Lo Stato Moderno - anno II - n.2 - 16 gennaio 1945

QUESTO BASSO SVAGO.... • La politica, questo basso svago degli uomini mediocri ..... •· Tale il frutto della distratta attenzione prestata da Des Esseintes alle cose della storia degli altri uomini. Des Esseintes è uno degli uomini più intelligenti dell'ottocento europeo. E poco conta che la sua estenuata esistenza abbia avuto per padre solo la fantasia di Huysmans che ne tracciò la biografia in quel suo addio al mondo che intitolò « A ,rebours •, ché tutti sanno che vale più un sicuro segno spirituale di una in– certa indagine di gruppi sanguigni. L'opinione di Des .Esseintes è interessante non per quel certo decadentismo un po' fatuo che doveva qualche decennio più tardi celebrare i suoi fasti col cat– tivo gusto dannunziano, ma perché in formula quasi volgare e certo maliziosa denuncia la irritabile antipatia degli artisti e in genere dei "non pratici • nei con– fronti dell'attività politica. Ora, a parte la comune esperienza che non tutti gli artisti sono dei • non pra– tici•, è da rilevare che questa velata discordia è nata in tempi nan dtl tutto remo– tissimi, ed è forse uno dei frutti più appariscenti di quel primo genere di deca– denza che consiste nella scompos1ziom: della fondamtntalc unità della persona. Nei periodi aurei della umanitu - se m.'.lisono esistiti fuor della fantasia dei tardi ricostruttori - il poeta è politico e il politico, a suo modo, è poeta. E a chi piace soffermarsi non sull'opera composta ma sul sottile sforzo del comporre, non è fa– cile stabilire differenza di liricità tra la chiara analisi psicologica di 1<acine e le lucide composizioni diplomatiche di 1-{ichelieu; tra l'appassionata invocazione foscoliana e la drammacica pazienza di Cavour, tra l'infiammato ardore di fichte e la possente costruzione bismarckiana. Ma forse una ragione del disdegno con cui certo filone d'artisti, e di intellet– tuali in genere, bada alle cose della politica - tranne quando ne son presi alla go– la - è che in politica non vige la massfìna, cosi cara agli orgogliosi chh:rici di tutte le chiese: • laicus, hoc est idiota•· Quando la politica gioca la sua carta suprema col moschetto o con la scheda, un laico vale un chierico, e la corporazione dei laici, come quella che è _più nume– rosa, vale più di quella dei chierici. Lo sprezzo dei chierici si giustifica dunque con un equivoco grosso: q ue Ilo di scambiare la preziosità della propria esperienza interiore con il suo valore og– gettivo; mentre l'autentico e similare pregio dell'artista e del politico consiste nella faustiana fatica di modellare visibilmente il proprio segreto fantasma. Che anzi più semplice e più certa è l'opera dell'artista, e dunque meno spiritualmente valida: c 1é sempre essa può conchiudersi nell'opus finitum, mentre spesso lo sforzo del politico assomiglia a un volo d'aquila improvvisamente spezzato da un destino cieco e irragionevole. Angelo e Angelo Nicola DAI NOSTRI AMICI - 19 - VITTOR L. 25.000. - • 10.000-

RkJQdWJsaXNoZXIy