Lo Stato Moderno - anno I - n.5 - novembre 1944

/ (la quale, trattandosi di partiti rivoluzionari, chiederebbe perentoriamente non la trasformazione ma la ·rriorte degli altri partiti non rivoluzionari), e logici verso la storia. · · . È dunque una condizione di inferiorità quella per cui· ci si cristallizza in fo·r- . mule convenzionali, per di più inesatte perchè non colte nella loro necessaria di– namicità, anzichè andare incontro alla vita che coi suoi molti fatti, anche se pic– coli, se· volgari, ci traduce una realtà insofferente di pgni concettuzzo tradizionale, tanto peggio se falso o inesatto. La « destra • italiana fu ad un tempo liberale e rivoluzionaria, ciecamente conservatrice e conservatrke illuminata con Spaven– ta e Jacini, finalmente fascista quando a destra si schierarono, bene accolti dai montecitoriani, i fascisti col loro bagaglio sindacalista e nostalgicamente mazzt– nian<1. Ora il neofascismo è sinistrorso; tuttavia non c'è chi non lo identifichi con il peggior reazionarismo. E allora ? E allora, via le parole. I partiti sono gli uomini che li fanno, le idee _che difendono, la politica che attuano in rapporto alla sto– ria che li vive, ai fatti nuovi che li muovono, al modo col quale si pongono alla coscienza degli uomini. ·Non v'è .formula ·che li tenga, non v'è "ismo » che li sog– gioghi, non v'è norma convenzionalè che li costringa: ecco che cosa sono i partiti; ed ecco il solo modo concreto di far della politica. Se dunque « destra • vuol dire trasformazione degli istituti tradizionali, .conversione e vita, anche i partiti più decisamente rivoluzionari potrebbero proclamarsi di destra; e _viceversa si dica per la s;nistra. Abbattendo le barriere délla tradizione formale tocca a noi rifare le parole sulle realtà nuove. ) Sicanus POLITICA E GIUSTIZIA SOCIALE Era un pezzo 'che, almeno tra chi parlava della politica in termini di intelli– genza e cultura storica, non aveva più corso la espressione • giustizia sociale».· Intendiamoci, non che la giustizia non sia una bellissima ed asperrima cosa tale . da infiammare il cuore e~ accendere la mente; solo era ormai pacifico. trattarsi di un concetto estraneo alla politica e proprio del campo dell'etica· o, tradotto e depauperato in legalità, del campo del diritto. In politica non si dà giustizia, o al– meno la si dà in un senso tutto suo proprio e particolare, nel senso cioè che ogni ceto, classe o categoria ha diritto a quel tanto di°giustizia che riesce ad imporre nella vita Hazionale. La vera superiorità di Marx rispetto ai socialisti filantropi e borghesi è tutta qul, nell'aver capito che la storia ha una propria logica interna, che appare naturalmente cinka e fredda a chi la guardi con criteri che non sono i suoi. Ma i cosl detti rivoluzionari, specie in Italia, per pigrizia mentale o per co– modità demagogica, hanno sempre preferito affidarsi a formule di facili e larghe risonanze. Senonchè, cessatr'gli applausi e svanitane sin l'ultima eco, la f_ormula ha svelato la propria natura puramente verbalistica e la storia, impassibile e cru– da, ha continuato il suo corso. Se noi vogliamo veramente che più vaste categorie di cittadini vengano immesse nelle direzione della cosa pubblica e sottratte alla schiavitù economica, dobbiamo porre il problema negli stessi termini' che sono quelli della politica, e cioè s~lezione del ceto dirigente e potenza di classe; in su– bordine in termini economici, e cioè di maggiore produzione . . Il resto, al. di là del clamore, è silenzio. li silenzio dei pensieri inutili. - 17 - Vittor

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