Lo Stato Moderno - anno II - n.8 - 20 maggio 1945

LO STATO MODE'RNO - 20 MAC:rGIO 194--5 27 nendo su di un terreno che sembra puramente convenzionale a senza recare contributo concreto all'esàme e alla risoluzione di tutti quegli altri problemi che parrebbe fuor di luogo defi- · nire secondàri. ~- / nuclei assoc\ativi popolari, i partiti e le organizzazioni prl/; fessionali. E infine, per quanto riguarqa il concetto di mobilitare permanentemente ,le indicate masse, attraverso"i C.L.N. peri, ferici, allo scopo di manifestare così senza interruzioni la vò-' lontà popolare, è agevole rintracciare in esso qualcosa di pi>ì che un semplice riflesso di quel pensiero giacobino• che 'pre– tenderebbe fare esercitare il potere 'politico direttamente dall, stesso popolo come permanente assemblea, e non ·già, secon o insegnano il pensiero e la prassi liberali, attraverso il pro– cesso di formazione, di selezione e di libera circolazione delle 1 · élites e la mediazione di partiti ed organi resporu;;abili. · Volgendo il nostro esame alla parte economica· deHe dutJ l proposte di discussione, la prima osservazione che dobbiamo fare è che queste trovano felici punti di coincidenza per quanto riguarda, da un lato, la constatata necessità di non ricostituire un sistema economico fondato sul protezionismo e sulle misure vincolistiche interne, di restituire al me:cato la funzione di determinatore dei prezzi, dei costi e della van- 1 taggiosità di produrre o non produrre i vari beni, e- di costi– tuire,- dall'altro, una economia fondata sulla armònizzaziohe di un settore socializzato e di un settore privatistico affran– cato dai vincoli della polizia economica. Subito dopo però converrà notare come nel Piano di lavoro sembrano qua e là insinuarsi germi di pericoloso irrealismo, che profilano sin- Nella préoccU:pazione degli estensori dei Lineamenti pro– grammatici tali problemi appaiono invece in prifuo piano, nè certo .sotto una falsa prospettiva, -poichè si tratta di dar vita ad una ·costituzione democratica ch'è consenta la pratica ef– fettiva applicazione del principio della separazione dei poteri, · e !!SSicuri,quindi, da un lato, il retto ·funzionamento dell'ope– ra di legislazione e di controllo sull'amministrazione del pote– re legislativo e, dall'altro, l'autorità e .Ja stabilità del potere esecutivo: problemi questi di cui abbiamo inteso e n_on di– menticato la pungente importanza nel periodo· di crisi politico– costituzionale che aprì la via all'instaurazione dell'autocrazia. Sullo stesso piano, e cioè non in condizioni di preminenza sui problemi economico-sociali, ma su di un piede di obiettiva eguaglianza con questi, appaiono i problemi - sempre più · urgenti - relativi all'inserimento giuridico dei partiti politici di importanza nazionale .nel'la vita pubblica, _allo scopo di dar loro precisi diritti e addossar loro insieme non ,equivoche re– sponsabilità: e ciò anche al fine di limitare la naturale e scia– guratissima tendenza latina alla moltiplicazione delle correnti politiche, che altro non è se non una naturale ·tendenza alfa anarchia e·lin permanente ostacolo all'instaurazione di stabili regimi democratici. Ed è appena necessario aggidtagere che se tutti codesti problemi, nella futura costituzione nazionale, non --saranno affrontati e ri~olti, il Paese verserà in una crisi costituzion.ale .permane'nte, destinata a conchiudersi ·tra le fiamme di una nuova guerra civile: senza queste fondamen– ta politiche non si eleva un durevole edificio della vita pub– blica nazionale. . golari contraddizioni con le premesse del piano e l'evidenza · Ma non soltanto a:Ja valutazione nella gerarchia dei mas– simi problemi nazionali si limita, è naturale, il dissenso fra i due progetti. Nessun dubbio che _ambedue convengano nella necessità- di riedificare il nuovo stato ·su bas·i interamente de– centrate: ma il Piano_di lavoro pretenderebbe addirittura che tale riedificazione avvenisse· su basi che appaiono, a giudici spregiudicati, alquanto malagevoli e pericolanti: ossia sui Co– mitati di Liberazione, in tutte le loro ramificazioni periferiche, che dovrebbero rappresentare le fondamenta del nuovo dirit– to pubblico nazionale, gli organi dell'auto-governo locale, re– gionale, nazionale. Ora, se