unica massa più o meno compatta nel grande sfacelo del Reich, agli Alleati perchè ne facciano una base per la ricostruzione dello Stato. Il Vaticano, ieri firmatario di un accordo con Hitler, oggi giudice severo della nefasta politica nazionalsocialista, è senza dubbio coe– rente riaffermando la sostanza della propria diplomazia, i _cui scopi sono chiari e rispettabili nel loro ambito. Soltanto, noi desidereremmo che una così ~c"bperta relazione tra spiritua– lità e temporalità non gravasse troppo sui partiti cristiani della risorgente democrazia europea, per il bene di questi stessi partiti e per il bene della Chiesa. Quello che si può per– mettere il Vicario di Cristo non crediamo se lo potrebbero permettere i buoni democratici che lottano su questa terra insana e corruttrice. GAETANO BALDACCI

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