Lo Stato Moderno - anno I - n.6 - dicembre 1944

- I I \ .perché, ad eo;empio,quando per la tutela della propria autonomia lotta con la Chiesa , è portatore di un valore morale, e quando decide sulla opportunità di un .dazio doganale diventa di volta in volta liberista o protezionista, e semp're impegna la totalità di un atteggiamento morale o di un insegnamento economico, ma mai . in essi si risolve o si annulla, variando di atteggiamento col va'riare delle opportu– nità. E secondo la varia opportunità lo Stato può essere in un tempo agnostico e in un altro tempo intervenzionista in qualsivoglia campo sociale, quando f iò sia ritenuto utile agli interessi pr9pri e a quelli della collettività popolare. Chiarire questo concetto di Stato e collaborare a costruirlo in c6'nformità in Italia, con la prontezza e la sensibilità necessaria, è una delle varie ambizioni di questa rivista. VITTOR Il Tu TTo I L p o TERE AL c. L. N. " Quando si dice il fascino delle fotmule ! Nascono e prosperano in un ambiente· JHOpizio, sono il frutto raro e quintessenziato dell'.incontro fortunato di un pro– blema _edi una espressione verbale. Allora per il vasto mondo sorgono gli imita– tori in buona fede; quelli che dell'incontro hanno colto il lato più seducente, quello dell'espressione verbale, e scambiano il problema con le parole, lo spirito con la· , lettera. · · · Autunno 1917, in Russia. All'apice un governo nato da una borghesia pallida · ed esangue e che, per rinforzarsi almeno sino a vivacchiare, aveva continuamente bisogno di iniezioni sovietiche. Un gradino più in basso il Consiglio Naz_ionaledei Sovieti, forte ormai delle sole cose che contino in periodo di emergenza: i servizi pubblici. Insomma la diarchia classica: da una parte la forma, il governo, il diritto, e dall'altra la sostanza, il potere, la rivoluzio11e. In questa situazione, cosi classica da parer quasi esemplare, il motto·« tutto il potere ai Sovieti li fu una sintesi'feli– cissima di tutto un complesso di rivendicazioni politiche. Più tardi in Italia, come Malaparte, equivocando tra tecnica e rivoluzione, tentava di plagiare almeno letterariamente Trotzki.i, cosi Mussolini volle pla- giare Lenin con il grido cc tutto il potere al fascismo li, • Ma l'intelligenza politica che stava dietro alla formula venne meno sia per l'equivoco sociale che covava in seno al fascismo, sia perché si cedette proprio di , fronte all'unico potere capace di ricreare la situazione diarchica che quella for– mula era chiamata a risolvere, e cioè la Monarchia. Ora la suggestione della for- , mula crea i suoi tardi epigoni, che continuano-a ripeterla pur essendo priva di senso in questa situazione italiana. Priva di senso in primo luogo perché il C.L.N. il potere ce l'ha già attraverso il. governo Bonomi; in secondo luogo perché, rappresentando il C.L.N. )a quasi totalità dei partiti 1 italiani, dire cc tutto il potere al C.L.N. li significa svuotare la formula di quel valore di distinzione e di contraddizione che costitul la sua pri– mitiva efficacia; significa niente altro che lanciare lo sbalorditiva formula: « Tutto il potere a Tutti li. La verità è che il C.L.N. non può pretendere di essere niente più di una coalizione di partiti; il che non significa né misconoscere· la sua impor– tanza attuale, né non formulare la speranza di' una sua lunga continuazione. Qi– remo anzi il contrario: soltanto se rettamente inteso, soltanto se non si preten– derà da lui più di quello che esso, per la sua formazione storica e politica, pùò da– re, soltanto cosi sarà possibile salvarlo. Sforzarlo ad altri compiti, significa sfer- .. zarlo. E gli abili guidatori sanno che ad ogni sferzata c'è vicino un burrone. MOMUS - 11 - •

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