con ciò si vuol significare che, per– durando l'impossibilità dell'appello al suffragio universale e la libera competizione delle parti politiche, al gioco del!e mag– gioranze si sostituisce provvisoriamente que!fo dell'unanimità nazionale, e quindi debbono reggere il governo degli enti lo– cali e quello dello Stato i rappresentanti di tutti i 'partiti, al– lora si usano parole che possono andare assai di là del loro reale significato. Ma se si vùol dire invece, come appare. più verosimile, che la nuova fonte ed espressione della sovranità popolare è da ravvisarsi in via permanente nei C.L.N. tanto _ centrali ·che -~riferici, si ·cade allora in un pericoloso error~: giacchè i Comitati anzidetti, che pur hanno svolto felicissim·a opera per la resistenza e per la rivolta nazionale, so.no fatal– mente legati alla politica_di unanimità dei partiti· politici e vi– vrannç>esattamente quanto questa durerà: e se così non fosse, sarebbe segno evidente o che essi sono diventati strumenti esclusivi Qi un partito, o essi stessi si sono trasformati in ·un partito. Comunque - e l'esperienza che stiamo vivendo sem- · bra dimostrarlo -~ in nessun caso gli organi dellà resistenza, formati sulla bast d'una coalizionè di molteplici correnti con tutte le debc~rG:ze,le remore e gli inceppi relativi, si preste– rebbero a tràsformarsi in organi effettivi dell'amministrazione dello Stato. fr contatto fra quest'ultimo e le masse popolari non può del resto esser. manten_).ltose noii attràverso gli organi na– turali della mediazion~ politica, i can'.11i tradizionali dei grandi--- · stessa della realtà. Cosl, laddove si vorrebbe applicare, ri.-,t campo della. sola distribuzione, il principio socialis_ta, il quive esige che i beni vengano distribuiti non già in .base al pot_!lre d'acqui.sto degli individui, ma ai loro bisogni, tutte le vo1tse che la soHdarietà umana esige che un certo complesso di ,bi– sogni elementari indispensabili venga comunque soddisfatto sotto fomia di servizio pubbHco, anche se il meccanismo del 1 mercato non ci riesce; e si accenna a.Jnutrimento, alla fomi; tura degli alloggi, çlegli abiti ecc. In realtà appare assai dif- ; ficile che lo Stato o gli Enti pubblici possano disporre ln quantità sufficiente di beni da distribuire -;- come, gli a1loggi - senza che esso stesso o essi stessi intervengano ad assu– mere la responsabilità del processo di produzione -stesso, cqn la conseguénza di allargare oltre misura il settore socializzato. che invece gli autori del piano vorrebbero giustamente ri– stretto alle industrie aventi carattere di monopolio o fornitrici di pubblici servizi, o quanto meno di provocare un sistema·-. ticò intervento nel regolamento· della produzione che ridur- .. rebbe i mera espressione verbale il regimè di economia di mercato che si vorrebbe instaurare. , E<l unà stessa intima contraddizione rode un altro déi po- ' stulati recisamente agitati dal Piano di lavoro: quello del to• ·, tale incameramento di tutti i patrimoni al disopra del limite, di un modesto benessere familiare ed in misura differenzia'ìe ' al disotto di tale limite: è facile obiettare che tale tobilitari~ ·. espropriazione porterebbe semplicemente alla ,formazione fU '' una gigantesca proprietà pubblica dei beni materiali espro: priati, e, quindi, di una eeonomia quasi totalmente socializza i., col completo naufragio di fotti i più o meno ingegnosi .tenta~ tivi equilibristici di contenere entro limiti ben segnati il set- , tore socializzato. ' · Ùn ultimo rilievo, prima di chiudere queste brevi osser– vazioni, per quanto riguarda la riforma agraria. Non è senza·· ' meraviglia che si può notare come il Piano di lavoro nel re– clamare l'espropriazione del.Ja proprietà terriera_.non coltivatri– ce, ne esiga la redistribuzione in proprietà diretta ai coltiva– tori attraverso al suo spezzettamento in poderi di dil!lensioni sufficient{ ad assorbire le capacità lavorativi; della media f~– miglia contadina. A parte il fatto çhe qui si sembra voler an– dare a ritroso ed involvere verso forme superate dall' evolu– zione 'dellà tecnica agraria, è evidente che, in ogni ~so, sps– sisterebbe un ~stàco!o formidabile :ali'effettiva attuazione del-

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