Lo Stato Moderno - anno II - n.2 - 16 gennaio 1945

GLI ARMISTIZI ORIENTALI 111 L' ARM IS TIZI O CO N LA BU LG ARI A ( •) La posizione della Bulgaria nei confronti rispettivamente dei suoi alleati e delle Nazioni Unite nel corso della seconda guerra mondiale, si differenzia profon– damente da quella della Finlandia e della Romania, della quale è in un certo senso più netta, in un altro meno. La Bulgaria era infatti uno dei paesi sconfitti e sacrifi– cati dell'altra guerra, naturale alleata della Germétnia alla cui azione doveva anche la retrocessione della Dobrugia meridionale da parte della Romania, ed al– trettar,to naturale avversaria della Grecia e della Jugoslavia e un poco della Tur– chia, paesi alleati e amici delle Nazioni Unite; infine era dal 19 maggio 1934 un pae– se a regime totalitario, con una dittatura che faceva capo al Re e, dal 15 febbraio 1940, al suo presidente del Consiglio prof. Filov. Una condizione, quindi, che dettava di per sé l'orientamento verso la Germania. Se tale era la sua posizione, diremo cosi, tendenziale nei confronti della guerra, cioè delle parti in causa, ben diversa fu la sua effettiva posizione entro la guerra. A differenza infatti di quanto avvenne per altri goverr.i dittatoriali (il popolo, e la stessa classe politica, cioè i vecchi partiti, sono comunque fuori causa), si può bene affermare che il governo di Sofia non si schierò di sua spontanea volontà a fianco della Germania. Fu la Germania .che ne ebbe bisogno per la preparazione della sua guerra-lampo contro la Jugoslavia e la Grecia, preludio ai suoi più am– biziosi piani verso la Russia e il Medio Oriente, e che, ottenuto senza difficolt;ì il passaggio attraverso l'Ungheria e la Romania, formulò analoga esigenza anche di fronte a Sofia. Non sembra dubbio che Sofia, ammaestrata forse dalle dolorose esperienze precedenti, non dovette essere entusiasta di questa richiesta, che com– portava il s·uo ingresso nel sistema politico tedesco. Negli anni precedenti la Bulgaria, pur grande mutilata dai trattati di Parigi, come già lo era stata da quello di Bucarest del 1913, aveva sempre seguito una politica estera piuttosto prudente, resa ancor più difficile dalle intemperanze del– l'Organizzazione Rivoluzionaria Interna di Macedonia che aveva il suo centro in Bulgaria; aveva accettato di partecipare alle annuali Conferenze Balcaniche (1930-33), e se non aveva potuto firmare nel 1934 il Patto d'intesa balcanica è perché, cosi come-ru •concretato, aveva un'evidente impostazione antirevisionistica cioè antibulgara, senza contropartita; e aveva finito con lo sciogliere - all'inizio della dittatura - l'Organizzazione macedone nazionalista. Nella prima fa~ della guerra; poi, come già per quella del 1914-18, essa aveva subito, senza lasciarsene smuovere, le pressioni di tutte le parti in causa, non solo della Germania e del- 1'Inghilterra belligeranti, ma persino degli Stati Uniti e dell'U.R.S. S.ancora neutrali. M-aquando fu posta di fronte ad una richiesta di Berlino che non ammetteva soluzioni intermedie, perché, se l'avesse rigettata, i Tedeschi sarebbero passati di forza, e la Bulgaria sarebbe stata egualmente coinvolta nella guerra come al– leata delle Nazioni Unite, il regime Boris- Filov, per le circostanze accennate so– pra, difficilmente avrebbe potuto decidere in modo diverso ~a quello che fece. Ci fu tuttavia egualmente l'ostilità dichiarata della sparuta opposizione parlamentare (dal maggio 1938 il regime dittatoriale aveva avuto una leggera attenuazione) capeggiata da Muscianov. C-) I primi due orlicoh di questo serie su gli armhtlz.i con la flnlondlo e lo Rumonio, sono sl'lll pubblicot, , nel numeri di Novembre e Dicembre 1944. - 14

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