Lo Stato Moderno - anno II - n.1 - 1 gennaio 1945

DEL DISèORSOCHURCHILL,DELLAGRECIA E DI ALTRIPAESID'EUROPA Nella Grecia, liberata da due mesi (Atene è stata occupata dagli Inglesi solo il 12 e Salonicco il 31 ottobre), si combatte da ub mese tra forze fedeli al governo di coaHzione, formazioni partigiane di destra e truppe britanniche da una parte, e formazioni partigiane di sinistra dall'altra. L'episodio, gravissimo, ha dato a giornali e circoli politici di tutto il mondo materia pe,;, commenti tanto appassio– nati quanto, nella maggior parte dei casi, poco sereni. Noi, in mancanza di infor– mazioni sicure e obbiettive sui precedenti e i particolari di cosi tristi avvenimenti, rifiutiamo di schierarci a favore dell'una o dell'altra tesi; ma riteniamo di poter senz'altro fissare alcuni punti e trarre alcune deduzioni a proposito degli avveni– menti medesimi. Primo: li particolarismo greco ha radici lontane nella geografia e nella sto– ria dell'Ellade, che dalle guerre di Sparta contro Atene e di Tebe contro Sparta e dall'alleanza or dell'una or dell'altra metropoli col Gran Re - pur facendo il de– bito conto delle profonde differenze tra le diverse situazioni storiche-, salgono su su fino alle lotte civili che insanguinarono l'epoca stessa della guerra d'indipen– denza, a quelle tra venizelisti e costantiniani durante la prima guerra mondiale, alla fucilazione dei ministri realisti dopo la catastrofe d'Asia Minore, e alla stessa attività durante la guerra attuale delle formazioni partigiane, 'occupate più.a com– battersi fra di loro che a far la guerra ai Tedeschi. Ciò da un punto di vista eu– ropeo costituisce l'aspetto più confortante della crisi ellenica perché lascerebbe sperare che il fenomeno possa resf ar localizzato alla sola Grecia. Secondo: Purtroppo invece è vero il contrario. Se per la diversità delle con– dizioni ambientali e dell'educazione politica delle rispettive popolazioni o per la diversa intensità con cui vi si potevano manifestare determinate influenze stra– niere (la Grecia è al limite delle sfere d'azione bri1annica e sovietica, che nella Macedonia vengono ad incontrarsi), le manifestazioni sono state più clamorose e sanguinose in Grecia, fenomeni analoghi si sono determinati anche in altre parti d'Europa. È urgente correre ai ripari p_er evitare che si generino nuove incom– prensioni. e che situazioni consimili si producano in tutti i paesi che verranno gradatamente liberati, col corollario di nuove lotte e magari di un nuovo tremendo cozzo tra le due maggiori Potenze della nuova Europa. . Terzo: Churchill; oltre che il primo ministro di Sua Maestà Britannica, è an– che l'esponente dei conservatori inglesi, e come tale esprime necefsariamente le idealità e gli interessi del suo partito. È giusto che sia cosl, e non c'è da fargliene carico. È vero d'altra parte che con la sua impulsività egli è qualche volta piut– tosto rude e non del tutto equanime nelle sue affermazioni; e ha torto quando non si rende conto che anche i piccoli paesi, anche i paesi vinti, hanno una loro sensibilità che la stessa grande Inghilterra vittoriosa non ha né il diritto né l'in– teresse di misconoscere. Ma noi non possiamo non essere d'accordo su alcune delle frasi più salienti del suo criticatissimo discorso ai Comuni dell'8 dicembre, secondo cui, per esempio: « quando i paesi sono liberati non deve avvenire che quelli che hanno ricevuto le nostre armi siano autorizzati a usarle nella violenza, nell'assas– sinio e nello spargimento di sangue contro tutti quei poteri e quelle tradizioni la cui continuità molti paesi hanno grandemente sviluppato e alle qùali una va– sta parte della loro popolazione è fermamente attaccata ... »; oppure: « Io non la penso come coloro che si autoproclamano democratici soltanto perché sono più a sinistra »; o ancora: • Io non capisco come la democrazia possa accordarsi col proposito di instaurare il terrore e di trucidare i propri avversari politici •· - 7 -

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