Lo Stato Moderno - anno II - n.9 - 20 giugno 1945

i.ò STÀ'Ì'Ò MODERNO- 20 à:rtròN6 ill4s 65 dagli operai della grande industria. Ma se si vuole evitare di– sastri, il proletariato delle grandi città deve saper interpre– tare i bisogni e gli interessi anche dei contadini e -di una parte almeno di altri ceti produttivi (piccoli proprietari, tec– nici, ecc.). In pratica dunque la « dittatura del proletariato» si risolve semplicemente in una dirigenza. Infine, caso ancora più ristretto, è la dittatura all'interno di uno stesso partito. Qui i pericoli sono maggiori e la pre– venzione deve essere più attenta. In generale si può ammet– tere una direzione molto accentrata ed autoritaria nei soli casi in cui éssa sia resa necessaria dalla lotta illegale e da I quella armata. Ad esempio, quando un partito non può la- vorare se non nel segreto, quando i rapporti interni sono dif– ficili, le riunioni anche di pochi pericolose, i casi di spionag- · gio frequenti ecc., solo una direzione semi-dittatoriale può tener unite e protette le file. Ma anche qui e sopr:Ìttutto qui, la dittatura deve essere assolutamente abbandonata, non ap– pena siano cessate le condizioni eccezionali che l'avevano re– sa tecnicamente inevitabile. Ad essa devé allora sostituirsi un altro e divel1iissimoprincipio; quello della disciplina delle mi– noranze rispetto alle decisioni della maggioranza. Ancora, questa disciplina va intesa in sede soltanto esecutiva~ Prima che una de!iberazione sia stata presa e divenga obbligatoria, tutti devono avere la massima libertà prei•entiva di discus– sione e di votazione. Considerando i rapporti fra dittatura e democrazia da un punto di vista più generale, la democrazia può essere for– male e può essere sostanziale. Ad esempio può esserci il par– lamento, e tuttavia può non esistere il suffragio universale, può non ~sistere una completa libertà di organizzazione, può mancare una sufficiente legislazione sociale, può essere trop– po grande la sproporzione fra i vari partiti e le varie classi nell'uso del giornalismo, de:Ia radio e di tutti gli altri mezzi di propaganda, ecc. In un caso simile la democrazia è per la maggioranza del paese soltanto formale. Se le classi supe– riori si oppongono recisamente a<l un approfondimento della democrazia; se anzi, come è sempre avvenuto per paura dei grandi moti rivoluzionari - della rivoluzione francese nel 1793, di quella di Parigi nel 1848, della Comune nel 1870, o della ri– voluzione russa nel 1918 e seguenti - tali classi tentano éfj restringere ulteriormente le pubbliche libertà, la resistenza a tali tentativi può portare ad una lotta in cui i pa;titi e le classi più progressive possono servirsi anche della dittatura. In tal caso la dittatura non va per se stessa contro la demo– crazia. Ben al contrario, essa tende a conservarla ed appro– fondirla. Lo spirito uccide allora la lettera, la sostanza smen– tisce la forma. La dittatura diviene il mezzo con cui la de– mecrazia allarga i suoi benefici reàli a masse che prima vi• vevano ai suoi margini. In questo senso l'attuale dittatura an– tifascista 'è la sola risposta utile alla dittatura instaurata dal fascismo come speculazione sul folle terrore della rivoluzione russa. Insomma la dittatura della reazione è sempre anti-demo• cratica, e nei mezzi e nei fini. La dittatura dei partiti e delle classi avanzate può diventare antidemocratica nei fini. sol– tanto quando venga male adoperata, o prolungata oltre lo stretto necessario. ANTONIO GRAZIADEI Ricordo di Mino E' rimasto anche lui lassù, in quel lassù nibelungico in cui l'orrore mitico ii fuse con quello scientifico. Mino era dei nostri, e questa rivista appartiene anche a lui, più a lui che non a tutti noi, rimasti qui a continuare . la sua battaglia. Lo Stato Moderno doveva uscire nella pri– mavera del 1944, e Mino Steiner ne era l'anima organizza; tiva. L'angosciosa ricerca del tipografo, della carta, dei col– laboratori -,- tutte cose difficilissime allora - era compilo e fatica particolare sua. ·Il suo arresto significò la sospensione per parecchi mesi della pubblicazione della rivista, che ~l , • suo spirito esuberante ed acuto appariva un po· come il frutto pi1ì vivo· della sua azioni! politica. Perchè Mino Steiner non amava la 7Jolitica;egli ci giunse attraverso le insuete strade della cultura e dell'esigenza mo– rale. Egli era tendenzialmente un piacevole e raffinato epi– cureo. Amava i bei libri, le ghiotte edizioni, al stta giovane moglie, i paesaggi placidi e sereni della sua casa sul_lago. Probabilmente nulla lo avrebbe avvicinato alla vita politica se non avesse visto che una mala politica metteva. soprattutto in vericolo il suo modo chiaro e sincero di concepire l'esi– stenza. E allora, una volta deciso, fu uomo politico tutto d'un pezzo: accettò ogni rischio, sfidò ogni pericolo. Fatto prigio- 11ieroin Sicilia, tornò con una pericolosa missione militare. Ma qul'Jstonon bastava alla sua ormai prepotente pas– sione df servire in letizia la nuova Italia. Egli capiva che tm giorno la lotta militare sarebbe finita, ma che quella politica sarebbe continusta e bisognava ad ogni costo impedire che continuasse nella confusione e nell'equivoco. Sentiva che era · giunto il tempo anche della catarsi ideale. Cadde schiantai~ da questa duplice lotta. · Mauthausen fece il resto. VITTOR r-··------•-m••··-··- . . ----··-··--·--··--""'."""'"'w••········· r - - WWWIW_IIIOl ____ .. _ll*llllll ...... ,-lltl.-ll.,._ll ____ ,n1,-•11•--W1'"Wltllll'lllllllll ..... ~llllllllltllltlMIIWltll_ll_ll .. _ .. I «LO .STATO MODERNO»CLANDESTINO I « Lo Stato Moderno» esce clandestinamente da.I luglio 1944.Non ha.subito interruzioni notevoli, mercè 'la buona. volontà a.ppa.ssionata.di pochi uomini, per primo il tipografo (avv. Cesare Cabibbe) con i suoi collabora.tori (s'in– tenda. tipografo nel senso eletto). Ai numeri clandestini hanno collaborato: Vittorio Albasini (Italicus); Gaetano Baldacci (Sica.nus); Arturo Barone (Seraficus); Antonio Basso (Libero);Domenico Boffito (• • •); Aldo Boneschi (A. B. Tricottero); Mario Boneschi (Thcoftel'o, Viator); Enrico Bonomi (lcarus); Giuseppe De Finetti (Dedalus); Sandro Migliazza. (Grotianus); Bruno Minoletti (Tyrrhenicus); ·p_ Monti (M. Gai); Mario Paggi (Vittor, Momus, Sysiphus); Giuliano Pi~chel (Pigreco); Orlando Ronchi (Giancarlo); .Ma.rio Rotondi (Juridicus); Giuseppe Savino (Pilatus); Cesare Spellanzon (L'Osservatore), ed altri occasionali. -•••---•-- ----""•--•••--- w--111Har1»111:111 ... ---.1111111M_,_,n,,,_.,.iuu-11-..:111M11o111-w.....u~--......-J ,_ _...,...,.__ .._.,. __ 1111_•••,_,.., _ ,,_ ...... _ ..___,_ -•------•• •~••• n ••-- tn•

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