Lo Stato Moderno - anno I - n.4 - ottobre 1944

F I N E D E L l' I S O L A M E N T O Il peggiore, anche se il meno visibile, degli effetti di una sconfitta è quello dell'isolamento politico e diplomatico. Specialmente nelle guerre moderne, abbrac– cianti le potenze di tutto il mondo, il vinto assaggia in una la cruda realtà delle due maledizioni: guai ai vinti e guai al soli. Il vinto è oggi anche un solo. I suoi alleati o sono vinti come lui, e quindi del tutto incapaci di offrirgli una qualsiasi assistenza diplomatica; o continuano a combattere, e, qualunque sia la sorte deci– siva della guerra, saranno ormai dei nemici. I vincitori, presi nel giuoco serrato della propria superbia e dei propri Interessi, chiusi nella propria solidarietà di parte, gli offrono scarse possibilità di ripresa, se non a lunga scadenza. Manca la potenza neutrale che una volta, sullo sfondo minaccioso del proprio potenziale intatto, serviva da punto di appoggio alla nazione soccombente. All'8 settembre del 1943 la situazione internazionale dell'Italia era dispera– ta. Dal punto di vista giuridico-politico solo dei nemici urgevano alle sue porte: nemici gli anglo-americani perchè era ingenuo pensare che un semplice armi– stizio fosse sufficiente per farci trovare appoggio presso coloro ai quali Il governo ufficiale Italiano in data 1 O giugno 1940, senza alcuna provocazione, aveva dichia– rato la guerra; nemici I tedeschi perché, sempre e in modo palese tali - l'esempio dell'Austria insegni-, non ebbero più ritegni dopo l'armistizio, e In tutto si condus– sero e si conducono in Italia come un esercito accampato su terra conquistata. Occorre riconoscere che, partendo da tali condizioni di fatto, il governo for– mato dalle opposizioni dopo la liberazione di Roma ha fatto buon lavoro e buo– na strada. Sono recenti tre fasi fondamentali sulla via del ritorno d~ll' Italia alla comu– nità internazionale come membro di pieno diritto: l'abolizione della Commissione di controllo; lo scambio di ambasciatori tra Roma da una parte e Londra e Wa– shington dall'altra: e la dichiarazione di guerra dell'Italia al Giappone. I primi due elementi sono di importanza intuitiva e non si commetterebbe errore peggiore di quello di sottovalutarli sol perc'1~ di carattere prevalentemente formale.Se è vero che in ogni. rapporto umano forma e contenuto sono inestri– cabili se non nella astrazione del pensiero critico, in politica estera possiamo ag– giungere che la forma è il misuratore della sostanza.Non si scambiano ambascia– tori né con nemici né con potenze di secondo grado: non si toglie fosse solo il -· 3 -

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