Lo Stato Moderno - anno I - n.4 - ottobre 1944

priva com'è di capitali e di materie prime, senza tradizioni militaristiche alla prus– siana, abitata da un popolo estremamente individualista, e dalla guerra devasta– ta nei suoi commerci e nelle sue città. Con tutta la sua buona volontà imperia– listica, con tutta la sua preparazione ventennale, il fascismo è fallito grossolana– mente quando ha voluto dare all'Italia un ruolo di "aggressore»: come· potrà essa divenire pericolosa sotto un regime _che sia democratico non Sjltanto a parole, ove da parte di chi può si faccia il possibile per rafforzare la democrazia, evi– tando tutto ciò che potrebbe scoraggiarla ? Forte di queste sue buone ragioni, anche se indebolita dalla non sua scon– fitta, l'Italia democratica dovrà serbare tra le Nazioni Unite una posiziòne digni– tosa: non assumere atteggiamenti spavaldi che sarebbero ridicoli prima che no– civi, ma non piatire; accettare le conseguenze della sconfitta, ma fare in modo ch'esse non siano catastrofiche più di quanto è inevitabile, anche nell'interesse dalle Potenze alleate. Se questo sapranno fare i governanti del!' Italia t\\lOva, il nostro Paese potrà presto riavere il ruolo che naturalmente gli spetta nell'econo– mia generale dell'Europa; e si sarà cosi servito nel migliore dei modi l'interesse europeo. Nonostante tutto, abbiamo fiducia che proprio questo sarà. Alle argomen– tazioni Qui addotte non possono essere insensibili le Nazioni Unite, e ben lo di– mostrano i fatti nuovi nella posizione internazionale del governo Bonomi esposti in altra llilrt-e di questa rivista. In altri termini, l'armistizio continua formalmente ad aver vigore, ma importanti modificazioni sono già state ottenute alla situa– zione da esso sancita. Non dubitiamo che su questa strada si farà ancora molto cammino se gl'italiani, popolo partiti governo, sapranno e3sere. di quella statura che esige la tragiéità del momento. · LIBERO RIMPIANTI lo non mi sento lo spirito di Torquemada, non mi sento di straziare i corpi per svellere dalle anime sin le radici dell'odiata pianta dell'eresia, però non sono, o almeno non voglio, essere troppo ingenuo: così per certi antifascisti del!' ul– timo bando invasi ora da ferocissima libidine epuratoria non so dominare un moto interno di repulsione. Non eh' io non intenda come nel profondo delle anime si diano misteriose e quasi incredfbili trasformazioni, non eh' io non creda al dramma grande ed umanissimo della "conversione"; pure, di fronte ai troppi Sauli tanto tardi folgorati rnlla via di Damasco, rimango molto dubbio– so e non so trattenermi dal raccomandare ai neofiti di moderare il soverchio zelo. Un pò di pazienza, signori; affinché la gente (gente, a dir, vero, di pachi– dermica insensibilità psicologica) non dica male di voi, servite la nuova causa in piena .umiltà di coscienza e in perfetto silenzio per un periodo uguale, uguale è troppo, uguale· alla metà, o almeno ad un quarto, di quello trascorso ·al servizo dell' ·"innominabile". Serviste vent'anni, tacete per cinque; tra cinque anni la gente avrà dimenticato, o sarà disposta a . dimenticare .... ;·allora tor– nerete a parlare, e anche noi vi ascolteremo con attenzione sincera. Cinque anni passano presto .... : venti sono stati più lunghi. Talora, pensando a queste persone, mi vien fatto di rimpiangere che non si ~ia voluto o potuto attuare il divisamento proposto, umoristiramente, dall';imico M.°irio Vinciguerra ·nell'ormai lontano 1941; alle avances dei primi ''converten- ,..- . di" égli faceva rispondere: "Signori, le iscrizioni al! 'antifascismo ~i sono chiuse nel giugno 194Ò." SERAFICUS - 14 -

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