Lo Stato Moderno - anno I - n.4 - ottobre 1944

delle città, delineati sulle norme legali in vigore in Italia dal 1865, appaiono dopo circa ottant'anni d'esperienze come una immensa fatica, in gran parte vana. E v'ha di più: in ogni riforma urbana la difficoltà di svellere i vecchi possessi fu sempre cosi grande, che spesso vennero sacrificati alla necessità di spazio degli edifici di alto valore artistico, sacri o profani, solo perché incapaci di dare un red– dito diretto e perché meno validamente difesi che non certe vecchie ed umili case private, valorizzate a dismisura dall'incrementato valore dell'area su cui sorgono. Questo gioco del plus valore ritarda l'evoluzione urbana quando la proprietà dell'area e dello stabile sono nelle stesse mani; l'incremento del valore può invece essere movente di sollecito, ciclico rinnovamento quando i due diritti possessori siano divisi. \ DEDALUS _.. DELL'ARTEE DI ALTRE COSE Allorché alla parola « borghese " non si connette soltanto un determinato ordinamento economico della produzione, il concetto si dilata in filosofia, arte, co– stume; e borghese è chiamata tutta l'età moderna, ovvero l'età delle scoperte geografiche, dell'industria, delle macchine, del protestantesimo, del razionalismo, dell'enciclopedismo e della filosofia kantiana. • Il fatto è·_ osservava il Croce nel t 928 - che tale nuova filosofia, nuova religione, nuova morale, nuovo costume, nuova scienza, nuova arte proletaria, erano vuoti desideri e non realtà, parole e non concetti; e non potevano rovesciare le corrispondenti formazioni borghesi come forse si può, almeno in idea, ammettere per l'ordinamento economico della produzione, perché quelle altre formazioni non sono "borghesi • o economiche, ma umane, e perciò speculative, estetiche, morali, e non soffrono superamento se non nella loro stessa cerchia e per ragioni loro intrinseche, e in quella cerchia continuamente si superano, si arricchiscono, si particolareggiano, si trasformano, e non però danno segno di mai abbandonare il loro' principio direttivo, quello che si è venuto formando e affinando attraverso tutta la storia, e che, attraverso il medioevo, e all'uscita da esso, e particolarmente poi tra il sette e l'ottocento parve addiritt~ra un rovesciamento dell'antico principio, laddove ne era 11110 svol– gimento dialettico e un potenziamento. Innanzi a questo potenziamento si poté parlare con qualche ragione di una « età nuova» o « moderna ,,, e i reazionari ari– stocratici o cattolici poterono segnarne i caratteri preminenti e aborrirla; ma i so– cialisti che proseguono e vogliono spingersi assai oltre questa modernità non pos– sono abbassarla ad epoca spirituale superata, non essendo dato ad essi di ricor– rere a niente che sia analogo a quel reale passato cattolico-feudale-autoritario-teo– cratico del quale i reazionari si valevano come ideale e criterio di giudizio per la costruzione della loro pseudostoria. L'età moderna riconosce i socialisti suoi elementi componenti: come l'ebreo del dramma del Bernstein riconosce nell'ar– dente antisemita il figlio del suo sangue, fornito del suo medesimo impeto e della sua medesima psicologia •· re Fermiamoci all'arte; poiché il discorso cade a proposito di una mostra d'• arte comunista», che il phtor neocomunista Guttuso ha organizzato a Roma, secondo n'è giunta notizia. Come? Non avevamo già avuto l'arte fascista? È chiaro che il pittore Gutt.uso (« bottaino ", per dirla con il signor Goffredo Cop– pola) non ha letto nulla, non sa nulla di un'arte che non soffre superamento se non nella sua medesima cerchia e per ragioni intrinseche, come dimostra non solo - 18 -

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