Lo Stato Moderno - anno II - n.9 - 20 giugno 1945

LO STATO MODERNO - ~o GIUGNO -.uu VERITÀ FIGLIA DEL TEMPO . RICORDI SUL PROCESSO MATTEOTTI Questo giugno della • liberazione» è scista del !istone era aperta da· poco i! _21' anniversario!/- Prima di Matteotti più di un mese) verso le ore 16, cinque altri erano gid caduti; moltissimi (in un delinquenti (almeno cinque) con un'au- rosario di disperazione) sono caduti poi; tomobile attendono In agguato (aggua- alcuno di questi fu pari ~ Lui per digni- lo: dunque p,emeditazione) sul lungo tà di mandato, per altezza di ingegno, Tevere Arnaldo da Brescia. I cinque per morale coraggio, alcuno forse fu di ' sono Dumini, Viola, Volpi, Malacrida, Lui più martire (come Giovanni Amen- Poveromo, il primo notorio fascista fio– dola che si portò !a sua ferita per !un- , rentino, gli altri del gruppo arditi fa- ghi mesi di sofferenze e poi ne morì s~is~i milanesi, tutti compagni degnis- in esilio): eppure più di ogni altro Mat- sim, e prov~tl. . teotti è e sarà sugli altari. La macchina è una grossa Lancia, Ingiustizie della storia? No: quando Rom~ ~- 55 ! 2169 , d~ta la sera prima al t . . .. r . . . Dumm1 dall avv. Flhppelll, direttore del i mar iri sono mnumere~o i i nomi si Corriere Ita!iano, il giornale romano perdono ed uno li riassu_me: è Lui e~ è più... governativo. g Ii Altri. Questa funzione simbo!tca, quasi mistica, Matteotti !' ha assunta per tante ragioni: non una che non sia rfegnn e persuasiva: Egli il paladino dei suoi perseguitati lavoratori del Polesi– ne. il si;gretario animatore del Partito socia.lista unitario; Egli i_l deputato, ag– r,redito in un rapporto causale, imme– diato, colla sua funzione .è nell'ora più ;_ntensa della lotta, quella delle ultime speranze; Egli, giovane, ardito, vera– mente eroico, ne! cercare il rischio del– la morte, e poi net disperato coragmo rii respin17ere la brutale violenza del rfelitto: belle suggestive virtù che inna– morano! Ma tutti gli Italiani, dagli intelllt– t.uali ai più incolti, intuirono aneli e • la ouestlone -morale di governo e di ~!viltà f> che Matteotti rapnresenta: Il primo comandamento di D_io è • non nccidere ~: ma 11ti uomini si uccidono fra lo,-o. I forsennati, per passione, pe,– l>rutalitd, per interesse, per fo!Ha, per moventi politici, pe,-fino per amo.re di rel!olone... cosi è l'uomo: misere,-e! (Il popolo lo sa!). Ma auando una parte polittca ha a.~– mnto il 11ove.-no, detiene tutti i pote,-i e la custodia delle leoaì e !a organizzata niustizia. allora av~e ancora una se– greta atttv!tà delittuosa · per ferire ed uccidere 171! avversari, questo è vera– mente apparso come la quintessenza del crimine, della frode e det!a vi!td. Onde è bene che la « Questione mo– rale» (il nome assunse a q11e! tempi u– na definizione. éhe restò sto,-fca) sia documentata. e non nei termini della nostra convinzione e del nostro sde– /1110, ma ht quetl!, se pur minimi. fr,-e– fu tabili, che perfino la mal7ist.-atu,-a fa– scista. e dopo il .1 11ennalo 1925. consa– crò agli atti det!a istruttoria pènale. * * * * Nei volumi della istruttoria della po - lizia giudiziaria, del giudice Istruttore e della Procura del Re, poi, della Sezio– ne di accusa e della Procura Generale (volumi in questi giorni disseppelliti in una cantina amica) il fatto è documen– tato nei seguenti essenziali termini: a) il ~O giugno 1924 (la Camera fa- Matteotti, mentre passa solo alla sua solita ora, per la sua solita strada, per recarsi in Parlamento, è prelevato di forza (con la stessa tecnica dei bravi deWinnominato per Lucia) e caricato, malgrado una violenta reazione, sulla vettura; che parte veloce per Ponte Nuovo e via Flaminia. La lotta deve essere continuata di– sperata nell'Interno òella vettura (testi– moni della via, tessera del Matteotti gettata fuori da 1 finestrino. vetri rotti con un calcio. vestiti la.cerati. numerose r, vaste macchie di sanme). fin che lo lèrnP. fu colpito da un pu~ale, con un~ ferita profonda al costato sinistro, fe- · rita che fu ancora rilevabile nei resti del cadavere, scoperti oltre due mesi <iopo. L'uccisione fu certo consumata nel– l'automobile e, con ogni probabilità. nella prima ora. Poi la macchina vl'!