Lo Stato Moderno - anno II - n.1 - 1 gennaio 1945

Ogni dittatura, quali ne siano il colore e il programma, è l'inizio di un'avventura gravida di pericolosissime incognite: l'uomo della strada Io sa. · E se proprio fosse destino che la stragrande maggioranza del Paese scegliesse altri programmi e altri metodi, e quindi il P. L. dovesse ridursi a un'esigua mino– ranza, ebbene in tal caso la sua funzione non si ridurrebbe egualmente: perché la sua finalità, la sua idealità, non perderebbe di valore per questo. La Libertà è un ideale, è anzi il supremo ideale morale. E per l'ideale supremo della propria vita si ha il dovere di restare al proprio posto, anche se si è combattuti, scherniti, abbandonati, anche se si rimane in pochi. La pertinacia nella difesa di una posi– zione ideale, di cui nemmeno gli avversari possono completamente disconoscere il valore, ha un alto valore educativo; e quindi indirettamente una lenta, ma reale, efficacia politica. Perciò noi restiamo al nostro vecchio posto di battaglia e diciamo come Temistocle ad Euribiade: « Batti, ma ascolta». UN LIB~RALEQUALUNQUE SOCIALISMO ITALIANO E TEDESCO A chi credesse che la nostra posizione polemica contro il socialismo marxi– sta e illiberale risalga esclusivamente alla esperienza ,italiana, noi consiglieremmo di leggere quel bel libro di Georg Bernhard « Il suicidio della Repubblica Tedesca » in cui, a spiegazione del crollo della libertà tedesca, si indaga intelligentemente non già sui crimini del nazionalsocialismo, bensl sulle colpe e sugli errori dei par– titi democratici. Ed ecco come si descrive la funzione negativa esercitata nel 1918-19 dal partito social-democratico tedesco (l'esatto pendant del partito socialista ita– liano), con parole a cui nulla v'è da modificare, perché possono testualmente appli– carsi alla analoga esperienza italiana: « Il 9 Novembre 1918 Scheidemann prc>– clamò la Repubblica socia.te . In ciò egli obbediva più alla necessità che ad un suo intimo desiderio. Perché la grande maggioranza dei capi socialdemocratici avreb– bero mantenuto volontieri, se fosse stato possibile, lo Stato monarchico (in Ita– lia, dove fu possibile, lo conservarono volontieri, e ancora lo conservano con un atteggiamento formalmente oltranzista, sostanzialmente inerte od infecondo) che, negli ultimi anni della guerra, sotto la pressione degli avvenimenti, era diventato un po' bruscamente uno Stato parlamentare. Quel che dominava allora nei loro spiriti era senza dubbio la paura delle enormi responsabilità che li attendevano. In effetto la social-democrazia non era affatto preparata ad assumere tali respon– sabilità». Né, per chi ha vivo il ricordo del quadriennio 1918-22 e dei discorsi am– biziosi dei parlamentari e dei propagaridisti socialisti e teme il ripetersi della si-essa situazione, sono prive di arguzia e di sapore queste parole: « Sotto l'Impero non c'era situazione polifica più facile di quella di un deputato dell'opposizione. Esso poteva parlare con tutta l'audacia che voleva. Era sicuro di non essere mai ob– bligato ad assumere la responsabilità del governo e a mantenere le promesse dei suoi discorsi. Pareva specialmente del tutto escluso, e per c!iecine d'anni, che la social-democrazia fosse chiamata a dividere la responsabilità governai iva. Ciò aveva una ripercussione non solo sulla tattica parlamentare, ma anche sullo stal-o d'animo della social-democrazia. Essa provocava lunghi dibattiti teorici sulle possibilità di sfruttare la sua potenza numerica e sulla rivoluzione sociale, che, come una legge di natura, un giorno doveva scoppiare ». Come si vede i bei tempi dell'Impero tedesco erano, per i socialisti, strana– mente simiglianti a quelli del periodo del giolittismo italiano. Il guaio si è che la mancanza di elasticità degli schemi marxisti non permetteva e non permette •"i aff1011tare Hitler e Mussolini, Il 1918 e il 1945 con mezzi diversi da quelli con cui si affrontavano Bismarck e Giolitti. A meno che, come i comunisti russi, non si rovesci audacemente ogni insegnamento del maestro e si faccia, ad esempio, una rivoluzione operaia laddove il dato sociologico era, se mai, per una rivolu– zione contadina. _,, 515YPHU5 14

RkJQdWJsaXNoZXIy