_gò senza mèta per la campagna romana. ~ol suo tral?ico carico, fino al creousco– lo: per confessione- di lmnutati. oer qualche· testlmonlam,a, per _giudizio· del • ma_gistrato. b) Alla sera la macchina rientrò In Roma. nel suo drammatico lnsan<!uina– to disordine: fu nortata da Dumlnl. pri– ma nel cortile del Ministero d"!!H Trit,-r_ Ili. ooi nell'autorimessa nrlv~ta d<'l rr,- · dattore capo del Co.-ri.e,-e Ttn.liano: Du– mlni aveva con sè una v11llgia con· al– cuni indumenti ins:m,rnlnati d·el morto. con alcuni pe?.7.i della taope,:7.eria di stoffa della vettura intrisi di sari!!11P.: la valll?ia nP.re!!rinò dnlla ntrezfonP. !!"– nerale di P. S. (senatore De 'Rono) al– la Direzione del /!lornale. al Commis– sariato di P. S. della StazlonP.. dove. finalmente. fu seouestrata da quel com– missario. Il 12 sera, quandn fu arrest~tn il Dumini. Il Ma!!lstrato non dice esnlicit11ment~ che il ritorno di Duminl a Roma l;i •~– ra stessa del fatto. la ricons.-,"?la· dè11~ vettura In ouello stato. la v;iH!!i;i rri<1li orribili corni di re;ito. vo!!lionn rHre man.dato e resoconto del mandatario,· portando le p,.ove, di a1,erlo sanauino– •11.mento ese1111lto: non lo dir!!. ma dà atto della vicenda e della testimonian- za delle cose: e il procedimento penale ha queste radici. L'imputazione fu in un primo tempo per sequestro in persona di un mem– bro del Parlamento, a causa delle sue !unzioni; poi (26 giugno) fu anche per omicidio aggravalo, quando, senza tro– vare il cadavere di Matteotti (si troverà due mesi dopo malsepolto, nel bosco deHa Quarlarella), fu acquisita· la tragi– ca certezza che i tre ·bambini- di Giaco– mo Matteotti erano orfani. Inutile ricordare, qui, ora: le prime angosce della famiglia e degli amici; i primi indizi, le prime indiscrezioni, la « denuncia alla Camera e al Paese» del ·giorno 12 giugno (ultima seduta del Parlamento Italiano); la reazione della pubbìica opinione nazionale· l'eco al– l'estero; lo smarrimento (più' apparente che reale) del Governo; la secessione parlamentare; le dimissioni dei ministri cosiddetti nazionali; la sorda acquie– scenza tlel re (tradimento N. 2) che non dimise il Ministero, secòndo il suo do– vere morale e costituzionale, per resta– r~ prigioniero degli interessi reazionari e conservatori, che avevano portato il fascismo al potere e ve lo dovevano mantenere, éon forze non palesi; ma t1?liaci (regio ese'rcito compreso); priglo– nier<,>, in fine, anche il re della • paura del più rosso!» (questa paura del p!ù rosso è sentimento piuttosto ignobile, ma tuttavia è una certa forza de!!a sto– ria che bisogna confutare e combatte– re, non ignorare, nè peggio inutilmente esasperare). Tutte questioni storiche complesse, che gli studiosi avranno tempo di sere– namente stu.diare. In questo sommario nostro saggio basterà dire che la tatti– ca del capo del Governo In relazione :11la istruttoria giudiziaria ed anche a quella della stampa (in verità non sem– pre nè obbiettiva nè utile) apparve chia:. ra: deplorare il delitto, farsene anzi la prima vittima («se un mio mortale ne– mico avesse pensato ...·•) e gettare a ma– re, sia gli esecutori materiali, ·sia I man- . danti e favoreggiatori più vicini, com– promessi per i loro rapporti diretti coi sicari, designandoli al braccio secolare della giustizia. La tattica cinica e furbesca e impre– vidente (propria dello s.tile dell'uomo) fu un errore' e. il tentativo d'alibi ne_– cessarlamente falli. L'autorità giudiziaria (coadiuvata dal– le autorità minori della P. S.) avendo mano relativamente libera e, magari, pensando di farsi benemerenze ... pros– sime, confermò l'arresto del Duminl e, con zelo innegabile, attuò altre inda– gini e fermi. Al 26 giugno erano già In carcere: Il Viola, Il Volpi, 1:1 Poveromo, 1:1 Malacri- .

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